5 febbraio, la Giornata contro lo spreco alimentare

Ogni italiano getta nella spazzatura quasi 31 kg di cibo all’anno

Lo spreco alimentare in Italia

Lo spreco alimentare è un problema cruciale tanto in Italia quanto nel nostro pianeta: un fenomeno che va combattuto urgentemente e con continuità.

Nel mondo quasi il 40% degli alimenti prodotti infatti viene perso o gettato via. Inoltre, nel corso dell’ultimo anno solo nel nostro Paese sono state buttate nei rifiuti quasi due milioni di tonnellate di cibo, per un valore complessivo di 7 miliardi di euro: è quanto denunciato nel Rapporto “Il caso Italia” di Waste Watcher International.

I dati relativi allo spreco alimentare nel 2022

Più nello specifico, i dati correlati allo spreco alimentare nel 2022 mostrano purtroppo che l’andamento è in controtendenza rispetto al precedente biennio. Torna infatti a crescere la quantità di alimenti che finiscono nella spazzatura (+15%), interrompendo un trend positivo in parte legato alla pandemia da coronavirus. Di fatto, il ritorno alla vita sociale ha portato una maggiore disattenzione nella gestione della nostra tavola.

I numeri relativi allo spreco alimentare in Italia evidenziano la dimensione del problema. In media, gettiamo nella spazzatura 595,3 grammi di cibo pro capite a settimana, quasi 31 chili all’anno. Tra gli alimenti più “maltrattati” si segnalano frutta fresca (27%), tuberi, aglio e cipolle (17%), pane fresco (16%) e insalata (15%). Fra i Paesi più ricchi che fanno parte del “G8” l’Italia resta comunque la nazione più virtuosa.

La strada da percorrere in questo ambito è però ancora lunga e non bisogna mai abbassare la guardia, a partire delle piccole azioni quotidiane. Sono tante le iniziative messe in campo, come la Giornata contro lo spreco alimentare, in calendario il 5 febbraio, nata su iniziativa di Andrea Segrè, agroeconomista e professore dell’Università di Bologna.
L’appuntamento, celebrato per la prima volta nel 2014, è l’occasione per fare il punto sul fenomeno ed esaminare i numeri del problema. La Giornata contro lo spreco alimentare è stata inoltre inserita stabilmente nella Campagna di sensibilizzazione Spreco Zero.

Cosa comporta lo spreco alimentare?

Cosa comporta lo spreco alimentare

La prima conseguenza dello spreco alimentare è l’impatto negativo a livello economico.

Una gestione ponderata del cibo ha infatti ricadute positive sul bilancio familiare. Al tempo stesso, buttare via alimenti e vivande ancora buoni è diseducativo e contribuisce all’inquinamento dell’ambiente.

I motivi alla base del fenomeno sono diversi: c’è infatti chi si dimentica della spesa fatta oppure non tiene conto del deperimento dei prodotti.

Molti, poi, calcolano male le proprie necessità ed esagerano negli acquisti di cibo deperibile.

Un’altra delle cause principali dello spreco è poi la scarsa attenzione a quello che abbiamo già in casa. Ci scordiamo di aver comprato determinati prodotti, li acquistiamo di nuovo e poi dobbiamo buttarli via perché non riusciamo a mangiarli prima della scadenza.

Spreco alimentare: quali soluzioni?

Spreco alimentare soluzioni

Il rapporto Waste Watcher indica che le famiglie italiane vogliono potenziare l’educazione alimentare partendo dalla scuola. L’informazione viene considerata l’arma migliore per ridurre le conseguenze ambientali ed economiche del problema.

Altre iniziative contro lo spreco giudicate utili sono:

  • migliorare le indicazioni sulle etichette;
  • creare confezioni più piccole;
  • applicare delle tasse ai meno attenti.

Ma come ridurre lo spreco alimentare nel quotidiano? Si può ad esempio:

  • acquistare più spesso alimenti freschi;
  • organizzare il cibo nel frigorifero e in dispensa per data di scadenza;
  • fare la lista della spesa prima di andare al supermercato;
  • controllare la presenza degli alimenti in casa;
  • verificare periodicamente le scadenze;
  • preparare il pranzo o la cena con ricette antispreco.

Al ristorante, gli italiani risultano meno propensi rispetto agli altri cittadini europei a utilizzare la “doggy” o “family bag” in cui riporre il cibo non consumato. Soltanto 4 su 10, infatti la richiedono, contrariamente a quanto accade in altri Paesi del mondo, come gli Stati Uniti, dove portare a casa gli avanzi è un’abitudine consolidata.

Le iniziative contro lo spreco alimentare sono comunque numerose, grazie anche all’apporto della tecnologia. Basti pensare alle tante app (una delle più famose è Too Good To Go) che permettono di acquistare il cibo prossimo alla scadenza da punti vendita e da attività alimentari.

Dal punto di vista istituzionale, oltre all’appuntamento del 5 febbraio, si ricorda anche la Giornata internazionale della consapevolezza sugli sprechi e le perdite alimentari, istituita dalle Nazioni Unite e celebrata il 29 settembre con lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica su un problema ancora purtroppo attuale.
Intervenire è dunque possibile e necessario, ma richiede impegno e buona volontà a tutti i livelli.