Il Coronavirus e le famiglie

Il Coronavirus e le famiglie

Trovare l’equilibrio fra casa, lavoro e figli

coronavirus e famiglia

11/03/2020. Da gennaio 2020 il mondo si trova ad affrontare l’emergenza COVID-19, un virus che trova origine nella cittadina di Wuhan – Cina, scoperto a seguito di casi di polmonite dalle caratteristiche sino ad oggi sconosciute. 

L’ufficialità delle notizia è arrivata il 9 gennaio e, da allora, i Paesi colpiti dal virus si sono moltiplicati. L’Italia, che all’inizio temeva per i suoi connazionali all’estero, si trova a gestire oltre 7900 casi, con più di 700 persone guarite.

L’emergenza ha costretto il Governo italiano a stabilire alcune norme di tutela per i cittadini, che nelle ultime ore sono diventate sempre più restrittive, con modifiche sostanziali dell’agire quotidiano per studenti e lavoratori. Chiuse le scuole, di ogni ordine e grado, e le università, vietati gli assembramenti con conseguente annullamento di eventi e concerti, alcuni di risonanza internazionale, come Vinitaly (che sarà a Verona dal 14 al 17 giugno) e Salone del Mobile (a Milano dal 16 al 21 giugno). 

Anche le manifestazioni sportive hanno subìto delle modifiche importanti: sono sospesi gli eventi e le competizioni di ogni ordine e disciplina, in luoghi pubblici o privati. Nel giorno del Decreto più stringente nella storia recente si è parlato anche di un blocco totale dei campionati, per evitare di mettere a rischio la salute di calciatori, staff e arbitri. A livello internazionale i calendari di sport come Formula1 e MotoGP stanno subendo variazioni. Stop anche allo sci: gli impianti nei comprensori, infatti, sono chiusi in tutta Italia. 

La situazione tocca anche altri tipi di eventi, come le funzioni religiose: messe, matrimoni, sacramenti e funerali sono rinviati o sospesi a data da destinarsi

Chiusi, infine, musei, istituti e luoghi della cultura, per evitare di creare assembramenti e tutelare sia i cittadini che gli operatori.

In tutta la Penisola alcune aziende hanno deciso di entrare in regime di smart working, per supportare i dipendenti nella gestione familiare, limitare i contatti e i possibili contagi. L’iniziativa è supportata dal governo con il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri datato 8 marzo: inizialmente riservato ad alcune aree del Nord e del Centro Italia ora è esteso a tutto il Paese.

Il provvedimento conferma l’apertura di bar e ristoranti fra le 6:00 e le 18:00 nel rispetto delle norme di distanza fra persone (minimo 1 metro), mentre “nelle giornate festive e prefestive sono chiuse le medie e grandi strutture di vendita, nonché gli esercizi commerciali presenti all’interno dei centri commerciali e dei mercati”

Le limitazioni non si fermano nei giorni feriali, in cui i gestori dei diversi esercizi devono organizzare gli spazi e il lavoro con l’obiettivo di garantire il rispetto della distanza di sicurezza: qualora le strutture non potessero rispondere a quest’obbligo, dovranno chiudere. Lo stesso vale per farmacie, parafarmacie e punti vendita di generi alimentari, dove va sempre rispettato il metro di distanza per ridurre il rischio di contagio.

Il decreto conferma quanto indicato nella precedente normativa del primo marzo in tema di smart working

La modalità di lavoro agile disciplinata dagli articoli da 18 a 23 della legge 22 maggio 2017, n. 81, può essere applicata, per la durata dello stato di emergenza di  cui alla deliberazione del Consiglio dei ministri 31 gennaio 2020, dai datori di lavoro a ogni rapporto di lavoro subordinato, nel rispetto dei principi dettati dalle menzionate disposizioni, anche in assenza degli accordi individuali ivi previsti; gli obblighi di informativa di cui all’art. 22 della legge 22 maggio 2017, n. 81, sono assolti in via telematica anche ricorrendo alla documentazione resa disponibile sul  sito dell’Istituto nazionale assicurazione infortuni sul lavoro”. 

I datori di lavoro sono chiamati a favorire la fruizione di periodi di congedo ordinario o ferie dei dipendenti, ad esclusione del personale sanitario per cui i congedi sono attualmente sospesi.

Lo smart working diventa obbligatorio nella pubblica amministrazione, mentre è in atto una mobilitazione politica e sociale per aiutare i genitori lavoratori in questo periodo di difficoltà. 

Gestire la propria famiglia in questa situazione non è semplice: vediamo insieme quali sono gli aiuti possibili e quali le recenti norme e idee a supporto delle famiglie.

Genitori al lavoro e figli a casa: un problema sociale

coronavirus e smart working

Le famiglie, in equilibrio tra scuola, lavoro, sport, tempo libero, sono in difficoltà a causa della chiusura prolungata degli istituti formativi (in tutta Italia fino al 3 aprile), centri sportivi e ricreativi. A risentirne sono sia i bambini sia i genitori, che si trovano nella difficile situazione di dover gestire figli a casa, lavorando presso le sedi fisiche o in regime di smart working

Nonni e familiari, compatibilmente con le restrizioni imposte, possono supportare mamme e papà in questi giorni complessi, anche se in molti si trovano a dover richiedere l’aiuto di baby sitter per far fronte al problema.

È anche per questo che in data 11 marzo il governo ha lo stanziamento di 25 miliardi per famiglie e imprese. La viceministra all’economia Laura Castelli, rispondendo alle richieste bipartisan, ha comunicato che è in fase di attuazione un decreto che permetta a uno dei due genitori lavoratori di assentarsi in caso di chiusura scolastica, mentre la ministra della famiglia Elena Bonetti ha avviato un piano di sostegno per le spese di baby sitting, che si dovrebbe concretizzare con un voucher apposito. L’obiettivo è attivare queste misure entro pochi giorni. 

Lo smart working per conciliare al meglio casa e ufficio

smart working

Lo smart working è una modalità di lavoro subordinato al di fuori dell’azienda, secondo orari e limiti stabiliti dal lavoratore e dal titolare. In genere, il termine si utilizza anche come sinonimo di telelavoro, anche se nella definizione le due modalità assumono sfumature diverse:

  • telelavoro: nasce negli anni ‘70 per fornire un supporto a categorie di lavoratori più fragili, come ad esempio i disabili. Alla base c’è la volontà di svolgere il proprio impiego in maniera funzionale da casa o da un luogo fisso, collegandosi alla sede centrale tramite computer o telefono negli orari di lavoro di tutti gli altri dipendenti dell’azienda;
  • smart working: la principale differenza sta nella postazione, che non è più fissa come nel telelavoro, ma mobile. Lo smart working può essere fatto da casa, da un bar, da una biblioteca, da qualsiasi sede, a patto che si porti a termine il lavoro quotidiano. Il monte ore è autogestito dal lavoratore e la modalità di lavoro smart deve essere approvata dal datore di lavoro e regolamentata da contratto.

L’attuale situazione causata dal COVID-19 ha reso evidente l’importanza della possibilità di lavorare da remoto per supportare i genitori nella gestione familiare, anche se non sempre lavorare a contatto con i figli può essere comodo: appuntamenti telefonici, riunioni, commesse urgenti, lavori amministrativi o di precisione possono essere disturbati dalla quotidianità casalinga, ma con la giusta organizzazione l’esperienza del lavoro agile è altamente positiva per la gestione familiare

Secondo una ricerca condotta da Regus, azienda leader negli spazi di coworking, circa 8 genitori su 10 rinuncerebbero a tutti i loro benefit per poter usufruire dello smart working e sarebbero disposti a cambiare lavoro nel caso si aprisse l’opportunità di un impiego flessibile.

Molte aziende, infatti, hanno deciso di venire incontro alle necessità dei loro dipendenti, in particolare mamme e papà, in questa fase complessa: la facilità di connessione alla rete internet favorisce la nostra quotidianità e permette ai lavoratori di gestire da PC le diverse attività, aumentandone anche le performance. A dirlo è una ricerca della School of Management del Politecnico di Milano del 2019, secondo cui i 305 mila lavoratori italiani in regime di smart working aumentano la produttività aziendale di almeno il 15%.

La tendenza a questo modello è molto forte all’estero, come testimonia l’Iwg global workspace survey 2019: in Italia solo il 59% delle aziende dà questa possibilità ai dipendenti, un dato distante da quello delle vicine Germania (80%), Olanda (75%) e Regno Unito (68%).

Per l’azienda questo si traduce in una riduzione dei costi e di una brand reputation più alta, che le permette di essere più competitiva anche nell’attrarre giovani talenti e professionisti, alla ricerca di una gestione più facile del rapporto lavoro-vita e di una realtà interessata alle loro esigenze e a quelle delle loro famiglie.

I dipendenti possono ovviamente gestire meglio il loro lavoro e il loro tempo dando maggior spazio alla famiglia, organizzando con responsabilità le ore dedicate al lavoro e risparmiando il tempo comunemente usato per tragitti, spostamenti, telefonate della scuola o dei nonni per dedicarsi ai propri figli nell’intimità della casa.

Azioni a supporto delle famiglie

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La situazione nazionale ha portato il governo ad assumere alcune misure di sostegno per famiglie e lavoratori in difficoltà a causa del Coronavirus. In particolare i provvedimenti hanno modificato alcune scadenze, agendo nel tentativo di supportare economicamente le famiglie. Fra i provvedimenti principali:

  • pagamento delle bollette (luce, acqua, gas) slittato al 30 aprile 2020;
  • sostegno di 500 euro mensili ai lavoratori autonomi, collaboratori, titolari di rapporti di agenzia e rappresentanza commerciale;
  • sospensione fino a 12 mesi dei ratei di mutui agevolati concessi da Invitalia alle imprese;
  • sospensione fino al 30 aprile 2020 del pagamento di cartelle di pagamento e avvisi di addebito;
  • attivazione della didattica a distanza.

In aiuto alle famiglie e a chi opera con grande sacrificio nel settore sanitario, alcuni privati hanno inoltre deciso di donare ai reparti di terapia intensiva cifre importanti per l’acquisto di strumentazione idonea e adeguata all’emergenza. Un esempio è la celebre coppia Chiara Ferragni e Fedez, che ha donato 100mila euro all’ospedale San Raffaele di Milano. L’obiettivo di 800mila euro è stato raggiunto dopo appena 5 ore, e solo nelle prime 24 ore la somma raccolta ha toccato i 3 milioni di euro. 

Giorgio Armani ha dato supporto agli ospedali Luigi Sacco, San Raffaele e Istituto dei Tumori di Milano e allo Spallanzani di Roma con una donazione di 250mila euro.

Anche il digitale può aiutare le famiglie in difficoltà e i più giovani, come dimostra il portale Solidarietà Digitale, istituito dal Governo in aiuto alle popolazioni delle zone rosse. I servizi disponibili sono a titolo gratuito e favoriscono la connessione e le comunicazioni: chiamate senza limiti, navigazioni più veloci, film, quotidiani ed e-book oltre a sistemi appositi per rendere più semplice ed efficace il lavoro agile, come Joinconference, Microsoft, AWS, Weschool, Cisco Italia e IBM. 

Comportamenti da mettere in atto per arginare il COVID-19

norme sanitarie coronavirus

Le disposizioni del Ministero della Salute in materia di COVID-19 sono precise e volte ad arginare le possibilità di contagio. Le riportiamo qui integralmente:

  • lavarsi le mani o igienizzarle con disinfettanti appositi, messi a disposizione in questa fase di allerta nei luoghi pubblici di maggiore affluenza (es. supermercati);
  • evitare il contatto con individui che soffrono di infezioni alle vie respiratorie;
  • evitare abbracci, strette di mano e contatti diretti;
  • mantenere una distanza di un metro fra individui;
  • starnutire o tossire usando un fazzoletto, per non infettare mani e spazio circostante;
  • non toccarsi il volto con le mani;
  • non usare in comune bottiglie o bicchieri;
  • non prendere farmaci antivirali o antibiotici senza una prescrizione medica;
  • pulire le superfici con detergenti e disinfettanti a base di cloro e alcol;
  • usare la mascherina solo se si è infetti o se si assiste una persona infetta.