Donne e Stem: i progetti per favorire l’inclusione
L’Ue si è attivata per ridurre il gender gap nel mondo della scienza
Secondo le statistiche, i laureati in discipline Stem (Science, Technology, Engineering, Mathematics) in Italia sono appena il 24,5%, e di questi soltanto il 14,5% sono donne. I dati, raccolti nell’annuale report di OCSE “Education at a Glance 2022”, mostrano uno scenario sconfortante, dove a risaltare ancora un volta è il forte gender gap presente nel mondo dell’istruzione.
Le linee guida per potenziare le discipline Stem
Nonostante la crescente necessità di competenze digitali nel mondo del lavoro d’oggi, i ragazzi continuano a preferire altri indirizzi di studio, come le materie artistiche e umanistiche, che vantano una percentuale di preferenze del 20%. Gli studenti nel campo delle tecnologie rappresentano invece soltanto il 2% delle matricole universitarie: un dato inferiore alla media dell’Ocse del 6%.
Nelle scorse settimane il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha annunciato l’approvazione delle nuove linee guida destinate a valorizzare e potenziare le discipline Stem all’interno del sistema educativo italiano. Attraverso i fondi del Pnrr sono stati stanziati 600 milioni di euro, da investire in progetti di orientamento, con l’obiettivo prioritario di ridurre il divario di genere e incrementare il numero di donne in ambito Stem in Italia.
Gender gap Stem: un divario difficile da sanare
Oltre alla scuola, anche in campo professionale le donne continuano a essere sottorappresentate nel mondo Stem (sono solo il 29% della forza lavoro), mentre otto ruoli di leadership su dieci sono ricoperti da uomini. Anche se il numero di laureate Stem è aumentato negli ultimi anni, infatti, sono poche quelle che effettivamente finiscono a lavorare in questo campo.
Alla base di questo forte squilibrio permangono condizionamenti sociali e pregiudizi di genere che tendono a scoraggiare le ragazze a intraprendere un percorso in campo digitale e tecnologico. Il rischio è che questo mondo tenda a diventare così sempre meno aperto e inclusivo, rendendo più ampio il gender gap già esistente.
I progetti europei contro il gender gap
In tal senso, l’Unione Europea ha finanziato alcuni progetti mirati, volti a rafforzare la partecipazione delle donne alla ricerca e all’innovazione e a promuovere cambiamenti strutturali negli istituti superiori e nelle organizzazioni di ricerca.
Otto in particolare le iniziative innovative sostenute dall’UE per ridurre il divario di genere nelle materie Stem, raccontate in un opuscolo pubblicato dal servizio Comunitario di Informazione in materia di Ricerca e Sviluppo (Cordis):
- Scientix 4: raccoglie le informazioni e i risultati dei progetti Stem europei, incrementando le attività di sviluppo professionale, migliorando la creazione di comunità e stabilendo partenariati europei;
- LeTSGEPs: attiva workshop ed eventi di sensibilizzazione per sostenere l’ideazione e l’implementazione di Piani per l’uguaglianza di genere (GEP) in sei organizzazioni di ricerca in tutta Europa;
- CALIPER: aiuta organizzazioni di ricerca europee a sviluppare le GEP e incoraggia il dialogo e la collaborazione tra istituzioni accademiche, autorità pubbliche, professionisti e operatori del settore;
- R-I PEERS: contribuisce a migliorare sette GEP nelle organizzazioni di ricerca, a ridurre il divario di genere nei processi decisionali e a rafforzare l’impatto dei contenuti di genere nei programmi di ricerca;
- Critical Making: lavora per promuovere la ricerca e l’innovazione responsabile nella comunità globale di creatori, designer e ingegneri;
- EQUALS-EU: organizza campi di innovazione e hackathon, un programma di incubazione di sei mesi sull’imprenditorialità inclusiva e un bootcamp di un mese per i futuri leader dell’innovazione inclusiva di genere;
- Shemakes.eu: attraverso la formazione, il tutoraggio e gli eventi di creazione di comunità, si concentra sull’avanzamento dell’uguaglianza di genere nel settore tessile e dell’abbigliamento in Europa;
- ALLINTERACT: esplora i modi per aumentare l’impegno dei cittadini nella ricerca scientifica e per coinvolgere le giovani donne in questo obiettivo, puntando a diffondere la scienza a tutto il pubblico attraverso i social media.
Non vanno poi dimenticate le iniziative supportate dai Fondi di coesione europei, che hanno messo al centro l’educazione femminile. Basti pensare, ad esempio, ai 28mila progetti, per un valore di costo pubblico pari a 167 milioni di euro, ideati per aumentare le competenze e il livello di formazione delle ragazze: un elemento fondamentale, per incoraggiare le più giovani ad intraprendere un percorso promettente, anche in ambito tecnico e scientifico. I fondi si dimostrano così un valido strumento contro gli stereotipi di genere che, spesso, si fanno sentire anche a scuola.
Donne famose in ambito Stem: gli esempi di Curie e Cristoforetti
Nonostante tutto, sono diverse le donne famose nelle discipline STEM che nel corso dei decenni si sono distinte. Da Marie Curie, la prima donna insignita del premio Nobel nel 1903, a Margaret Hamilton, che sviluppò il software di bordo per il programma Apollo 11 per lo sbarco sulla Luna. Fino ad arrivare ai giorni nostri con Samantha Cristoforetti, l’astronauta che ha stabilito il record femminile ed europeo di permanenza nello spazio.
Esempi d’eccellenza che vogliono essere un incoraggiamento per tante giovani ad intraprendere percorsi di studio e carriere in ambito Stem, il settore chiave per un futuro del lavoro più aperto e inclusivo.