Halloween, origini e tradizioni
Una festa “da brividi” sempre più celebrata anche in Italia
Pur non essendo originaria del nostro Paese, la tradizione di Halloween è ormai diffusissima e consolidata: il 31 ottobre si intagliano le zucche, i bambini e i ragazzi indossare un costume e giocano al classico “Dolcetto o scherzetto?” mentre per gli adulti i locali organizzano feste e menù a tema. Ma quali sono le sue origini e da dove è nata questa tradizione?
Le origini di Halloween
Per capire perché si festeggia Halloween bisogna tornare indietro nel tempo, all’antico Samhain, una specie di capodanno celtico che veniva posto come separazione tra il periodo estivo e quello invernale.
Le sue origini sono dunque legate all’Irlanda, e non agli Stati Uniti come molti immaginano.
Stabilire chi ha inventato Halloween è dunque impossibile: non esiste una persona alla quale si deve la ricorrenza, ma un insieme di tradizioni e leggende che con il tempo si sono consolidate.
Fortemente connessi all’Irlanda sono anche alcuni dei richiami rimasti in epoca recente.
Quali sono i simboli di Halloween?
La prima risposta è la zucca intagliata. Si prende questo ortaggio, lo si svuota del contenuto, si scolpiscono occhi, naso e bocca e infine si inserisce una candela all’interno come decorazione.
Anche questa usanza risale a una leggenda irlandese, più precisamente a quella di Jack-o’-Lantern, un fabbro ubriacone che, secondo il mito, riuscì a ingannare il diavolo.
La storia di Jack-o’-Lantern
Il fabbro irlandese, che era astuto e avaro, incontrò il diavolo al pub una sera mentre era ubriaco. Il suo stato di ebbrezza stava per fargli consegnare l’anima al demonio ma, prima che questo accadesse, Jack chiese al maligno di trasformarsi in una moneta per un’ultima bevuta, per poi consegnargli la sua anima: il diavolo obbedì e Jack mise subito il soldo nel suo borsello, accanto ad una croce d’argento che impedì al maligno di tornare alla forma originaria. Pur di superare questa condizione, il diavolo promise di non infastidire Jack per i successivi dieci anni.
Il diavolo tornò alla scadenza della promessa e l’astuto fabbro gli chiese di cogliere una mela dall’albero, incidendo poi una croce alla base dell’albero stesso in modo che il diavolo non potesse più scendere dal melo: dopo una lunga discussione, il diavolo, pur di scendere, propose all’uomo di risparmiargli l’inferno.
Ma Jack, una volta morto, a causa dei suoi peccati non riuscì ad accedere al Paradiso: a quel punto, il diavolo lo respinse anche dagli inferi, costringendolo la sua anima tormentata a vagare senza destinazione, in compagnia di un tizzone datogli dal diavolo (impossibile da spegnere) e inserito in una rapa. In quella che poi divenne la notte di Halloween, il fabbro fu costretto a vagare alla ricerca di un rifugio e, per respingerlo, gli abitanti cominciarono a porre una rapa illuminata fuori dalla casa.
Quando questa tradizione si diffuse negli Stati Uniti, si decise di ripiegare sulle zucche dato che le rape erano meno comuni.
Cosa significa la parola Halloween?
L’origine del termine è stata a lungo discussa. Secondo alcuni esperti si tratta della contrazione di “All Hallows’ Eve”, dove Hallow sta per la parola Santo. La vigilia di tutti i Santi, dunque, considerando che il primo novembre (Ognissanti) in inglese è l’All Hallows’ Day.
Per capire l’importanza di questo giorno bisogna risalire alla cosmologia celtica: i Celti erano prevalentemente pastori e la loro vita era cadenzata dall’allevamento del bestiame. Alla fine della stagione estiva erano soliti riportare le greggi a valle per prepararsi all’arrivo dell’inverno: per questo motivo, il loro “capodanno” era posizionato a inizio novembre, con l’avvio della stagione più buia e fredda, e non il primo gennaio. L’antico Samhain deriverebbe dal termine gaelico “samhuinn”, la fine dell’estate (a livello di suono, è molto vicino a summer’s end).
Le origini di “Dolcetto o scherzetto?”
L’aspetto un po’ lugubre della festa lo si deve all’essenza stessa di Halloween: la morte era il tema principale della ricorrenza.
I Celti credevano che Samhain chiamasse a sé gli spiriti dei morti, i quali vivevano in una terra chiamata Tir nan Oge, e che queste forze misteriose potessero unirsi al mondo dei vivi.
Lasciavano dunque in omaggio ai defunti del cibo in tavola per evitare che questi potessero fare loro dei dispetti: ed è da questa usanza che si è arrivati all’attuale “dolcetto o scherzetto”.
Il richiamo all’aldilà è comunque rimasto evidente e non a caso il 2 novembre è il giorno dedicato al culto dei morti.
Tradizioni simili ad Halloween in Italia
Una festa simile ad Halloween è l’antica festa di Sant’Andrea celebrata in alcuni comuni della Sardegna. Durante la notte del 30 novembre, gli adulti vagano per le vie dei paesi facendo rumore con arnesi e coltelli spaventando i ragazzi e i bambini, che nel frattempo girano con delle zucche intagliate e illuminate andando per le case dove ricevono dolci e frutta.
L’uso delle zucche intagliate era diffuso anche in Toscana e nel nord del Lazio, si pensa a partire da metà dell’800 fino a pochi decenni fa: nella cultura contadina, tra agosto e ottobre, si faceva il “gioco dello zozzo”: si svuotava e si intagliava una zucca, mettendoci dentro una candela. La si metteva poi sopra un muretto o nell’orto con dei vestiti, per simulare un mostro e spaventare i bambini.
Stessa cosa in Lombardia, in Liguria, in Emilia e in tutta la pianura padana: fino a circa metà degli anni ‘50, la tradizione prevedeva che durante l’autunno si usassero delle zucche, forate e illuminate con lumini o candele, per impaurire i viandanti di notte ed esorcizzare la paura della morte. Le zucche illuminate (chiamate lumera o lumassa) venivano posizionate infatti nelle strade più buie e vicino a chiese e cimiteri.