Le principali donne pittrici nella storia dell’arte
Un viaggio alla scoperta delle grandi artiste
Così come in molti ambiti della vita, anche nell’arte non è stato sempre semplice, per le donne, trovare lo spazio che meritavano. Eppure i primi riferimenti a pittrici nella storia dell’arte emergono addirittura in Plinio il Vecchio, che a tal proposito riporta alcuni nomi interessanti, tra cui Timarete, Olympas, Iaia e Kalypso.
Si ritiene però che fino al XVI secolo il contributo femminile sia stato piuttosto marginale, anche se nel Medioevo i pittori venivano raramente menzionati personalmente. In altri campi, tuttavia, le donne erano maggiormente considerate, ad esempio come illustratrici di libri, ricamatrici o esponenti di corporazioni miniaturistiche.
Le donne nell’arte rinascimentale ricevono però un improvviso riconoscimento, con una serie di grandi nomi che riescono finalmente a farsi largo in un ambiente dominato da uomini. Le pittrici donne del ‘500 e del ‘600 contribuiscono a scrivere la storia: Artemisia Gentileschi, italiana di scuola caravaggesca vissuta durante la metà del XVII secolo, fu tra le prime a contestare l’idea che vedeva solo gli uomini nel ruolo di artisti. Come sottolineato da Elle, sono tante le pittrici barocche e non solo che hanno cambiato il corso della cultura mondiale. Ecco qualche nome.
Il simbolo di un’epoca: Artemisia Gentileschi
Artemisia Gentileschi (1593-1656) fu una delle artiste più apprezzate e conosciute della sua epoca. Dal padre, anch’egli pittore, prese il rigore nel disegno, aggiungendovi la capacità di riprendere i tratti delle opere del Caravaggio, fortemente contraddistinte dagli effetti teatrali.
Gentileschi è però entrata nella storia anche per la sua determinazione: vittima di stupro da parte del “collega” Agostino Tassi, decise di denunciare la violenza in un periodo in cui sembrava impossibile farlo, diventando così un simbolo del femminismo ante litteram.
Per verificare la veridicità delle sue affermazioni, infatti, fu costretta a una lunga serie di visite e a un interrogatorio sotto tortura, così da velocizzare, secondo gli usi di allora, l’accertamento della verità. Tra le torture previste, la cosiddetta “sibilla”, ossia legare i pollici con delle cordicelle che, con l’azione di un randello, si stringevano sempre di più fino a distruggere le falangi.
Era una donna impegnata in una costante ricerca dell’indipendenza e dell’affermazione artistica, pronta a combattere i pregiudizi incontrati nel cammino.
Pittrici donne del ‘500 e del ‘600
Ma sono tante altre le pittrici del ‘500 che hanno lasciato il segno. Sofonisba Anguissola (1531-1625) fu una delle primissime esponenti femminili della pittura europea e una delle maggiori artiste donne nell’arte rinascimentale. Discendente di una famiglia nobile, riuscì a farsi strada nel mondo dell’arte a differenza delle sue sorelle: ben quattro, infatti, provarono questa carriera. Il suo stile fu fortemente segnato dagli insegnamenti di Bernardino Campi, che si rifaceva al manierismo in voga nell’Italia settentrionale tra ‘500 e ‘600. Fu molto attiva nelle corti italiane, grazie alla sua competenza letteraria e musicale e ci sono giunte le corrispondenze con i più famosi artisti dell’epoca: il suo nome è citato nelle “Vite” di Giorgio Vasari su spinta di Michelangelo Buonarroti, che la riteneva estremamente talentuosa.
Lavinia Fontana (1552-1614), figlia del pittore manierista Prospero Fontana, crebbe nella bottega del padre, dove riuscì a frequentare anche i Carracci, che ebbero una grande influenza su di lei. La sua fama di ritrattista fu notevole sin da giovane grazie all’accuratezza dei particolari, ma volle mettersi in gioco anche con soggetti mitologici, biblici e sacri. Bolognese di nascita, ebbe a Roma i suoi maggiori successi, quando venne chiamata da Gregorio XIII per eseguire moltissimi lavori per la corte papale.
Tra le pittrici famose del ‘600 si ricorda un’altra “figlia d’arte”, Elisabetta Sirani (1638-1665), che divenne nota per le sue rappresentazioni di temi sacri e di natura allegorica. Aveva una tecnica inconsueta per il suo tempo: abbozzava i soggetti con schizzi veloci, andando poi a lavorare sul tratto con l’acquarello. Per sfatare la leggenda che non fosse lei ad effettuare i suoi dipinti, decise di eseguire in pubblico e alla presenza dei suoi committenti alcune opere allontanando così ogni sospetto e confermando che anche le donne potevano essere pittrici apprezzate.
Altri nomi importanti sono:
- Fede Galizia (1578-1630), che ha realizzato l’iconica Giuditta con la testa di Oloferne;
- Giovanna Garzoni (1600-1670), grande pittrice e miniaturista, vissuta a Venezia, Napoli, Parigi e Roma;
- Ginevra Cantofoli (1618-1672), autrice di Giovane donna in vesti orientali.
Tante artiste, dunque, che hanno aperto la strada alle loro colleghe del futuro, di tutto il mondo: dalla svizzera Angelika Kauffmann (1741-1807) alla francese Berthe Morisot (1841-1895), dalla polacca Tamara de Lempicka (1898-1980) alla messicana Frida Kahlo (1907-1954).