Centri antiviolenza a difesa delle donne

Centri antiviolenza a difesa delle donne

Una rete di protezione per chi si trova in una situazione di pericolo

Centri antiviolenza a difesa delle donne

Spazi di accoglienza e di ascolto che garantiscono supporto psicologico e assistenza legale nella massima riservatezza. La rete dei centri antiviolenza (CAV) presenti sul territorio nazionale costituisce uno strumento di fondamentale importanza per le donne che stanno cercando una via d’uscita da una situazione di difficoltà e di pericolo.

I centri antiviolenza: i numeri in Italia

In Italia si contano 373 Cav, un dato in aumento rispetto agli anni precedenti, mentre sono 431 le case rifugio. Questi e altri dati sono stati pubblicati all’interno del report Il sistema della protezione per le donne vittime di violenza, realizzato nel 2022 e riferito al 2021, elaborato dall’Istat in collaborazione con il Dipartimento per le Pari Opportunità. La crescita delle strutture corrisponde ad un parallelo incremento dell’utenza: al 31 dicembre 2021 si sono rivolte ad un centro antiviolenza 34.500 donne, 21.252 delle quali aveva figli (61,6% del totale).

Spesso ad accedere ai CAV sono coloro che avevano già cercato aiuto rivolgendosi alle forze dell’ordine (ne richiede il supporto il 30% delle persone in difficoltà): queste, infatti, in sinergia con i servizi sanitari e sociali presenti sul territorio, svolgono una prima attività di orientamento nel percorso di uscita dalla violenza.

In altri casi, invece, sono le donne stesse a recarsi in un centro, talvolta in maniera autonoma (26,8%) o assieme a parenti e amici (17,5%).

Talvolta l’accesso a queste strutture protette passa attraverso la chiamata al 1522, il numero verde di pubblica utilità a sostegno di chi subisce soprusi e stalking. Gli operatori che ricevono una chiamata, secondo il report Istat, hanno indirizzato la vittima nel 94,4% dei casi in un centro antiviolenza, segnalando gli episodi urgenti.

Come funzionano i centri antiviolenza

Il funzionamento dei centri antiviolenza

Entrando più nel concreto, i centri antiviolenza si impegnano, prima di tutto, a garantire la massima sicurezza alla donna. Una volta ricevuto il contatto, spesso telefonico, gli operatori organizzano un primo colloquio di persona, prestando attenzione ad individuare una sede adatta, lontana dall’aggressore.

L’incontro viene fissato in breve tempo. Le sedi dei CAV sono spesso in centro città, in posizioni facilmente raggiungibili, e prevedono al loro interno spazi adeguati a garantire alti standard di riservatezza, con stanze singole dedicate ai colloqui privati. Un momento complesso, delicato, in cui operatori adeguatamente formati trovano le parole giuste per permettere alle persone che hanno di fronte di aprirsi, raccontando la loro storia.

Centri antiviolenza, il luogo dell’ascolto e del dialogo

La rete di supporto dei centri antiviolenz

Un dialogo che richiede forza, fiducia, coraggio: spesso chi è vittima di violenza chiede aiuto dopo una lunga fase di riflessione ed è fondamentale per chi lavora in queste strutture individuare la chiave giusta per trovare una connessione e avere più informazioni possibili sulla situazione. Proprio per questo il personale attivo in queste strutture – sono 5.416 le figure professionali coinvolte – riceve annualmente una formazione mirata. Garantire la massima protezione alle vittime è infatti cruciale e, a partire dal primo incontro, viene ideato un piano di sicurezza cucito su misura.

Presenza dei centri antiviolenza: l’elenco

Si punta quindi a proteggere fin da subito chi si rivolge alla struttura, curando tutti i particolari, tutelando la donna nei suoi spostamenti, allontanandola da casa quando necessario. Nei casi più complessi il ruolo dei centri antiviolenza si individua proprio nell’intervento tempestivo: in condizioni di forte pericolo l’allontanamento dall’abitazione è immediato. La donna che si rivolge a queste realtà viene accolta all’interno degli spazi della struttura e accompagnata nel suo percorso di uscita da un tunnel di maltrattamenti grazie all’aiuto degli operatori.

Per consultare l’elenco dei centri antiviolenza presenti sul territorio è possibile consultare questo sito, all’interno del quale sono classificate tutte le strutture suddivise per regione, o il portale curato da Di.Re. (Donne in Rete contro la violenza).

Il potenziamento di questi luoghi di accoglienza e il miglioramento dei loro servizi fanno parte degli interventi svolti nell’ambito dei Fondi di Coesione, un programma di finanziamenti che prevede un complesso di azioni finalizzate a favorire l’uscita da situazioni di disagio e di maltrattamenti e la promozione di condizioni di pari opportunità e di benessere.

Tra le iniziative messe in campo, quelle del Pon legalità, che ha promosso il recupero dei patrimoni confiscati alla criminalità organizzata, da destinare ad attività sociali o da trasformare in luoghi di accoglienza. Inoltre, si segnalano i 10 progetti legati alla creazione di servizi residenziali per le donne vittime di violenza in alcune delle principali città italiane. Un aiuto fondamentale e un primo passo per ricominciare a vivere pienamente, senza paure.