Cos’è lo sharenting: rischi e precauzioni
L’eccessiva esposizione dei bambini sui social
Lo sharenting è un neologismo di recente coniazione (2010) formato dalla fusione delle parole “share”, ovvero condividere, e “parenting”, genitorialità e sta a indicare la tendenza dei genitori di condividere in modo costante ed eccessivo contenuti riguardanti i propri figli sui social network. I contenuti possono essere foto e video, spesso corredati di narrazioni testuali, arrivando alla pubblicazione degli aspetti più riservati, come le ecografie o altri documenti personali.
Le origini del termine sharenting sono state attribuite al Wall Street Journal, dove il fenomeno è stato definito come oversharenting, un misto di “oversharing” e “parenting”.
Questo fenomeno non riguarda solo i genitori, ma anche parenti e amici, e crea una contrapposizione tra due mondi. Da una parte le persone che visualizzano i contenuti in rete, che spesso manifestano una curiosità morbosa nel conoscere i dettagli più intimi delle persone che seguono; dall’altra le persone che pubblicano, che nel corso della giornata scattano foto o fanno video e li condividono in modo pubblico con i propri follower.
In situazioni come questa, la diffusione delle informazioni diventa difficile da controllare.
Ma ci sono altre problematiche: non solo i bambini sono troppo piccoli per dare il loro consenso, ma le tracce digitali si sedimentano sul web, andando a creare una parte dell’identità online dei minori, molto prima che questi decidano di aprire o meno un proprio profilo sui social.
Sharenting: quali sono i rischi?
I rischi legati allo sharenting sono numerosi.
La permanenza in rete di foto e video relativi ai minori è un problema spesso sottovalutato. Oltre a resistere al tempo che passa, questi contenuti finiscono per uscire dal controllo dei genitori.
È dunque possibile che qualcuno li salvi e li ricondivida senza averne l’autorizzazione.
Ciò mette i bambini di fronte ad almeno cinque tipologie di pericoli:
- Violazione della privacy e dei dati personali;
- Perdita di controllo sull’immagine del minore;
- Problemi psicologici;
- Creazione di materiali pedopornografici;
- Adescamento.
Sebbene i più piccoli non si rendano conto di queste problematiche, con il tempo l’over-sharenting può dare vita a veri e propri traumi. Venendo esposti già in tenera età al giudizio degli altri, possono soffrire di disturbi relativi all’autostima o subire attenzioni indesiderate.
Lo sharenting per la legge italiana
Sotto il profilo legale, non esiste un preciso quadro normativo sullo sharenting in Italia. Tuttavia, esistono due nuclei a cui è possibile fare riferimento:
- La legge n.219/2012 e il decreto legislativo n.154/2013. Due norme che introducono nel codice civile il concetto di “responsabilità”, intesa come cura dell’interesse del minore, abbandonando quello di potestà genitoriale;
- La cosiddetta GDPR UE ulla privacy, nata nel 2016. Oltre a stabilire che il consenso dei minori in relazione ai social è valido solo oltre una certa età (dai 14 anni in su in Italia), evidenzia la necessità di una specifica protezione per i loro dati personali.
Poiché sotto i 14 anni spetta ai genitori la responsabilità della condivisione delle foto dei bambini, sono in molti a sostenere che andrebbe introdotta una nuova legge per arginare il fenomeno dello sharenting. Ad oggi, infatti, non esiste una soglia oltre la quale la quantità di contenuti sui social è considerata eccessiva o fuori luogo. Gli esperti consigliano di affidarsi al buon senso, ma si tratta di un’indicazione che lascia ampi margini d’errore.
Tutelare i propri bambini
I genitori che intendono proteggere i propri bimbi dai pericoli dello sharenting possono seguire una serie di consigli utili.
Ecco i principali accorgimenti da tenere a mente:
- Non condividere informazioni personali, abitudini quotidiane e passioni dei propri figli;
- Approfondire le politiche sulla privacy dei siti che si utilizzano;
- Distinguere immagini private e pubbliche (ad esempio oscurando il volto dei più piccoli);
- Sensibilizzare genitori, amici e parenti.
Nonostante gli accorgimenti da seguire, non è sempre facile tenere sotto controllo la propria immagine digitale e la presenza dei propri figli sui social network. Proprio per questo, in caso di necessità o di situazioni critiche può essere utile chiedere il supporto di un esperto legale o di privacy digitale. Professionisti di questo genere, infatti, sono in grado di studiare ogni caso, suggerendo eventualmente la possibilità di sporgere denuncia o di rivolgersi alle forze dell’ordine.