Donne che lavorano nel sociale
La missione femminile nell’universo del sociale
Fare volontariato fa bene agli altri e anche a se stessi: una verità non scritta che oggi risulta confermata dai dati. È quanto emerge dal 26° Rapporto Annuale sulla situazione del nostro Paese in termini di condizioni economiche e sociali redatto dall’Istat, che mette al centro il sistema delle relazioni di solidarietà, aiuto reciproco e collaborazione. Secondo il report, nel 2016 le persone che hanno svolto almeno un’attività gratuita sono il 13,2% della popolazione dai 14 anni in poi.
L’analisi mostra anche una correlazione tra il tempo dedicato al volontariato e il ruolo dei volontari all’interno della società; questo vale in particolare quando si parla di donne, molto sensibili ai ruoli di cura. Le single in età attiva, per esempio, sono le persone che partecipano di più alle associazioni (19%) mentre, in generale, le figlie femmine si mostrano più partecipative rispetto ai maschi coetanei.
Tra le tante ragioni che vedono giovani e meno giovani presenti nelle realtà senza scopo di lucro non si esclude l’esempio delle donne famose che si impegnano nel sociale.
Sono infatti numerose le attrici, le top-model e le altre vip che hanno sposato la causa del volontariato, dando voce e visibilità a un’esigenza che non può e non deve essere messa a tacere.
Donne e volontariato, un esempio per tutti
Non proviene da Hollywood – anche se di quel mondo ne fa ormai parte a pieno titolo – una delle giovani donne che forse meglio di tutte incarna lo spirito dell’eroina dei nostri tempi in campo di volontariato. Si tratta di Emma Watson, l’attrice britannica che ha conquistato il pubblico nei panni della talentuosa maghetta Hermione Granger nella saga di Harry Potter. Icona di bellezza e talento, Emma ha capito presto l’importanza di farsi portavoce dei più deboli.
Il suo interessamento alla causa femminile l’ha portata a diventare – già nel 2014, a soli 24 anni – ambasciatrice ONU per l’organizzazione UN Women, che si batte per la parità di genere. E la giovane non ha disatteso le aspettative nel suo autorevole ruolo di Goodwill Ambassador. Tra i suoi interventi più famosi – e che più hanno contribuito alla sensibilizzazione delle donne per il sociale – c’è l’apertura della campagna #HeForShe, durante la quale ha messo in evidenza il contributo che proprio gli uomini possono dare nel percorso verso la parità.
Le attrici italiane impegnate nel sociale
Anche in Italia non mancano donne di carattere che dedicano buona parte del loro tempo agli altri, impegnandosi a promuovere progetti nel sociale. Tra loro Barbara Rossi, cui è andato il premio Hack per l’impegno in difesa delle donne vittime di violenza.
A esporsi per la difesa dei diritti sociali, civili e ambientali sono state, in più occasioni, anche le attrici Valeria Golino – assidua partecipante delle campagne di Greenpeace – e Alba Rohrwacher, che qualche anno fa ha partecipato ad un film girato a basso impatto ambientale, gettando luce sulla sostenibilità nell’ambito della produzione audiovisiva.
Fare del bene agli altri fa bene a se stesse
Se le vip ispirano sempre più emulazioni, le vere protagoniste delle attività nel sociale sul territorio nazionale sono le donne di tutti i giorni, che sempre più numerose si dedicano a fare del bene. Sarà perché, come sottolinea l’Istat, il volontariato sembra contagiare positivamente anche il resto della vita: chi aiuta gli altri dà alla sua giornata un giudizio complessivamente migliore.
Il senso di piacere emerge in tutti gli intervistati, ma la maggiore intensità la dichiarano le persone che si prodigano per gli altri pur essendo in situazioni più precarie: individui in cerca di lavoro, anziani, residenti in territori disagiati sono coloro che ricavano i maggiori benefici dal contatto con il mondo dell’associazionismo.
Se avete il desiderio di donare il vostro tempo e le vostre abilità a chi ne ha più bisogno ma non sapete da dove cominciare, vi diamo qualche consiglio utile. In una fase iniziale si suggerisce di riflettere sul motivo che spinge a fare volontariato. L’esperienza di mettersi al servizio degli altri può nascere da diverse esigenze: per esempio, per mettersi alla prova in un contesto nuovo, oppure per condividere competenze o doti, o ancora, in altri casi, per conoscere nuove persone e stringere amicizie.
Una volta chiarite queste ragioni, il passo successivo è cercare un’organizzazione che sia in linea con la propria missione e i propri valori. Esistono associazioni che sposano le cause più diverse: là fuori c’è sicuramente quella che fa per voi.
Un ultimo suggerimento è di non sovraccaricarvi: all’inizio l’entusiasmo può portare a dedicare un numero di ore che non si concilia bene con il resto delle attività quotidiane. Piuttosto di correre il rischio di scoraggiarsi e lasciar perdere prematuramente, partite gradualmente con un impegno di una o due ore a settimana.
Quello del volontariato al femminile, dunque, è un universo che merita maggiore attenzione, proprio in funzione del suo contributo, che è importante e particolarmente significativo all’interno della società.