Bonus mobili 2023

Bonus mobili 2023

Una detrazione per acquistare elementi d’arredo e grandi elettrodomestici

bonus mobili: come funziona

Il Bonus mobili 2023 è un’agevolazione per chi vuole ristrutturare la propria abitazione. Il bonus mobili è presente già da qualche anno ed è stato prorogato fino al 2024, seppur con alcune modifiche. Vediamo nel dettaglio in cosa consiste e in che modo si applica.

Bonus mobili 2023: cos’è e come funziona

Il bonus mobili è una detrazione Irpef del 50% per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici che vanno a comporre l’arredo di un immobile oggetto di ristrutturazione.

Mentre nel 2022 l’agevolazione andava calcolata su una cifra massima di 10mila euro, stando alle norme attualmente in vigore per il 2023 e il 2024 l’importo detraibile ammonta a 5mila euro, spese di trasporto e montaggio incluse. Per usufruire di questo incentivo è inoltre indispensabile che la data di inizio lavori preceda quella in cui si comprano i beni.

In sostanza, chi acquista entro il 31 dicembre 2024 mobili ed elettrodomestici nuovi e ha realizzato interventi di ristrutturazione o manutenzione edilizia a partire dal primo gennaio dell’anno precedente a quello dell’acquisto dei beni può beneficiare della detrazione fiscale.

Il Bonus mobili 2023 è applicabile anche anche senza ristrutturazione?

bonus mobili anche senza ristrutturazione

Per usufruire del bonus mobili 2023 non è necessario eseguire lavori completi di ristrutturazione di un edificio, ma bastano anche opere di manutenzione ordinaria e straordinaria.

In dettaglio, gli interventi necessari per poter accedere alla detrazione sono:

  • manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia su singoli appartamenti;
  • manutenzione ordinaria su singoli appartamenti (ad esempio tinteggiatura delle pareti, sostituzione di pavimenti e infissi, ecc.);
  • ricostruzione o ripristino di un immobile danneggiato da eventi calamitosi;
  • manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia su parti comuni di edifici residenziali.

L’agevolazione, in particolare, spetta per l’acquisto di:

  • mobili nuovi, come letti, armadi, cassettiere, librerie, tavoli, sedie, divani, poltrone, apparecchi di illuminazione. Sono escluse invece porte, pavimentazioni e tende;
  • grandi elettrodomestici, come frigoriferi, lavatrici, congelatori, apparecchi per la cottura, stufe elettriche, forni a microonde, apparecchi per il condizionamento. Occorre però prestare attenzione alla loro classe energetica, che per i forni non deve essere inferiore alla classe A; E per lavatrici, lavastoviglie e asciugatrici; F per frigoriferi e congelatori.

Se si sono realizzate opere di riqualificazione energetica dell’edificio per le quali è prevista una detrazione del 65%, come ad esempio l’installazione dei pannelli solari, non è consentito ottenere lo sconto.

È bene sapere, inoltre, che tra gli interventi di recupero del patrimonio edilizio che permettono di accedere al Bonus mobili non sono inclusi quelli per la realizzazione di box o posti auto di pertinenza all’abitazione principale.

Come funziona il Bonus mobili 2023: lo sconto in fattura

bonus mobili 2023 sconto in fattura

L’agevolazione fiscale non prevede la possibilità di avere lo sconto in fattura e neppure la cessione del credito. Il solo modo per avere il rimborso del 50% delle spese sostenute per l’acquisto di mobili o elettrodomestici nuovi è tramite la dichiarazione dei redditi, con una detrazione ai fini Irpef.

La cifra viene recuperata in dieci anni, con quote di pari importo. Chi non è soggetto a Irpef non può dunque sfruttare il bonus.

In ogni caso, per avere diritto alla detrazione prevista bisogna effettuare i versamenti con bonifico o carta di debito o credito. Non è permesso ricorrere ad assegni bancari, contanti o altri sistemi di pagamento. Nel caso si effettui un bonifico, non è necessario utilizzare quello predisposto da banche e Poste S.p.a. per le spese di ristrutturazione edilizia.

L’agevolazione è valida anche se i beni sono acquistati con un finanziamento a rate, a patto che l’ente o la società che dispone il finanziamento paghi il corrispettivo con le modalità consentite (bonifico e carte di debito o credito) e che il contribuente abbia copia della ricevuta del pagamento. Lo stesso vale per le spese di trasporto e di montaggio.