Abbattere le barriere architettoniche per i disabili

Abbattere le barriere architettoniche per i disabili

Cosa sono le barriere architettoniche?

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Spesso non ci rendiamo conto di quanto sia importante entrare e uscire facilmente dai luoghi che frequentiamo: arrivare velocemente alla banchina del treno, salire in pochi secondi su un autobus, accedere ai locali di una scuola o all’università. Sono azioni a cui prestiamo poca attenzione, ma che per una persona con mobilità ridotta o con problemi alla vista rappresentano una battaglia quotidiana.

La legge 503 del 24 luglio 1996 delimita con chiarezza che cosa rientra nella definizione di barriera architettonica: “ tutti gli ostacoli fisici che sono fonte di disagio per la mobilità di chiunque e in particolare di coloro che, per qualsiasi motivo, hanno una capacità motoria ridotta o impedita in forma permanente o temporanea; gli ostacoli che limitano o impediscono a chiunque la comoda e sicura utilizzazione di spazi, attrezzature o componenti; la mancanza di accorgimenti e segnalazioni che permettono l’orientamento e la riconoscibilità dei luoghi e delle fonti di pericolo per chiunque e in particolare per i non vedenti, per gli ipovedenti e per i sordi”.

Con barriera architettonica si intende dunque tutto ciò che può impedire un libero spostamento a coloro che desiderano usufruire di uno spazio pubblico o privato.

Sono tanti gli edifici e le strutture che non permettono un uso adeguato dei servizi alle persone con difficoltà motorie, ma anche a ipovedenti, sordi, madri con passeggini e bambini piccoli, ad anziani e a chi soffre di particolari patologie, per esempio la cardiopatia, per cui è sconsigliabile compiere sforzi, come salire le scale.

Le tre tipologie di barriera architettonica individuate dalla Legge 503 sono riassumibili in:

  • barriere urbane: gradini dei marciapiedi, scalinate di un edificio, rampe troppo ripide etc;
  • barriere di localizzazione: ovvero gli ostacoli che fanno parte della conformazione dei luoghi essenziali, come la propria abitazione o l’ufficio, che risultano difficilmente accessibili e che richiedono un lungo percorso a piedi;
  • barriere percettive: la mancanza di un’adeguata segnaletica che rende difficile o impossibile la localizzazione di luoghi pubblici (Fonte: Fondazione Cesare Serono).

Persone disabili in Italia e in Europa

persone con disabilità

Il problema delle barriere architettoniche influenza la vita di tantissime persone ogni giorno. Nel nostro Paese, infatti, sono circa 3,1 milioni gli italiani e le italiane che soffrono di una forma di disabilità, circa il 5,2 % della popolazione complessiva e il 60% sono donne (Fonte: Istat). Questi dati riguardano esclusivamente coloro che hanno una disabilità grave, fra cui la cecità parziale, l’inabilità totale al movimento e la sordità pre linguale. Ma se andiamo a considerare anche i casi con limitazioni più lievi, i dati Istat fanno salire il numero di disabili in Italia a 12,8 milioni, il 21,3 % della popolazione.

Per un quadro completo è giusto ricordare che la disabilità grave, come indicato nell’art. 3 comme 3, Legge 104/1992, si verifica quando un soggetto necessita di un intervento assistenziale permanente, continuativo e globale nella sfera individuale o in quella relazionale.

In ambito internazionale Uneba (Unione Nazionale Istituzioni e Iniziative di Assistenza Sociale) ha evidenziato come la percentuale di persone disabili, stando ai dati raccolti dal Forum Europeo della Disabilità, è di circa il 10-15% per cento della popolazione europea, quindi un numero pari a 50 milioni di cittadini e cittadine.

Garantire pari opportunità a tutte le persone, permettendo a chiunque di accedere facilmente a servizi e luoghi, è fondamentale per rendere più equo il futuro della società.

Attualmente, la disuguaglianza è molto elevata, tanto da rendere difficile per una persona disabile avere le stesse opportunità a livello scolastico, professionale e nella vita privata (ne abbiamo parlato anche in questo articolo: donne disabili in Italia).

La divulgazione della consapevolezza delle barriere architettoniche e la sensibilizzazione di cittadini e cittadine a riguardo, sono tra i punti di partenza per migliorare la qualità di vita di chi convive con difficoltà motorie e non solo. E proprio questa sensibilizzazione deve diffondersi in modo capillare, sia nelle famiglie e nelle scuole, sia negli organi di stampa e nei media, spinta da istituzioni e grandi aziende.

Anche nelle multinazionali come Google e Amazon sta crescendo la sensibilità verso le persone con disabilità, tramite l’introduzione di migliorie nella tecnologia volte ad aiutare chi è più in difficoltà. Ad esempio, Google ha integrato in Google Maps una guida avanzata per aiutare le persone ipovedenti o cieche a camminare per le strade in modo più autonomo e sicuro.

Ma per quanto riguarda le strade, gli spazi e i locali pubblici, i parchi e gli spazi privati c’è ancora molto da fare. Vediamo insieme che cosa dice la legislatura italiana sulle barriere architettoniche e come poter contribuire ad abbatterle.

Barriere architettoniche e persone disabili: cosa dicono le leggi

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La Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, ratificata in Italia nel 2009, si pone l’obiettivo di superare le disuguaglianze e garantire libertà di movimento a chiunque.

Il nostro Paese si impegna a tutelare i pari diritti di tutti i suoi cittadini e cittadine, anche in materia di barriere architettoniche.

Le leggi italiane normano il livello di accessibilità sia di luoghi pubblici, sia di spazi privati, prendendo in considerazione anche casi specifici. Vediamo insieme quali.

Edifici privati e disabilità

Le disposizioni per favorire il superamento e l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati sono contenute nella Legge 13/1989 e nel Decreto Ministeriale D.M. 14 giugno 1989 n. 236.
Nel decreto attuativo sono elencati i tre obiettivi sui quali si deve fondare la costruzione degli edifici privati, ovvero:

  • accessibilità: possibilità di entrare e uscire facilmente, usufruendo degli spazi in tutte le parti e soprattutto degli spazi di relazione (ad esempio, la sala da pranzo in ufficio);
  • visibilità della segnaletica: per i servizi igienici e altre aree di interesse;
  • adattabilità: possibilità di ristrutturare l’edificio o modificarne gli spazi per renderlo accessibile a persone disabili, per esempio con l’inserimento di un montascale.

Il Decreto stabilisce anche tutti i parametri necessari per raggiungere questi obiettivi: ad esempio, indica la dimensione che devono avere le porte, la pendenza delle rampe, le misure necessarie per il passaggio di una sedia a rotelle.

Nel caso in cui la struttura privata in questione sia un condominio, bisogna prendere in considerazione la Legge 220/2012, che riporta la normativa riguardante l’abbattimento delle barriere architettoniche in questi spazi specifici.

Spazi pubblici e disabilità

disabili e spazi pubblici

Un luogo pubblico per definirsi tale deve essere a disposizione di tutta la comunità, senza esclusioni. Per luoghi pubblici si intendono ospedali, scuole, uffici comunali, ristoranti, cinema e molto altro (Fonte: Disabili.com). Le principali norme che regolano l’accessibilità nei luoghi pubblici in Italia sono:

  • Decreto del Ministero per i Beni e le attività culturali 114 del 16/05/2008. Regola l’abbattimento delle barriere architettoniche nei luoghi di interesse culturale, come musei, siti archeologici, piazze;
  • D.P.R. n. 503 del 24 luglio 1996
    Disciplina l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici pubblici, come uffici, ospedali, scuole, regolamentando specialmente i servizi della Pubblica Amministrazione;
  • Legge n. 104 del 5 febbraio 1992
    Si tratta di una legge-quadro che si occupa di assistenza, integrazione sociale e diritti delle persone con handicap. Tratta anche delle barriere architettoniche, stabilendo la necessità del loro abbattimento per garantire pari inclusione a ogni cittadino e cittadina.

I contributi per abbattere le barriere architettoniche per l’integrazione delle persone disabili

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La Legge 13/1989 stabilisce i contribuiti a cui può accedere chi desidera abbattere una barriera architettonica per favorire la libera circolazione delle persone disabili. Questi interventi possono essere fatti sia in spazi privati, sia nelle aree comuni di un edificio.

Hanno diritto di richiedere l’agevolazione:

  • persone disabili con limitazioni motorie e non vedenti;
  • coloro che hanno a carico persone disabili;
  • condomìni ove risiedono persone con disabilità;
  • centri o istituti residenziali per persone con disabilità .

I contributi sono a fondo perduto e vanno richiesti al proprio Comune di residenza. Inoltre, se si desidera installare un montascale o una piattaforma elevatrice, si può accedere anche alle detrazioni IRPEF sull’acquisto di mezzi per la deambulazione delle persone con limitate capacità di movimento.

La possibilità di segnalare la presenza di barriere architettoniche

persone disabili

Ancora oggi, in Italia, segnalare la presenza di barriere architettoniche non è facile. Manca un’adeguata informazione a riguardo, tanto che molti cittadini e cittadine non si accorgono nemmeno che una scalinata o un marciapiede possono provocare seri problemi di movimento a qualcuno. Sarebbe necessario intervenire anche nel caso in cui si notasse una macchina non autorizzata, parcheggiata nei posti riservati ai disabili o che rende impossibile l’accesso a una rampa.

La tecnologia negli ultimi anni è venuta in aiuto: ci sono tante App per fare presente situazioni da migliorare, che possono essere utilizzate in maniera rapida e intuitiva. Ecco alcuni esempi:

  • NoBarriere: individua facilmente la barriera attraverso la geolocalizzazione della posizione del cellulare. L’Associazione Luca Coscioni, che da anni si occupa di diritti civili, raccoglie tutte le segnalazioni in una mappa apposita per poter avere un quadro chiaro su cui intervenire. Tramite l’app, si possono inviare i dati anche al Comune di pertinenza.
  • BlinSight Project: è una Onlus che mette a disposizione gratuitamente una App per segnalare le barriere alle forze dell’ordine e alle associazioni tramite foto, video e messaggi.

Contattare le forze dell’ordine per una segnalazione, se ci si rende conto che una situazione risulta difficile per chi ha limiti motori, è sempre una buona idea. Bisogna che ognuno di noi faccia la propria parte per rendere il mondo un posto più inclusivo.