Donne e vino: i “nodi” del settore

Donne e vino: i “nodi” del settore

La presenza femminile nel comparto vitivinicolo

Le donne e il vino

Molestie, disuguaglianza nelle retribuzioni e difficoltà nel conciliare lavoro e vita privata. Sono questi i nodi che emergono nel primo studio sul gender gap nel settore vitivinicolo italiano condotto dall’università di Siena e promosso dall’associazione Donne del vino e dall’Unione italiana vini. I risultati sono stati presentati lo scorso 19 ottobre durante il forum Wine2Wine, in occasione del Vinitaly Special Edition.

Stando all’indagine, negli ultimi tre anni in otto cantine su 58 è stato registrato almeno un episodio di intimidazione, abuso o violenza nei confronti di una donna. I casi, però, sono probabilmente più numerosi: molte persone scelgono infatti di non denunciare, per timore di perdere il proprio posto di lavoro.

L’origine dello studio, d’altra parte, è legato proprio a un episodio di body shaming avvenuto all’inizio di quest’anno, quando Laura Donadoni, giornalista ed esperta del settore vinicolo, è stata attaccata in rete per il suo aspetto fisico.

Le donne nel settore vitivinicolo: i numeri

Le donne e il lavoro nel settore vitivinicolo

Ma l’indagine è stata anche l’occasione per fare il punto sulla presenza femminile nel comparto. Come è facile immaginare, le donne sono attive soprattutto nei campi più legati ai servizi: rappresentano il 64% nell’amministrazione e nelle risorse umane, il 76% nell’area commerciale, comunicazione e marketing e l’80% nell’agriturismo e nella ristorazione. Ridotta, invece, la presenza nell’agricoltura (10%) e in cantina (17%).

Interessante vedere anche le percentuali di donne con il ruolo di responsabile lungo la filiera. Qui la situazione cambia parzialmente. Nonostante il loro numero ridotto, le donne responsabili nell’agricoltura e in cantina rappresentano, rispettivamente, il 16 e il 34% del totale. Nella ristorazione sono invece il 46%: ciò significa che in quest’area le donne sono sottorappresentate rispetto al numero di addetti.

Uno dei dati più scoraggianti riguarda però gli stipendi. La diseguaglianza emerge soprattutto ai vertici: solo il 2% delle donne guadagna più di 2.500 euro netti al mesi, contro il 5% degli uomini.

Un ultimo tema è quello del rapporto tra vita privata e lavorativa. Quasi otto donne su cento rinunciano alla propria carriera dopo essere diventate madri, mentre la metà delle aziende intervistate non ha una politica precisa in relazione al congedo parentale.
Nonostante la presenza delle addette e delle imprenditrici nel settore vitivinicolo sia sempre più importante – come abbiamo evidenziato nel nostro articolo “le donne del vino in Italia”, data anche la crescente “terziarizzazione” del comparto – la strada verso la parità di stipendio è ancora lunga.