L’iniziativa del Decreto Rilancio per sostenere il turismo italiano

bonus vacanza 2020

Il Decreto Rilancio, varato per sostenere famiglie e aziende italiane nella ripresa economica post Covid-19, prevede fra le sue normative l’istituzione del bonus turismo per rilanciare le imprese di un settore cardine del tessuto produttivo nazionale.

Come abbiamo visto nel nostro articolo Turisti in Italia: la ricerca della bellezza, il settore del turismo è da sempre uno dei più floridi, tanto che nel 2019 aveva registrato un +4% rispetto agli anni precedenti. La cultura, l’arte, i paesaggi e le peculiarità del territorio italiano hanno da sempre affascinato il pubblico straniero, che non solo sceglie l’Italia come meta per le proprie vacanze, ma durante il soggiorno alimenta l’economia nazionale spendendo all’incirca 120 euro al giorno a persona.

L’emergenza sanitaria legata al Covid-19, la chiusura degli aeroporti, il blocco degli spostamenti e le restrizioni dei viaggi hanno creato un danno importante all’intero segmento: Confturismo e Confcommercio, come ricordato dal quotidiano La Stampa, hanno stimato un calo di presenze pari a 31,6 milioni solo nel periodo fra il primo marzo e il 31 maggio. Una stima più recente di Cassa depositi e prestiti, Ey e Luiss, ripresa dal Corriere della Sera, prevede una perdita, per l’intero 2020, di 10 miliardi di euro in termini di ricavi.

Secondo Confturismo, inoltre, anche durante la Fase Due saranno pochi gli italiani a viaggiare e gli spostamenti saranno minimi sia per le distanze, sia nella durata. L’organizzazione ha attestato che solo il 32% degli italiani è disposto ad andare in vacanza, ma comunque non oltre un periodo di tre giorni e in una zona abbastanza vicina alla propria casa. Per il 15% dei connazionali la decisione dipende dall’incertezza economica.

Per andare incontro alle famiglie dal basso reddito e rilanciare il turismo nazionale, il nuovo Dpcm ha stanziato 4 miliardi di euro a sostegno di imprese e lavoratori del settore. Fra questi, 2,4 miliardi sono riservati al bonus turismo 2020.

Bonus vacanze 2020: come funziona

bonus turismo

Il bonus turismo istituito dal Decreto Rilancio prevede che le famiglie con determinati requisiti di reddito possano ricevere un rimborso sulle spese di soggiorno, a patto che si rispettino alcune precise procedure.

Il rimborso sarà diversificato in base al nucleo familiare:

  • 500 euro per famiglie formate da tre o più componenti;
  • 300 euro per nuclei di due persone;
  • 150 euro per i single.

Il bonus turismo, inoltre, segue un preciso procedimento nelle modalità di spesa ed erogazione:

  • la quota deve essere spesa per un’unica impresa ricettiva, agriturismo o b&b;
  • la spesa deve essere confermata da una fattura elettronica o da un documento commerciale, dove va aggiunto il codice fiscale della persona che usufruisce del credito;
  • il pagamento del soggiorno non deve essere legato a portali web, ma solo a imprese, tour operator e agenzie di viaggio;
  • Il bonus non va speso in più tranche, ma in un’unica soluzione.

In sintesi, per poterlo richiedere occorre prenotare le proprie vacanze in imprese ricettive e bed&breakfast sul territorio italiano tramite tour operator o agenzie. Nessuna possibilità, quindi, per chi utilizza piattaforme Internet.

All’atto del pagamento del totale viene applicato uno sconto dell’80% direttamente dalla struttura, mentre il 20% restante potrà essere recuperato in un secondo momento grazie alla dichiarazione dei redditi 2020.

Proviamo a chiarire ora uno a uno i diversi punti che compongono il bonus turismo: a chi spetta, i requisiti, come e dove richiederlo.

A chi spetta il bonus vacanze 2020

bonus turismo 2020

Tra i requisiti per ricevere il bonus turismo 2020 c’è il vincolo del periodo di prenotazione: è infatti valido per i soggiorni in Italia fra il primo luglio e il 31 dicembre 2020.
Come abbiamo visto possono fare richiesta famiglie composte da uno o più componenti a patto che l’Isee (Indicatore della situazione economica equivalente) dichiarato sia inferiore ai 40mila euro.

Come richiedere l’Isee: requisito fondamentale

Per attestare il proprio Isee e usufruire del bonus vacanze 2020 è necessario richiederlo presentando un’adeguata documentazione agli uffici competenti. I documenti necessari e comuni a tutti coloro che intendono fare domanda per l’Isee sono:

  • codice fiscale e documenti di identità del dichiarante e dei familiari;
  • documenti che attestano i redditi dell’anno precedente;
  • documenti che riguardano il patrimonio mobiliare e immobiliare;

Ci sono inoltre una serie di documenti che fanno riferimento a situazioni specifiche. Bisogna quindi individuare la propria casistica tra le seguenti:

  • in caso di immobili esteri, la dichiarazione del valore Ivie (Imposta sul valore degli immobili esteri) degli stessi;
  • copia dell’eventuale contratto d’affitto e dell’ultimo canone versato;
  • atto ufficiale di donazione di immobili, per richieste di prestazioni sociosanitarie residenziali;
  • certificazione della quota capitale residua dei mutui stipulati per l’acquisto e/o la costruzione degli immobili di proprietà;
  • certificati di invalidità se presenti e documentazione delle spese per eventuali ricoveri in strutture residenziali e per l’assistenza;
  • targa o estremi di registrazione al PRA (Pubblico Registro Automobilistico) e/o al RID (Registri Imbarcazioni da Diporto) di autoveicoli e motoveicoli con una cilindrata pari o superiore a 500cc, di navi e imbarcazioni posseduti alla data di presentazione della dichiarazione.

I documenti vanno poi presentati a un CAF (Centro di Assistenza Fiscale) per l’elaborazione.

Bonus vacanze 2020: come e dove richiederlo

come richiedere bonus turismo

Come e dove richiedere il bonus vacanze? Il voucher viene direttamente applicato alle famiglie idonee, al momento del saldo del soggiorno.

In caso di false dichiarazioni, l’Agenzia delle Entrate provvederà a riscuotere il dovuto con maggiorazioni legate alle sanzioni.

La percentuale di sconto applicata dalla struttura le viene restituita per intero sotto forma di credito d’imposta: le imprese perderanno così la somma nell’immediato, ma potranno in seguito riscattarla e cederla a terzi, fra cui gli istituti di credito. In questo modo il bonus avvantaggia sia le famiglie, sia le imprese, per una ripartenza condivisa.