I disturbi alimentari nell’adolescenza

Sempre più ragazzi soffrono di DCA come anoressia, bulimia e binge eating

disturbi alimentari nell’adolescenza

L’adolescenza è un periodo di transizione delicato. I ragazzi vedono mutare il proprio corpo e, gradualmente, anche le proprie relazioni con gli altri. Si tratta di una piccola rivoluzione personale, che provoca un turbinio di emozioni repentine, che non sempre i giovanissimi sono in grado di affrontare da soli.

Sotto il profilo emotivo, tutto ciò genera una forte vulnerabilità, specie per quanto riguarda la propria immagine corporea. In questa situazione, cresce il rischio di sviluppare complessi disturbi alimentari.

Nonostante siano insidiose e pericolose, problematiche come bulimia e anoressia nell’adolescenza possono essere affrontate e risolte, soprattutto se individuate in tempo e grazie al supporto di figure professionali.

Disturbi alimentari nell’adolescenza: le cause principali

Le cause dei disturbi alimentari possono essere molteplici. Da un lato, infatti, riguardano il rapporto col cibo; dall’altro sono legate alla condizione psicologica dei giovani.

Dietro ai sintomi si nascondono spesso tensioni all’interno delle relazioni affettivamente significative. Il disturbo, in altre parole, può essere un modo per esprimere un disagio causato da rapporti familiari tesi o da eventi traumatici vissuti nella propria cerchia di amici. Spesso, ad esempio, si presenta come conseguenza di episodi di bullismo o di body shaming.

Attenzione però: la presenza di problematiche con il cibo nell’adolescenza non significa automaticamente che il giovane soffra di un disturbo del comportamento. Ciò potrebbe rappresentare un modo disfunzionale di comunicare un conflitto, come quello tra il bisogno di dipendenza e il desiderio di autonomia.

Tra le cause ci sono, però, anche fattori correlati strettamente al cibo. Di fatto si possono ricondurre a tre motivazioni specifiche, legate a convinzioni errate o comunque disfunzionali:

  • Attribuzione di un valore estremo alla magrezza;
  • Desiderio di perfezione fisica;
  • Spinta irrefrenabile verso il cibo.

Da quanto visto, dunque, si tratta di problematiche estremamente complesse, che richiedono un trattamento specifico e l’analisi di un professionista.

Le tipologie di disturbi alimentari più diffuse

tipologie di disturbi alimentari

Più nello specifico, le forme più diffuse di DCA (Disturbi del Comportamento Alimentare) tra i giovanissimi sono:

  • Anoressia nervosa;
  • Bulimia nervosa;
  • Bigoressia;
  • Disturbo da alimentazione incontrollata (binge eating disorder).

L’anoressia si presenta spesso nella prima adolescenza, più frequentemente tra le ragazze. Chi è colpito da questo disturbo vede il proprio corpo come sgradevole e in sovrappeso e per questo intraprende diete rigide. Persino dopo aver raggiunto un peso ragionevole, i soggetti anoressici proseguono con il razionamento di cibo e bevande. Di norma il problema viene diagnosticato se la perdita di peso è superiore al 10-15%, anche se il dimagrimento può raggiungere addirittura il 50% nei casi più gravi (cachessia).

La bulimia nervosa è più difficile da riconoscere. Tale problematica, infatti, non sempre presenta una marcata perdita di peso, come nell’anoressia. Si manifesta piuttosto come un’ossessione prolungata per il cibo, che può tradursi in una spinta irrefrenabile verso di esso. Talvolta le ragazze bulimiche alternano periodi di dieta ferrea ad abbuffate. Non di rado fanno incetta di cibo, conservandolo in luoghi segreti in modo da poterlo consumare in solitudine. Questo modo di fare genera un sollievo momentaneo, ma alla lunga finisce per creare senso di colpa e disgusto.

Spesso le ragazze bulimiche mettono in atto una serie di comportamenti ricorrenti, tra cui:

  • mangiare in un periodo di tempo definito;
  • cedere ad abbuffate compulsive, con la sensazione di perdere il controllo di sé;
  • ricorrere a condotte compensatorie, come vomito autoindotto, abuso di lassativi o diuretici, digiuno ed esercizio fisico eccessivo.

Ma bulimia e anoressia nell’adolescenza non rappresentano le uniche tipologie di disturbo alimentare.

Molto diffusa è anche la cosiddetta bigoressia. Più frequente tra i ragazzi, porta ad allenarsi per molte ore a ritmi intensi e talvolta massacranti, trascurando tutto il resto. Spesso chi ne è colpito sviluppa anche un’ossessione per i nutrienti e gli integratori. Sebbene possa sembrare meno pericolosa, in realtà questa affezione finisce spesso per provocare una notevole sofferenza psicologica. L’obiettivo dei soggetti bigoressici è sviluppare una massa muscolare voluminosa e armoniosa, alla ricerca di una perfezione che tuttavia non verrà mai raggiunta.

Infine, citiamo il binge eating disorder, ovvero la tendenza a consumare grandi quantità di cibo in poco tempo, con la sensazione di perdere il controllo. Si accompagna ad emozioni dolorose, come vergogna e tristezza. Si tratta dunque di un problema molto simile alla bulimia, tuttavia in questo caso non vengono adottati comportamenti per eliminare quanto mangiato (quindi non viene indotto il vomito e non si usano i lassativi).

Disturbi alimentari: a chi rivolgersi

Psicoterapia e disturbi alimentari

Una volta individuato un disturbo alimentare nell’adolescenza, è importante capire a chi rivolgersi per risolverlo. I DCA vengono di norma trattati attraverso la psicoterapia, anche se nei casi più gravi può essere necessario un accompagnamento medico-specialistico. Proprio lo psicoterapeuta è fondamentale per trovare le cause del disagio interiore, aiutando il paziente a ricostruire le ragioni dei propri sintomi.

Oltre alla terapia, anoressia e bulimia vengono spesso combattute attraverso l’uso di alcuni farmaci antidepressivi e ansiolitici. Secondo gli esperti, tuttavia, questi si rivelano talvolta inefficaci nel lungo periodo in assenza di un lavoro introspettivo condotto insieme a un professionista.

I colloqui mirano ad avvicinare il teenager al proprio mondo interiore, in un clima basato sulla comprensione. Gradualmente, l’energia imprigionata in digiuni e abbuffate viene incanalata in comportamenti virtuosi o creativi, in grado di rimettere in moto la propria vita psichica.

È importante che i genitori non sottovalutino i segnali di un disturbo alimentare nell’adolescenza. Un passaggio che si rivela doppiamente utile se i rapporti familiari incidono sul disagio. In queste circostanze può essere utile coinvolgere l’intero nucleo familiare nel percorso psicoterapico.

Infine, la presenza di forme avanzate rende necessario l’intervento di un’intera équipe professionale, che comprende – tra le altre – le figure di medico, psichiatra, nutrizionista ed endocrinologo.