Aprire un agriturismo: come fare?
I passi da compiere e i costi da affrontare
Google News: Come avviare un’attività dedicata alla ricezione e all’ospitalità in campagna? Ecco i nostri consigli per realizzare il proprio sogno nel cassetto.
Aprire un agriturismo può essere un’idea vincente e redditizia. Le ultime rilevazioni, infatti, mostrano che la scorsa estate più del 30% degli Italiani ha scelto di trascorrere le vacanze presso le aziende agricole, mangiando e acquistando prodotti freschi e genuini.
Di fatto, i dati mettono in evidenza come la ripresa del turismo post-pandemia sia stata forte, soprattutto in queste strutture. Il merito è anche delle loro caratteristiche: queste realtà propongono vacanze sostenibili, a stretto contatto con gli animali e con la natura, a costi vantaggiosi.
Nel 2021 in Italia le aziende del settore erano 25.390, l’1,3% in più rispetto al 2020. La crescita maggiore si è registrata nelle isole (+8,2%) e nel meridione (1,5%). Tra queste, è interessante rilevare che il 34,5% è gestito da donne.
Aprire una struttura per la ricezione e l’ospitalità in un contesto agricolo appare dunque una scelta azzeccata, in grado di offrire possibilità lavorative interessanti, soprattutto a chi ama la campagna.
Come aprire un agriturismo?
Per avviare un’attività in regola occorre prima di tutto conoscere la normativa di riferimento, e in particolare la legge-quadro “Disciplina dell’agriturismo” n. 96 del 20 febbraio 2006, a cui sono seguite leggi regionali specifiche. Il testo stabilisce prima di tutto che cosa si intende per agriturismo: si tratta di “attività di ricezione e ospitalità esercitate dagli imprenditori agricoli… attraverso l’utilizzazione della propria azienda”.
Quali sono dunque i requisiti per aprire un agriturismo? Quest’ultimo deve essere inserito nel contesto di un’impresa agricola in esercizio, con fondi coltivati o animali allevati o, quanto meno, avere un piano di attività di coltivazione, allevamento o silvicoltura. Occorre poi tenere presente che in un agriturismo:
- L’attività agrituristica è complementare a quella agricola, non viceversa;
- Cibi e bevande sono prodotti dalla propria azienda o anche da quelle limitrofe: non possono quindi essere acquistati al supermercato;
- L’ospitalità è limitata a 12 posti letto;
- I prezzi proposti devono essere competitivi;
- Per quanto riguarda la somministrazione di cibi e bevande, i coperti, nel caso di eventi eccezionali, non possono superare il numero di 60.
Una volta soddisfatti questi parametri, in sostanza, che cosa serve per aprire un agriturismo? Bisogna dotarsi di alcuni documenti e svolgere una serie di pratiche burocratiche.
In dettaglio, occorre:
- Aprire una partita Iva e un conto fiscale;
- Iscriversi al Registro delle Imprese;
- Iscriversi al registro regionale degli operatori agrituristici;
- Ricevere l’autorizzazione dal Comune.
Inoltre, è importante, anche se non imprescindibile, possedere le conoscenze teoriche necessarie. Cosa studiare per aprire un agriturismo? Può essere senza dubbio utile avere un diploma o un certificato di laurea in agraria. Esistono inoltre dei corsi ad hoc organizzati da enti privati o associazioni rivolti ai potenziali nuovi imprenditori: qui si possono approfondire materie come la tutela e la valorizzazione del paesaggio, il marketing, le normative di settore e sulla sicurezza sul lavoro.
Un ulteriore elemento da prendere in considerazione è l’area necessaria per svolgere la propria attività. Quanto terreno serve per aprire un agriturismo? A seconda del tipo di coltura e degli animali da allevare, la superficie può variare di molto. Non esistono dunque misure precise, ma approssimativamente, per una struttura piccola, a conduzione familiare, un ettaro potrebbe essere sufficiente.
La cosa da tenere sempre presente è che un agriturismo deve portare in tavola i suoi prodotti. Bisogna quindi calcolare bene la quantità di terreno da coltivare e gli spazi da allestire per ospitare gli animali, in modo da essere certi di riuscire a provvedere al fabbisogno proprio e delle persone che vengono accolte nella struttura.
Incentivi per aprire un agriturismo
Sono diversi gli incentivi per avviare un agriturismo. È utile sapere, comunque, che le modalità per fare richiesta delle agevolazioni fiscali comportano l’iscrizione dell’azienda agricola a Invitalia (Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa). In seguito, occorre creare un indirizzo Pec e ottenere una firma digitale. Così sarà possibile partecipare ai bandi attivi, che possono essere europei, governativi o regionali oppure “a fondo perduto”, senza cioè che prevedano l’obbligo di restituzione della somma finanziata.
Come aprire un agriturismo con i contributi a fondo perduto? Ogni finanziamento varia da regione a regione, quindi è indispensabile fare molta attenzione ai testi pubblicati nella propria area di interesse. Esistono incentivi e agevolazioni che coprono buona parte delle spese di avvio, altri che prevedono premi nel caso in cui l’impresa sia composta da donne o da giovani. Nella maggior parte dei casi, il fondo deve essere speso per acquistare mezzi e macchine di lavoro, mobili, software, brevetti e formazione.
Per ottenere finanziamenti per lo sviluppo delle attività agrituristiche, inoltre, ci si può anche rivolgere a banche e istituti finanziari, ottenendo così un prestito su misura delle proprie esigenze.
Aprire un agriturismo: quali costi?
Quanto costa aprire un agriturismo? Dipende da vari fattori. Naturalmente, se si possiede già una proprietà, buona parte delle spese iniziali sono coperte. Altrimenti, oltre ai terreni, si potrebbe dover comprare anche una struttura ad hoc: ovviamente quelle in aperta campagna sono particolarmente suggestive e talvolta i prezzi non sono elevati, ma in genere bisogna mettere in conto i lavori di ristrutturazione e di ammodernamento per rendere l’edificio adatto alle attività di ristorazione. Meglio dunque prendere in considerazione anche le eventuali agevolazioni edilizie ancora in vigore.
Se è possibile coltivare in loco frutta e verdure, allevare gli animali ed essere quindi sostanzialmente autonomi per il sostentamento, il risparmio è elevato. Tuttavia, nella valutazione complessiva, bisogna aggiungere anche i costi degli strumenti necessari alla coltivazione e all’allevamento e gli esborsi per le pratiche burocratiche. Tra le spese da sostenere rientrano pure quelle relativi al marketing e alla pubblicità.
È dunque fondamentale pianificare nel dettaglio la quotidianità, fare bene i conti e, se è necessario, prendere del personale per mandare avanti l’attività al meglio.