Intervista a Marianna Miola, fondatrice di Meryon a Padova
Come trasformare quello che si considera un difetto in una virtù? Ce lo racconta in questa intervista la giovane Marianna Miola, CEO e Founder di Meryon, il centro di bellezza a Padova che non è come gli altri. Il segreto di Marianna? Una formazione all’estero, tanta grinta e un obiettivo: far sentire belle, dentro e fuori, le persone.
Qual è stata la tua formazione professionale?
Il mio sogno dopo il liceo era fare la truccatrice, ma in Italia non è un mestiere inserito in un albo professionale. Così dopo aver finito le superiori, ho frequentato 2 anni di formazione in Estetica a Padova e poi ho deciso di partire per studiare make up a Londra. L’ho fatto anche per dimostrare ai miei genitori, i quali avevano dei dubbi nei confronti della mia aspirazione, che avrei dato il massimo per il mio progetto.
A Londra ho imparato l’inglese (non senza qualche difficoltà!) e mi sono specializzata nei trattamenti di ciglia e sopracciglia, ampliando la mia visione sulla “bellezza”.
Come è nato il progetto del tuo negozio, Meryon?
Dopo qualche tempo che lavoravo a Londra come manager in un’azienda del mondo del beauty, sono rientrata in Italia e ho iniziato a offrire consulenze e trattamenti come freelance. Poi ho vinto un master a New York e ho colto l’occasione per approfondire ancora gli studi nel mio campo. Una volta tornata a Padova ho deciso di aprire da zero una mia impresa e così, nel 2019, è nato Meryon: il mio negozio, che ha sede in centro, vicino a Porta Altinate.
Il tuo obiettivo è fare “riscoprire il concetto di bellezza: non quella generale, stereotipata, omologata, ma la bellezza peculiare di ognuno di noi”. Perché questa scelta?
Quando sono partita per il Regno Unito avevo in mente un’idea di bellezza che era stereotipata.
Quando sono arrivata a Londra, che è una grande metropoli, abitata da tante persone di culture diverse, ho potuto scoprire bellezze da tutto il mondo e ho cambiato la mia visione.
Ognuno di noi ha una propria bellezza, unica e inimitabile. Molto spesso, per sentirsi meglio con se stessi, si tratta solo di valorizzarla. Quelli che a volte sono indicati come “difetti”, in realtà sono delle virtù nascoste. Ad esempio avere gli occhi ravvicinati è considerata una pecca, ma se si fa un’analisi delle forme e delle simmetrie del viso, è possibile mettere in risalto lo sguardo e tutti noteranno la bellezza di quegli occhi e non il fatto che sono troppo vicini. Non c’è bisogno di ricorrere alla chirurgia plastica per questo. Sentirsi più belli e piacersi influisce a livello psicologico e ci fa stare molto meglio.
Il mio obiettivo è far star bene le persone.
Quali sono gli ostacoli principali che hai incontrato come imprenditrice e come li hai superati?
Ne sintetizzo tre:
- Proporre trattamenti ancora poco conosciuti, anche se si tratta di un vantaggio competitivo, in realtà all’inizio è stato difficile, perché non avevo pubblico. Ho studiato un approccio al mondo del beauty che in Italia fino a qualche anno fa non esisteva. Sta cominciando a diffondersi adesso e io l’ho portato a Padova.
- Essere giovane, anche questo dovrebbe essere un pregio… ma in realtà le persone non credevano che io potessi avere un mio negozio a soli 27 anni e un curriculum così qualificato. Le prime clienti mi trattavano con sufficienza, come se avere un mio centro e un team alle mie dipendenze non fosse abbastanza credibile per farmi trattare da professionista!
- Dover fare i conti con la burocrazia. In Italia è un labirinto e per fortuna mi sono affidata a consulenti competenti, che mi hanno aiutata ad aprire la mia impresa. Parlo di commercialisti e avvocati, che mi hanno consigliata e guidata passo passo.
Nonostante le difficoltà, ha giocato a mio favore il fatto che il confronto tra il prima e il dopo un mio trattamento è molto evidente. Dopo aver provato i miei servizi le persone si sono ricredute (e hanno creduto in me) quando si sono viste più belle!
Il tuo team è composto principalmente da donne: qual è il valore aggiunto?
È stato difficile trovare qualcuno che sposasse il mio progetto di “rendere più belle le persone”.
Ho fatto un corso di “DNA branding” per capire come scegliere le ragazze del mio team sulla base dei valori della mia impresa e della mia filosofia. È importante scegliere qualcuno che sia diverso da te, ma allo stesso tempo affine.
Oggi lavorano con me ragazze dai caratteri diversi e dotate di competenze specifiche sui vari trattamenti. Il valore aggiunto è che siamo tutte giovani e piene di energia per scommettere su un futuro da cambiare.
Quali consigli daresti a chi vorrebbe intraprendere il tuo stesso percorso?
A chi mi chiede rispondo con una domanda “Se tu avessi una giornata libera, a che cosa non rinunceresti mai?”.
Ecco, bisogna individuare quella cosa che ci appassiona e che non ci stancheremmo mai di fare, anche quando diventa il nostro lavoro.
Un consiglio che mi sento di dare è quello di avere il più possibile cultura generale e continuare a formarsi e aggiornarsi sempre. Un altro suggerimento è quello di imparare l’inglese, perché conoscere una lingua straniera ti dà una marcia in più e ti permette di seguire specialisti internazionali nel tuo ambito.
Sui social milioni di immagini ci abituano a standard di bellezza impossibili, qual è il tuo punto di vista su questo canone irraggiungibile?
Mettere un filtro su Instagram non costa niente. Fare palestra, mangiare sano, regalarsi un trattamento di bellezza richiede tempo, energie e investimenti, ma è l’unica strada.
Sentirsi belli è il traguardo di un percorso. Io sono molto attiva sui social per diffondere un messaggio di bellezza inclusivo: ho creato una campagna per le mie creme solari che aveva come testimonial donne con corpi “normali”, con cicatrici, cellulite e smagliature. Abbiamo bisogno di prenderci cura del nostro corpo perché è unico, come la bellezza che sa sprigionare se solo noi glielo permettiamo.