Allergie e intolleranze: quali sono le differenze?
Scopriamo come distinguere intolleranza e allergia
L’alimentazione e la salute sono due ambiti strettamente correlati e, negli ultimi anni, tra i problemi più frequenti e diffusi che vanno a minare il livello di benessere fisico vi sono le allergie e le intolleranze alimentari.
Secondo l’American Academy of Allergy Asthma and Immunology, questi disturbi sono classificabili come “reazioni avverse al cibo”, ma c’è una differenza sostanziale tra allergie e intolleranze.
Secondo quanto sostenuto dall’Istituto Superiore di Sanità, si tratta di due modalità distinte in cui l’organismo risponde a sostanze estranee.
L’allergia è una reazione anomala del sistema immunitario che, all’ingestione di determinati alimenti o di sostanze contenute in essi, reagisce con la produzione di immunoglobuline della classe IgE. Si tratta di anticorpi alla base di reazioni allergiche che potenzialmente mettono in pericolo la vita dell’individuo, portando anche allo shock anafilattico.
L’intolleranza, invece, non è mediata da meccanismi immunologici ed è strettamente legata alla quantità ingerita dell’alimento non tollerato. Può essere provocata dalla carenza di uno specifico enzima o dagli effetti tossici del cibo sulla mucosa intestinale. L’entità del disturbo varia a seconda della sensibilità della persona, ma in generale non rappresenta un pericolo potenzialmente mortale per la stessa.
Le cause scatenanti delle reazioni avverse al cibo
Il Centro Allergie Alimentari riporta un elenco delle allergie più comuni, che riguardano i crostacei, l’uovo, la frutta a guscio, il pesce e il latte.
Quando si parla di intolleranze, quelle enzimatiche sono dovute all’incapacità, per difetti congeniti, di metabolizzare alcune sostanze. Le intolleranze enzimatiche più diffuse sono quelle al lattosio e al grano, la celiachia.
Questi disturbi causano spesso problemi a livello intestinale, ma possono colpire anche altre parti dell’organismo, producendo un effetto difficilmente identificabile o riconducibile all’alimentazione. Per questo, se si avverte un malessere frequente, è bene consultare il proprio medico, che saprà indirizzare allo svolgimento dei test necessari.
L’insorgenza dei disturbi
Secondo Humanitas Research Hospital, allergie e intolleranze in ambito alimentare possono presentarsi a qualsiasi età, ma sono più frequenti nei primi tre anni di vita. Quando un bambino comincia a differenziare la propria dieta, tramite lo svezzamento, è possibile che insorgano problematiche con determinati cibi. Si tratta quindi di un periodo molto delicato, in cui è necessario valutare con cura gli eventuali sintomi che possono comparire in seguito all’assunzione di un nuovo alimento.
La buona notizia è che, nel caso delle allergie, i sintomi sono da attribuire a un numero relativamente contenuto di alimenti. I più comuni sono latte vaccino, uova, soia, grano, arachidi, noci, pesce, pomodori, fragole, cioccolato e molluschi. Le intolleranze, invece, sono da attribuire alla quantità di cibo nocivo ingerito, quindi bisogna fare attenzione ai campanelli d’allarme che derivano da una condizione di accumulo.
Allergie: sintomi, diagnosi e trattamenti
I sintomi delle allergie alimentari possono essere diversi tra loro e di varia intensità. Tra i più comuni si trovano:
- formicolio della bocca;
- prurito o eczema;
- gonfiore alle labbra, al viso, alla lingua, alla gola o altre parti del corpo;
- difficoltà respiratorie;
- dolori addominali;
- diarrea, nausea, vomito;
- stordimento e vertigini;
Il modo migliore di fare prevenzione è conoscere e evitare i cibi che stanno alla base dell’allergia, leggendo bene le etichette dei prodotti e la lista degli allergeni nei ristoranti. È bene anche portare con sé una lista dei cibi o di medicine alle quali si è allergici così che gli altri sappiano di che cosa si ha bisogno in caso di emergenza.
Se si manifesta una reazione allergica, è importante rivolgersi al medico per una visita approfondita per escludere problematiche di altro genere. Serve poi sottoporsi a uno di questi test:
- Il Prick Test, che consiste nel perforare la cute con un piccolo ago, dopodiché viene fatto penetrare un estratto puro dell’allergene. Se attorno al punto di iniezione la pelle si gonfia e arrossisce significa che c’è una sensibilità da parte del soggetto.
- Il Rast è un esame del sangue che misura la risposta del sistema immunitario a determinati alimenti.
Per trattare le allergie non esiste una cura definitiva. Il primo passo è la prevenzione, soprattutto nel caso di allergie gravi, che consiste nell’eliminare l’alimento allergene dalla dieta.
L’ospedale pediatrico Bambino Gesù classifica i rimedi da utilizzare in caso di assunzione involontaria, a seconda della gravità della reazione: per le reazioni moderate, in genere vengono prescritti gli antistaminici; se invece compaiono vari disturbi contemporaneamente, come orticaria, gonfiore e rinite, vi è il rischio che il soggetto vada incontro a uno shock anafilattico. Bisogna ricorrere alla terapia d’emergenza, che, a seconda dei casi, si tratterà di adrenalina con siringa autoiniettante, oppure antistaminici e cortisonici. Serve inoltre recarsi con urgenza al pronto soccorso più vicino.
Intolleranze: sintomi, diagnosi e trattamenti
I sintomi di intolleranze alimentari sono spesso legate al tratto intestinale e raramente possono essere colpite altre parti del corpo. Come scrive Guna, tra le più celebri aziende farmaceutiche italiane per la produzione di farmaci omeopatici si possono presentare:
- diarrea;
- vomito;
- dolori addominali;
- perdita di sangue nelle feci;
- flatulenza e meteorismo;
- coliti;
- cefalea e dermatite;
Per diagnosticare un’intolleranza alimentare, si va per esclusione: occorre verificare che non si tratti di un’allergia, controllando che non sia coinvolto il sistema immunitario.
L’indagine consiste nell’individuare l’alimento sospetto, escludendolo dalla dieta per due o tre settimane, per poi reintrodurlo. Se, a questo punto, i sintomi ricompaiono, si tratta di una reazione avversa al cibo.
L’unico trattamento efficace in caso di intolleranza consiste nell’eliminare l’alimento dalla dieta o consumarlo in piccole quantità.
Se si sospetta un’allergia o un’intolleranza, è bene consultare un medico, che saprà valutare la situazione ed eventualmente indicare le strutture cliniche a cui rivolgersi per effettuare i test necessari.