Gas o induzione, quale scegliere?

Gas o induzione, quale scegliere?

La guida per prendere la decisione giusta per la tua cucina

Gas o induzione, quale scegliere

Gas o induzione, quale scegliere? Se si vuole cambiare piano cottura, ma si è indecisi su quale delle due tipologie puntare, una prima valutazione si può fare partendo da una lista di pro e contro di ciascun modello. Vediamo insieme le principali differenze, i vantaggi e i punti critici dei piani cottura alimentati a gas e dei piani cottura a induzione.

Differenza tra piano di cottura a gas e a induzione

piano cottura a gas

La differenza sostanziale tra i piani a gas e quelli ad induzione consiste nel tipo di alimentazione utilizzata per fornire il calore che serve alla cottura dei cibi.

I piani cottura a gas vengono realizzati in acciaio e sono caratterizzati dalla presenza di quattro o cinque fuochi. La fiamma generata dalla combustione del gas trasmette calore alla pentola, cuocendo così le pietanze.

I piani ad induzione sono invece costituiti da una superficie in vetro e funzionano con l’energia elettrica. A differenza però di quanto avviene con i modelli in vetroceramica (anch’essi elettrici, ma profondamente diversi da quelli ad induzione), il calore viene convogliato e trasmesso direttamente al fondo delle pentole attraverso apposite bobine che producono dei campi magnetici.

Pro e contro dei piani cottura a gas

I modelli a gas sono ancora oggi la soluzione più diffusa. Sono sistemi facili da usare, familiari a quasi tutti e per questo piuttosto economici.

Nella fase di acquisto va considerato sia il numero dei bruciatori che la loro potenza: quelli più piccoli si attestano attorno ai 1.000 W, mentre quelli di maggiori dimensioni superano i 3.000 W. Ognuno è adatto a un tipo di cottura differente. Esistono inoltre modelli con più corone concentriche, da cui escono le fiamme, assicurando una migliore distribuzione del calore e un’ottima preparazione dei cibi.

Attenzione poi ai materiali: in commercio sono a disposizione piani di cottura in acciaio antigraffio e antimacchia, per una maggiore resistenza nel tempo. Ovviamente va valutata anche l’estetica, in modo che il modello si adatti al contesto d’arredo.

Infine, bisogna considerare la presenza di dispositivi capaci di ottimizzare le prestazioni e di garantire un livello più elevato di sicurezza: nei sistemi di ultima generazione, ad esempio, quando la fiamma si spegne inavvertitamente l’alimentazione si interrompe in automatico.

I pro di un piano cottura a gas

  • facilità di utilizzo
  • soluzione classica e “consolidata”
  • è economico rispetto ad altre tipologie
  • funziona con ogni tipo di pentola.

I contro di un piano cottura a gas

  • bisogna prestare attenzione al collegamento del gas: meglio rivolgersi a un professionista
  • nonostante i dispositivi di sicurezza integrati negli ultimi modelli, l’utilizzo del gas può essere problematico
  • l’efficienza non sempre è ottimale e la dispersione è elevata
  • difficoltà nella pulizia.

Pro e contro dei piani cottura a induzione

piano cottura a induzione

I piani cottura a induzione si differenziano da quelli a gas perché impiegano l’energia elettrica. Hanno un rendimento molto alto – ciò permette di ottimizzare i consumi – e, potenzialmente, sono degli strumenti green, se la casa è alimentata da fonti rinnovabili, come il fotovoltaico.

Si tratta di una soluzione performante: si cucina velocemente e i tempi di cottura sono ridotti rispetto alle alternative. Il design è un’altra caratteristica dei piani ad induzione, che risultano eleganti e minimal, rispondendo ad un gusto più moderno.

I comandi digitali sono solitamente molto semplici e permettono di sfruttare le funzioni più avanzate in modo intuitivo.

In un’abitazione, poi, la sicurezza è un fattore fondamentale. L’assenza di fiamme libere e il fatto che toccando la superficie del piano al di fuori del raggio d’azione della pentola non ci si possa in alcun modo scottare rendono i piani ad induzione molto sicuri, limitando gli incidenti che possono avvenire tra le mura di casa, anche ed in particolar modo gli incidenti domestici dei bambini.

Non avendo elementi in rilievo, come griglie e fuochi, la pulizia del piano risulta particolarmente agevole. Per le macchie più semplici e gli aloni basta inumidire un panno o usare una spugnetta morbida, asciugando il tutto con un po’ di carta assorbente. Se lo sporco è più ostinato, invece, si può usare del detersivo per piatti oppure un raschietto ad hoc. Al contrario, meglio evitare la lana d’acciaio e le spugnette abrasive, che potrebbero rovinare il piano.

I pro dei modelli a induzione

  • tempi di cottura ridotti
  • meno dispersioni di calore
  • design moderno
  • comandi digitali semplici
  • funzioni avanzate intuitive da usare.

I contro dei modelli a induzione

  • il prezzo di acquisto è solitamente più alto rispetto ai modelli a gas
  • bisogna procurarsi pentole ad hoc
  • occorre valutare con attenzione l’assorbimento di kW alla massima potenza.

Domande frequenti sul consumo dei piani cottura

Gas o induzione, la scelta più economica

A livello economico cosa conviene, il gas o l’induzione?
Per quanto riguarda l’induzione, bisogna considerare che la fornitura elettrica standard domestica di base, quella da 3 kW, potrebbe non essere sufficiente se il piano viene utilizzato in modo intensivo, accendendo tutti i fuochi oppure se si impiegano in abbinamento altri elettrodomestici energivori.

Un sistema di questo tipo in attività assorbe perciò carichi di corrente notevoli e pertanto bisogna mettere in conto che, per installarne uno, potrebbe essere necessario potenziare la fornitura elettrica, portandola a 4,5 o, meglio ancora, a 6 kW.

L’induzione è più economica del gas?
Parlando di consumi una cosa da considerare è anche l’efficienza del sistema impiegato. In effetti, mentre il rendimento di un piano ad induzione si aggira attorno al 90%, quello di un classico fornello a gas può arrivare al massimo al 40-55%.

In Italia, però, il costo dell’energia elettrica è più alto rispetto a quello di altri Paesi e questo ha contribuito, almeno in parte, a frenare la diffusione dell’induzione, che invece altrove, dove l’elettricità è a più buon mercato, si è imposta con maggior velocità.

Ma quanto consumano nel concreto i piani cottura?
Proviamo ad azzardare una stima molto semplificata, supponendo di consumare circa 400 kWh di calore effettivo all’anno per cucinare.

Un piano ad induzione, con un’efficienza pari al 90%, avrà bisogno di 450 kWh per ottenerli. In bolletta un kWh si traduce in un costo di circa 0,30 euro (dati 2022), pari a poco più di 130 euro di spesa. A questo si dovrà eventualmente sommare circa una settantina di euro in più all’anno per l’aumento del contratto da 3 a 6 kW (solo se necessario), ed il costo iniziale di passaggio e attivazione.

Per riuscire ad ottenere con il gas i 400 kWh “in pentola” (ipotizzando un’efficienza del 50%), dovrai consumarne circa 800 kWh, che equivalgono più o meno a 76 metri cubi (mc) di gas. Allo stato attuale un mc costa all’utente italiano 0,9 euro, quindi l’esborso finale sarà inferiore ai 70 euro. A livello economico è dunque un’opzione interessante, anche se le recenti tensioni internazionali stanno facendo crescere il prezzo del combustibile.

La scelta, dunque, va fatta con accuratezza, valutando con attenzione i pro e i contro.