Agricoltura sostenibile in Italia, nasce un fondo speciale per le donne
I principi per una produzione consapevole e green
L’attenzione nei riguardi dell’agricoltura sostenibile è sempre maggiore e imprenditrici ed imprenditori guardano a questo mercato con interesse. A sostegno del settore agricolo in legge di bilancio 2020-2022 sarà previsto un fondo che avrà l’obiettivo di finanziare il bonus “donna in campo”, come ha annunciato il Ministro per le Politiche agricole, alimentari e forestali Teresa Bellanova. Si tratterà di un fondo rotativo da 15 milioni per garantire mutui a tasso zero, fino a €300.000, alle imprenditrici agricole o a quelle che lo vorranno diventare. Un’opportunità molto interessante che permette alle donne con qualifica di costruire un percorso imprenditoriale solido.
Ma cosa significa agricoltura sostenibile? In cosa si differenzia dall’agricoltura biologica? E in Italia in quali termini si parla di sostenibilità?
Che cos’è l’agricoltura sostenibile?
L’agricoltura sostenibile è una tipologia di agricoltura che, oltre a produrre alimenti e prodotti agricoli, è anche:
- economicamente vantaggiosa per gli agricoltori;
- rispettosa della natura e dell’ambiente;
- socialmente giusta.
In questo modo l’agricoltura sostenibile contribuisce a migliorare la qualità della vita sia degli agricoltori che dell’intera società.
Si tratta di un ambito su cui convergono tematiche come i cambiamenti climatici, lo sviluppo economico e l’equità sociale e che richiede soluzioni complesse e condivise su larga scala.
L’agricoltura sostenibile comprende diverse accezioni: per esempio, se ne può parlare dal punto di vista ambientale, intendendola come uno sviluppo di processi virtuosi e rispettosi delle risorse del pianeta, della salubrità del suolo e dell’acqua, che garantiscono il mantenimento della biodiversità ed evitano l’uso di pesticidi e agenti chimici.
Il concetto di agricoltura sostenibile può essere analizzato anche da una prospettiva sociale ed economica: si tratta della capacità dell’intera produzione agroalimentare mondiale di far fronte alla richiesta globale sia dei Paesi industrializzati, sia di quelli in via di sviluppo. L’obiettivo è quello di assicurare, inoltre, il miglioramento della qualità di vita degli agricoltori, il trattamento etico degli animali, la salvaguardia dei diritti umani e lo sviluppo economico solidale.
Agricoltura sostenibile: in cosa consiste?
L’Agricultural Sustainability Institute di Davis, in California, definisce come obiettivo ultimo dell’agricoltura sostenibile la soddisfazione del fabbisogno attuale di alimenti e tessuti, senza compromettere la capacità delle generazioni future di usufruire delle stesse risorse disponibili oggi.
Gli scopi principali dell’agricoltura sostenibile sono:
- aumentare la produttività, l’occupazione e il valore aggiunto dei sistemi di produzione alimentare. Le pratiche sostenibili virano nel senso opposto rispetto all’agricoltura intensiva e allo spreco delle risorse ambientali;
- garantire i rifornimenti alimentari, riducendo i consumi di acqua e di energia;
- ridurre l’inquinamento delle risorse e il deterioramento del suolo, favorendo la conservazione degli habitat e degli ecosistemi;
- migliorare i mezzi di sussistenza, favorendo una crescita economica inclusiva;
- accrescere la resilienza delle persone, delle comunità e degli ecosistemi, in modo da minimizzare gli impatti degli eventi disastrosi innescati dai cambiamenti climatici e l’instabilità dei prezzi di mercato;
- assicurare il giusto equilibrio tra le iniziative del settore pubblico e privato, promuovendo l’equità e la trasparenza.
Differenze tra agricoltura sostenibile, biologica e gli altri modelli agricoli

Secondo uno studio della FAO, (Food and Agricolture Organization of the United Nations), l’organismo delle Nazioni Unite deputato al controllo della distribuzione delle risorse vitali nel mondo, entro il 2050 la popolazione globale aumenterà fino ai 10 miliardi di individui.
Di conseguenza, la domanda alimentare raddoppierà. Le tecniche e le modalità produttive devono adeguarsi alle nuove richieste, tenendo a mente il principio di preservazione delle risorse più importanti per l’uomo.
Sono diversi i modelli agricoli, ispirati a quello sostenibile, che mettono in pratica tecniche diverse, come per esempio:
- l’agricoltura biologica, che ammette solo l’utilizzo di sostanze naturali onde evitare la compromissione del suolo, delle falde acquifere e delle specie animali presenti sul territorio coltivato. Sono banditi concimi di sintesi, diserbanti, insetticidi e pesticidi e ci si avvale solo di fertilizzanti naturali e della tecnica della rotazione delle colture. A rappresentare questa pratica produttiva, in Italia, è Aiab (Associazione Italiana Agricoltura Biologica), che rappresenta gli interessi degli agricoltori, informa i consumatori, migliora l’organizzazione aziendale e il rapporto con il mercato;
- l’agricoltura biodinamica, basata sul rispetto dell’ecosistema terrestre e il mantenimento della sua fertilità. Per fare ciò si utilizza un composto di humus per la concimazione, un insieme di sostanze minerali e biologiche con un alto contenuto di microrganismi utili, che si forma dalla naturale decomposizione degli elementi organici dell’ambiente e del suolo;
- la permacultura, frutto dell’intuizione dello scienziato e naturalista Bill Mollison, basata sulla certezza che una cultura umana non può sopravvivere a lungo senza un’agricoltura sostenibile e una gestione etica della terra. La permacultura è quindi la progettazione e la conservazione consapevole di ecosistemi produttivi che hanno la diversità, la stabilità e la flessibilità degli ecosistemi naturali.
- l’agricoltura solidale, si tratta di una pratica che rispetta l’uomo e l’ambiente, in cui i frutti crescono su terreni liberi dallo sfruttamento, dall’estorsione e dalle mafie.
Alcuni luoghi in cui si sperimentano queste tipologie di coltivazione sono gli Ecovillaggi, ovvero delle comunità di agricoltori che si pongono l’obiettivo di sperimentare stili di vita eco-compatibili e contrari a quelli imposti dall’attuale sistema socio-economico. Ogni villaggio ha le proprie caratteristiche e quelli italiani sono riuniti nella Rete Italiana Villaggi Ecologici. Principalmente, si mira a ridurre al minimo l’impatto ambientale tramite l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili, per raggiungere l’autosufficienza alimentare ed energetica.
Il ruolo dell’innovazione: l’agricoltura sostenibile è 4.0
Per applicare queste pratiche sostenibili è fondamentale il ruolo dell’innovazione e della tecnologia che, come in ogni altro ambito, può risultare una risorsa insostituibile se ben utilizzata. La nuova frontiera è l’agricoltura smart, che si avvale delle tecnologie utilizzate nell’industria 4.0 come ad esempio la digitalizzazione, la robotica e la geolocalizzazione.
Grazie a questi strumenti l’agricoltura tradizionale diventa “di precisione”, poiché è possibile monitorare in tempo reale le condizioni atmosferiche e intervenire in anticipo per evitare i danni, oppure calibrare le sostanze da utilizzare in base all’analisi delle caratteristiche del terreno e allo stato della pianta.
La gestione intelligente e automatizzata dei processi consente quindi di ottimizzare le risorse, evitando gli sprechi e di conseguenza diminuendo l’impatto ambientale.
Agricoltura sostenibile in Italia, orgoglio Made in Italy
Il termine Made in Italy è in tutto il mondo sinonimo di qualità. Secondo il rapporto Symbola (Fondazione per le Qualità Italiane), realizzato in collaborazione con Coldiretti, l’agricoltura italiana è la più green in tutta l’Europa.
I dati relativi al 2017 certificano che l’Italia:
- è il secondo Paese dell’Unione Europea per superficie agricola coltivata in maniera biologica;
- è l’unico Paese a possedere un sistema certificato da un ente pubblico di produzione integrata per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, con standard particolarmente restrittivi;
- è tra i Paesi più virtuosi in fatto di sicurezza alimentare, con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari.
Le azioni intraprese per costruire un futuro più green
Se l’Italia gioca un ruolo di primo piano nella coltivazione di prodotti genuini e rispettosi dell’uomo e dell’ambiente è anche grazie alle numerose campagne di sensibilizzazione messe in atto, in particolare da WWF Italy. Già nel 1988 l’organizzazione aveva lanciato l’iniziativa “Campagna per la Campagna”, un primo esempio pratico a scopo educativo delle azioni concrete da mettere in campo per rendere compatibile l’agricoltura con la conservazione della biodiversità.
Oltre alla promozione dell’agricoltura biologica, il WWF rivolge il suo impegno continuo a importanti progetti di conservazione di alcune specie, vegetali e animali, minacciate dalla trasformazione degli ambienti agricoli.
La principale iniziativa internazionale sul tema è SAI Platform, che riunisce oltre 100 aziende e organizzazioni che promuovono un’agricoltura più sostenibile in tutto il mondo. A questo importante progetto aderisce anche Findus, il colosso dei surgelati, che si impegna a verificare la propria produzione di vegetali attraverso un’analisi che comprende tutti gli aspetti della sostenibilità.
Agricoltura sostenibile: un impegno che riguarda tutti
La questione ambientale è un tema complesso, che richiede l’attenzione e la partecipazione di tutti noi. I gesti che compiamo oggi potrebbero essere determinanti per la sopravvivenza delle specie e per la conservazione del pianeta domani.
Per questo motivo è fondamentale intraprendere anche piccole azioni quotidiane per contribuire alla causa. La prima regola e la più semplice è verificare la provenienza del cibo che si acquista e preferire gli alimenti provenienti da un’agricoltura a km0: comprare in modo oculato e consapevole significa non solo salvaguardare il nostro futuro, ma anche sostenere l’economia del Paese, innescando un meccanismo che crei un benessere diffuso.