La parità di genere nei Paesi terzi

La parità di genere nei Paesi terzi

L’impegno italiano per favorire le pari opportunità

parità di genere nei Paesi terzi

Favorire la parità di genere, ridurre il gender gap e promuovere l’empowerment femminile sono obiettivi ambiziosi che deve essere condivisi in ottica internazionale non soltanto per finalità solidaristiche, ma anche per il miglioramento delle relazioni tra i diversi Stati e il benessere della popolazione nel suo complesso.

Anche l’Italia sta svolgendo un ruolo attivo in questo ambito, mettendo in campo misure, progetti e iniziative per raggiungere l’obiettivo 5 dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Ecco come si è intervenuti.

Soluzioni per la parità di genere: aiuto in ambito umanitario e sanitario

politiche di coesione per l'uguaglianza

Da qualche anno è stata istituita un’agenzia che si occupa della promozione di attività legate allo sviluppo internazionale, all’aiuto pubblico e al supporto in occasione di emergenze umanitarie: si tratta dell’AICS (Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo), vigilata dal ministero degli Affari Esteri.

Stando a quanto messo in luce dal Bilancio di genere per l’esercizio finanziario 2020 curato dal ministero dell’Economia e delle Finanze, l’AICS ha finanziato le organizzazioni internazionali mettendo a disposizione 53 milioni di euro a sostegno del fondo globale destinato alla lotta contro l’Aids, la tubercolosi e la malaria.

L‘Africa è il continente che ha ricevuto le risorse più consistenti. Per quanto riguarda le nazioni, Afghanistan, Somalia e Siria sono quelle che hanno ottenuto i fondi più elevati. In questi territori il finanziamento è stato destinato a sostenere iniziative per promuovere la parità di genere e contrastare le disuguaglianze tra uomini e donne, incentivando attività di aiuto umanitario (tramite progetti relativi alla lotta alla violenza tra i due sessi) e di supporto sanitario oltre che sostenendo iniziative per migliorare le condizioni di vita di donne di ogni età. Alcuni fondi sono stati destinati a supportare forme di aiuto in ambito bancario e finanziario.

Della somma complessiva di risorse finalizzate a realizzare interventi per la parità di genere – nel 2020 ammontavano a 1,5 milioni di euro – una quota importante (700mila euro) è stata destinata a sostenere un progetto per la gestione della migrazione in Niger: in questo Paese è stata in particolare incentivata l’assistenza alla salute riproduttiva di migranti e di persone vulnerabili. Sempre in Niger, nella regione di Tahoua, un fondo di 450mila euro è stato dedicato alla promozione dei diritti delle donne e delle ragazze.

Sono stati inoltre promossi progetti di empowerment femminile, con diversi fronti di intervento:

  • all’interno di un programma interamericano sono stati previsti 100mila euro per favorire la democrazia e le forme di leadership delle donne;
  • sono stati impegnati 97mila euro per sostenere il progetto bilaterale “Mediterranean Network Women Mediators (MNWM)”, a supporto delle donne che vivono nella Striscia di Gaza. L’obiettivo dell’iniziativa, più in generale, è accrescere il numero di figure femminili coinvolte nell’opera di peacemaking;
  • per il rafforzamento della mediazione nel conflitto nei Paesi ASEAN (di cui fanno parte Brunei, Cambogia, Filippine, Indonesia, Laos, Malesia, Myanmar, Singapore, Thailandia, Vietnam) è stata stanziata all’associazione “Women in International Security (WIIS)” una somma pari a 58mila euro.

Paesi terzi, quali sono

Questi finanziamenti si rivolgono ai Paesi terzi, un termine che sta ad indicare quei Paesi che non fanno parte dell’Unione Europea, in cui i cittadini non usufruiscono del diritto di libera circolazione. In molti di questi territori c’è ancora molto da fare sotto il versante del divario tra i due sessi: in particolare Suriname, Bolivia, Messico, Paraguay e Guatemala fanno parte dei Paesi con meno parità di genere, in cui risulta più urgente intervenire con misure ad hoc.

Parità di genere, Obiettivo 5

progetti empowerment femminile

Per cercare di migliorare la situazione attuale, promuovendo l’uguaglianza e la valorizzazione delle donne, facendo progredire la scolarizzazione delle ragazze e l’inserimento femminile nel mercato del lavoro, è necessario dare concretezza all’Obiettivo 5 dell’Agenda 2030, concepito per eliminare ogni forma di discriminazione contro donne e ragazze, riconoscendone i diritti giuridici e promuovendo la loro partecipazione alla vita pubblica ed economica.

Più nel dettaglio, l’Obiettivo 5 ha come finalità:

  • la soppressione di ogni forma di violenza nei confronti di donne e bambine;
  • l’abolizione di pratiche abusive, come il fenomeno delle spose bambine;
  • il riconoscimento e la valorizzazione del lavoro domestico.

Per raggiungere l’uguaglianza di genere, inoltre, è necessario lavorare sull’accesso universale alla salute sessuale e riproduttiva, da considerare un diritto fondamentale. Obiettivo 5 pone inoltre l’accento sull’importanza, per le donne, di poter richiedere le risorse economiche per dare concretizzazione a progetti imprenditoriali. In questa linea, si inserisce anche il rafforzamento dell’utilizzo di tecnologie utili a favorire il processo di emancipazione.

Promuovere questi progetti all’interno dei Paesi terzi può aiutare a migliorare le condizioni di vita e le prospettive per il futuro di moltissime donne: si tratta quindi di un impegno che non può essere trascurato.