Lavori socialmente utili
Quali sono i lavori socialmente utili?
Si sente spesso parlare di lavori socialmente utili (LSU), ma non sempre è ben chiaro di cosa si tratta e soprattutto delle dinamiche che li governano.
Sul sito web dell’Inps, alla pagina dedicata, i lavori socialmente utili sono definiti come “tutte le attività che hanno per oggetto la realizzazione di opere e la fornitura di servizi di utilità collettiva, mediante l’utilizzo di particolari categorie di soggetti”.
Categorie e compensi per i lavori socialmente utili
Come stabilisce il decreto D.Lgs 150/2015, vengono coinvolti in questi progetti i lavoratori in cassa integrazione e i disoccupati con più di 60 anni che non abbiano ancora maturato il diritto al pensionamento. Per sostenere il lavoro sul territorio, i lavoratori socialmente utili vengono impiegati nel comune di residenza e le ore obbligatorie da assolvere sono proporzionate in rapporto all’indennità fornita e alla tipologia di mansione svolta.
A promuovere i lavori socialmente utili sono solitamente gli organismi della Pubblica Amministrazione: enti pubblici economici, società a prevalente base pubblica e cooperative sociali. Ogni anno viene stipulata una convenzione tra le singole Regioni e il ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali che definisce le varie tipologie di mansioni disponibili e il numero di lavoratori che saranno coinvolti. Dato che svolgere lavori di questo tipo non comporta instaurare un rapporto di lavoro, chi presta servizio per i lavori socialmente utili non viene cancellato dalle liste di mobilità, nelle quali vengono inserite le persone licenziate collettivamente dalle imprese con oltre 15 dipendenti per cessazione, trasformazione o riduzione di attività; oppure licenziate individualmente, per le stesse motivazioni, dalle imprese che abbiano in forza anche meno di 15 dipendenti.
Ma quali sono gli stipendi dei lavori socialmente utili? dal punto di vista fiscale, infatti, i compensi hanno trattamenti differenti in base al reddito complessivo e all’età di chi li percepisce. Per approfondire le opzioni di sussidio il consiglio è di visitare la sezione dedicata sul sito dell’Inps, dove si possono trovare tutte le informazioni necessarie.
Le tipologie di lavori socialmente utili
Nella categoria dei lavori socialmente utili rientrano attività numerose e di diversa natura, a seconda di quanto stabilito di anno in anno nell’accordo tra Regioni e Ministero. Tuttavia, una panoramica completa si trova nel testo di Legge 196/1997, dove all’articolo 22-Delega al governo per la revisione della disciplina dei lavori socialmente utili- sono elencate le aree di riferimento all’interno delle quali svolgere i progetti in questione
- Servizi alla persona, con particolare riferimento alle fasce d’età dell’infanzia, dell’adolescenza e della vecchiaia; così come la riabilitazione e il recupero di tossicodipendenti, portatori di handicap e interventi mirati a trattare le devianze sociali.
- Valorizzazione del patrimonio culturale ed artistico, mediante attività di promozione, allestimento e custodia di strutture museali ed espositive, il riordino di archivi, la custodia e la vigilanza di impianti e attrezzature sportive, di centri sociali e socio-assistenziali.
- Salvaguardia dell’ambiente e tutela del territorio; di quest’ultima fanno parte un grande numero di mansioni legate alla raccolta differenziata, alla gestione di discariche e impianti per il trattamento dei rifiuti solidi urbani e alla manutenzione del verde pubblico. Interventi strategici per il benessere della collettività si rendono poi necessari nella manutenzione della rete idrica, nel miglioramento del sistema dei trasporti e nella bonifica di aree industriali dismesse.
La differenza tra lavori socialmente utili e di pubblica utilità
Se i progetti lavorativi di cui abbiamo trattato finora sono stati originariamente introdotti per sostenere persone cassaintegrate o disoccupate e prive di trattamento previdenziale, non vale lo stesso per i lavori di pubblica utilità. È importante fare chiarezza su questi due istituti, che hanno una natura completamente diversa tra loro. I lavori di pubblica utilità, infatti, sono definiti dal ministero della Giustizia come “una sanzione penale consistente nella prestazione di un’attività non retribuita a favore della collettività da svolgere presso diverse tipologie di enti”.