Consumi e lockdown: come cambiano le abitudini degli italiani
In aumento gli acquisti online
Le abitudini di acquisto degli italiani sono cambiate repentinamente durante e dopo il lockdown.
Le misure di distanziamento anti-coronavirus hanno infatti fortemente influenzato e rinnovato i bisogni dei cittadini, che si sono trovati nella situazione di limitare le uscite di casa. In generale, le persone si sono orientate sugli acquisti su Internet e hanno utilizzato la tecnologia per lavorare, giocare, intrattenersi e rimanere in contatto con i propri cari, ma non solo.
La diffusione del virus Covid-19 e le seguenti restrizioni hanno portato a un cambiamento nella società al quale nessuno era preparato, cambiamento che sta avendo ripercussioni in molti settori e che può essere il punto di partenza per una radicale rivoluzione dei paradigmi in alcuni ambiti del mercato.
Aumento della spesa online
Durante il lockdown il web è diventato il primo canale d’acquisto per moltissimi consumatori. A confermarlo sono i dati dell’Agenzia Italia, che illustrano come la crescita dell’e-commerce (acquisti online) nei primi mesi dell’anno sia stata continua, contando oltre due milioni di nuovi utenti rispetto all’anno scorso.
Se in una prima fase della quarantena i consumatori hanno effettuato i loro acquisti concentrandosi in modo particolare sui bisogni essenziali (principalmente sugli alimenti), con il passare del tempo hanno integrato la spesa con beni più generali.
Anche dopo la riapertura dei negozi fisici si è notata una certa diffidenza a ritornare alle abitudini di prima: il timore di creare assembramenti ha portato sia i consumatori, sia gli esercenti, dalle grandi catene fino ai negozi di quartiere, ad affidarsi agli acquisti online.
I nuovi comportamenti adottati dalle persone, anche quelli più refrattarie, a favore dell’e-commerce hanno garantito la continuità dei servizi per diverse attività, come i market, i piccoli alimentari e i ristoranti, che si sono adattati alle nuove esigenze del mercato e hanno usufruito delle piattaforme online, ma anche di strumenti più immediati come Whatsapp, per prendere gli ordini dei clienti rimanendo in contatto con loro e consegnando i prodotti a domicilio.
Per i rivenditori online questo cambio di paradigma ha significato soprattutto investire le proprie risorse per rivedere i modelli operativi, per migliorare la logistica e rafforzare la propria presenza sui canali digitali.
Per questo motivo, sostiene in un’intervista a La Stampa Alberto Franzone, Direttore Amministrativo di Alvarez & Marsal, Società di consulenze, risulterà strategico creare delle partnership tra retailer e compagnie informatiche per usufruire appieno dei vantaggi offerti dai dati e dall’intelligenza artificiale. Anche secondo il report di McKinsey & Company, una realtà che si occupa di strategia di gestione, adattarsi a questa evoluzione dei comportamenti puntando sul digitale sarà la chiave per una ripartenza più rapida.
Ecco come gli italiani cambiano le abitudini di acquisto
Durante il lockdown il carrello della spesa degli italiani ha subito un’importante trasformazione, come registrato dall’Osservatorio “Lockdown. Come e perché sta cambiando le nostre vite” realizzato da Nomisma, Società di consulenza strategica per le aziende, su un campione di mille italiani.
I prodotti maggiormente ricercati sono cambiati sulla base delle nuove esigenze e delle nuove abitudini: più tempo a disposizione per preparare i pasti e più occasioni per consumare i cibi a casa.
Se in fase iniziale, ancor prima che venisse dichiarata l’emergenza, c’è stata una corsa all’acquisto di grandi quantità di alimenti di prima necessità come acqua, farina, surgelati e prodotti a lunga conservazione (spesso acquistati in formati famiglia), questa tendenza ad acquistare confezioni multipack si è mantenuta costante anche in fase di ripartenza.
Durante la quarantena si è osservato un aumento del 40% nell’acquisto di ingredientistica: farina, lievito e articoli simili sono stati grandi alleati di chi nel periodo di lockdown si è cimentato nell’arte culinaria e della produzione di pasta e panificati, tanto che in certe settimane alcuni beni come il lievito erano impossibili da trovare nei supermercati e, quando disponibili, gli esercenti ne limitavano l’acquisto per famiglia ad una unità (o a poche). Ad oggi, la maggior parte degli intervistati ha dichiarato che, con il ritorno alla routine, questa pratica sia andata diminuendo.
Un maggiore interesse per il Made in Italy e la filiera corta
La crisi sanitaria, con le difficoltà economiche a essa associate, ha portato gli italiani ad avvicinarsi a prodotti più genuini in grado di garantire qualità e sicurezza. C’è inoltre la volontà di supportare l’economia locale: sempre secondo la ricerca Nomisma, il 22% dei consumatori ha sottolineato di aver scelto il Made in Italy e le filiere corte.
Stando all’indagine, il 49% degli italiani ha orientato le proprie scelte di acquisto verso prodotti più sostenibili, grazie a una crescente sensibilità verso i temi ambientali e a quelli della salute. È rappresentativo il successo dei prodotti biologici, sperimentati dal 30% degli italiani che prima della quarantena non erano abituati a comprare.
Acquisti online: i settori in trasformazione
Come osservato da Nielsen, il periodo tra febbraio, marzo e aprile è stato dominato dall’acquisto di beni di largo consumo: si parla di alimenti in primis, per i quali il segmento della spesa online è risultato tanto proficuo da raddoppiare il volume degli acquisti e triplicare il loro valore, secondo i dati dell’Osservatorio eCommerce b2c del Politecnico di Milano riportati da Digital4.
Secondo La Repubblica, ottimizzando i propri servizi, la Grande Distribuzione Organizzata avrebbe registrato il record di vendite nel mese di aprile per un valore di 122,4 milioni di euro: il triplo rispetto allo stesso mese dello scorso anno.
Parallelamente, anche i servizi come la consegna a domicilio di frutta e verdura, vino e olio provenienti dai produttori locali hanno visto un’impennata nelle settimane di lockdown.
In seconda posizione tra i trend di acquisto ci sono i farmaci da banco e i prodotti per la cura e l’igiene personale: indice questo, di una maggiore attenzione per il benessere e la prevenzione in generale, ma anche per il mondo del beauty, data la chiusura di centri estetici e parrucchieri.
Anche il settore degli accessori per lo sport ha visto una crescita non trascurabile, poiché a causa delle chiusura delle palestre e dei centri sportivi gli italiani sono stati incentivati all’acquisto di attrezzi e strumenti per svolgere attività fisica tra le mura di casa.
Le vendite di dispositivi elettronici hanno riscontrato ampio successo, probabilmente dovuto alla necessità dei cittadini di far fronte alle nuove modalità di lavoro in smart working, per il quale si ha avuto bisogno, per esempio, di monitor e tablet.
Si sono spostati sul digitale anche i consumi legati all’intrattenimento. Secondo i dati raccolti da MyBank, una piattaforma per i pagamenti online, e riportati da Axerve, sono state moltissime le sottoscrizioni ad abbonamenti alle piattaforme che offrono film, contenuti e musica in streaming, ma anche prodotti legati all’editoria.
I pagamenti online destinati alla Pubblica amministrazione italiana hanno poi visto un aumento del 94%, specialmente attraverso il sistema PagoPA, promosso dal Governo.
I settori più colpiti dalla crisi
Se per alcuni comparti del mercato è stato possibile gestire la situazione senza riscontrare troppe perdite, ci sono dei settori che, nonostante la riapertura e la ripresa dei servizi, stanno sperimentando un recupero più faticoso.
In particolare:
- Il settore dei viaggi e del turismo ha subito gravi ripercussioni. Il Bollettino dell’Enit registra un calo del 57,5% e stima un recupero totale delle perdite verso il 2023;
- Per quanto riguarda il mercato dell’auto, il Ministero dei Trasporti ha indicato una flessione del 23% sulle immatricolazioni e del 46% sulle auto vendute rispetto allo stesso periodo dello scorso anno;
- Particolarmente negativo è l’impatto del coronavirus sull’industria degli eventi, che secondo l’indagine “L’industry degli Eventi e della Live Communication di fronte alla crisi Covid19” svolta da AstraRicerche, prevede una perdita nel fatturato tra il 40% e il 60%, oltre a una ripartenza molto più lenta rispetto ad altri ambiti del mercato.
Si cerca così di promuovere sgravi e agevolazioni che incentivino le persone a investire in questi settori, come il Bonus Vacanze, promosso dal Governo italiano per rilanciare il turismo nel nostro Paese.
Gli aspetti positivi
Concludendo, se la strada per ritornare alla normalità nelle abitudini di acquisto è ancora lunga non mancano gli aspetti positivi: per esempio, anche le persone più avanti con l’età hanno potuto sperimentare le soluzioni digitali da remoto, che permettono di correre meno rischi per la salute.
Inoltre, grande è stata l’attenzione verso un’alimentazione corretta: durante la quarantena le persone hanno cercato di seguire una dieta estiva più sana, anche a scopo preventivo, e hanno razionalizzato le uscite al supermercato, evitando gli sprechi.