Gli effetti del telelavoro
Lavorare da casa: ecco i pro e i contro
La recente pandemia di Covid-19 ha costretto moltissime persone a rivoluzionare la routine di tutti i giorni, includendo le proprie occupazioni (e preoccupazioni) professionali all’interno delle mura domestiche e rivoluzionando gli spazi della casa.
Si tratta però di una tendenza già in atto da qualche anno: basti pensare che, secondo l’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano, nel 2019 i lavoratori da remoto in Italia erano 570 mila, con un incremento del 20% rispetto al 2018. La stessa ricerca dimostra come, per quanto riguarda gli studi professionali, il 78% delle grandi realtà e il 75% di quelle di medie dimensioni abbiano adottato iniziative strutturate o informali di lavoro agile.
Numeri importanti, che interessano la qualità di vita di molte persone e che fanno sorgere la domanda: quali sono i pro e i contro del telelavoro?
Vantaggi e svantaggi del lavoro da casa
Sono tanti i vantaggi apportati del telelavoro: tra questi, la riduzione dei consumi per i mezzi di trasporto, più tempo a disposizione (prima speso per gli spostamenti) e in certe occasioni una maggiore flessibilità per quanto riguarda gli orari.
Il lavoro da remoto, inoltre, può avere un impatto positivo sulla parità di genere, come sottolineato in un recente articolo del Sole 24 Ore. Secondo la ricerca “Smart working: work flexibilty without constraint”, riportata dal quotidiano, questa modalità permette di bilanciare lavoro e famiglia. Gli uomini stessi, passando più tempo in casa, dedicano più impegno alle faccende domestiche.
Tuttavia, sono numerose le preoccupazioni sulle conseguenze negative del telelavoro e sui suoi svantaggi sulla salute, anche a lungo termine.
Stando a quanto riporta Iodonna.it, da uno studio intitolato “Technology and the Evolving World of Work”e pubblicato da Lenovo, è emerso come il 71% dei lavoratori in smart working lamenti mal di testa, dolori alla schiena e insonnia. Senza dimenticare le ricadute psicologiche portate dalla riduzione dei contatti sociali e dall’isolamento.
Lavorare a pc da casa: i problemi fisici
Dolori e contratture sono i più comuni e sono dovuti in particolare alla postura, talvolta sbagliata, che si adotta alla scrivania. A casa spesso non si hanno sedie adeguate e postazioni che rispettino i regolamenti di sicurezza sul luogo di lavoro. Tra i problemi più comuni si ricorda ad esempio la sindrome del “tech neck”, che provoca l’infiammazione della cervicale.
Inoltre, tenere a lungo lo sguardo sullo schermo del computer causa arrossamenti agli occhi e scrivere a lungo sulla tastiere può invece dare luogo a dolori al polso e alle mani.
Tra gli effetti del lavorare/studiare a casa non va sottovalutato il problema dell’obesità. In questo caso, come suggeriscono gli esperti, bisogna prestare particolare attenzione alla dieta: è necessario prestare attenzione a ciò che si porta a tavola, per supportare la salute fisica e psicologica. Ottime per la produttività le vitamine del gruppo B, che restituiscono energia e concentrazione. La vitamina B6, in particolare, contrasta l’insonnia e permette un riposo migliore.
Un altro aspetto da non trascurare è poi l’esposizione all’elettrosmog negli ambienti indoor. Gli esperti consigliano di posizionare sistemi Wi-Fi, Bluetooth e reti senza fili negli angoli dell’abitazione meno frequentati. Se si utilizza il cellulare per lavoro mentre si è a casa, si suggerisce invece di usare le cuffiette oppure effettuare le telefonate in viva voce, in modo da tenere lontano il telefono dalla testa.
Attenzione anche ad eventuali infortuni domestici, che durante il periodo di smart working potrebbero aumentare in correlazione alla maggior quantità di tempo passato a casa.
Telelavoro, gli svantaggi da un punto di vista psicologico
Qual è l’impatto del lavoro da remoto sulla mente? Secondo una ricerca effettuata a maggio da LinkedIn su un campione di 2mila persone, il 46% degli intervistati si è detto più stressato rispetto al tradizionale lavoro in ufficio. La metà delle persone prese in esame ha dichiarato di essere rimasta operativa per un’ora in più ogni giorno. Il 27% ha poi denunciato problemi di sonno, mentre il 26% ha riscontrato un calo della concentrazione.
Lo smart working può essere un’opportunità, ma non bisogna dimenticare le ricadute negative sul benessere. Occorre dunque dosare le ore di lavoro in ufficio e quelle a casa, con accordi contrattuali più flessibili, valorizzando i vantaggi di questa modalità ed evitando gli effetti che mettono a rischio la salute.