Leadership femminile e sanità

I dati in Italia e nel mondo

leadership femminile nella sanità

In Italia le donne rappresentano quasi il 64% del personale del sistema sanitario nazionale. Eppure solo il 16,7% occupa un posto nella direzione generale.

Bastano questi numeri – emersi dal rapporto Osservatorio sulle aziende e sul sistema sanitario italiano OASI 2019 – per capire quanto sia difficile, per le professioniste in questo campo, raggiungere posizioni di rilievo all’interno delle realtà di settore.

Il rapporto tra leadership femminile e sanità è dunque particolarmente complesso, in Italia come nel resto del mondo: pregiudizi e stereotipi sono ostacoli che impediscono alle donne di conquistarsi un ruolo in linea con le loro competenze.

Si tratta di un nodo importante da sciogliere: la parità di genere nei diversi ambiti lavorativi, e non solo, è uno degli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile dell’ONU, programma redatto nel 2015 dai governi dei 193 Paesi membri delle Nazioni Unite per delineare la strada verso un mondo più equo.

Donne leader nella sanità: la situazione nel mondo

Secondo quanto sottolineato nel report “Delivered by Women, Led by Men: A Gender and Equity Analysis of the Global Health and Social Workforce“, pubblicato a marzo del 2019 sul sito dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), nel mondo le donne rappresentano il 70% del personale nella sanità, ma di queste solo il 25% occupa un ruolo da leader.

Non solo: il gender pay gap (ovvero il divario retributivo rispetto agli uomini) nel comparto è pari al 26% nei Paesi ad alto reddito e al 29% negli Stati con reddito medio: un valore superiore rispetto agli altri settori professionali.

In generale, secondo quanto evidenziato nel documento dell’OMS, le donne occupano un numero limitato di posizioni di rilievo e ottengono meno riconoscimenti per il lavoro svolto. In ultima analisi hanno scarse probabilità di avanzare nella loro carriera.

Tanti i problemi incontrati dalle professioniste della sanità, ad esempio:

  • molte società associano al management caratteristiche considerate “maschili”, come competitività e autorevolezza;
  • in molte aree del mondo per le donne è difficile accedere a tutte le professionalità sanitarie, dal momento che vengono associate soprattutto al ruolo d’infermiera, figura percepita come subalterna;
  • anche quando una donna riesce a raggiungere una posizione apicale all’interno dell’organizzazione in cui lavora, spesso percepisce che la sua opinione è presa meno in considerazione rispetto a quella dei colleghi uomini.

È il fenomeno del “soffitto di cristallo” (glass ceiling), che indica come discriminazioni e ostacoli “invisibili” di carattere psicologico, culturale e sociale, impediscano a determinate categorie di persone di raggiungere i piani più alti, ovvero i ruoli apicali all’interno di un’organizzazione.

La leadership femminile nell’ambito della sanità in Italia

Donne nella sanità in Italia

Secondo quanto riportato nel rapporto OASI 2019, in Italia le donne medico sono il 44% del totale, ma rappresentano solo il 16% dei direttori di unità operativa. A questo proposito emergono ancora forti differenze a livello regionale, soprattutto per quanto riguarda le specializzazioni.

Se l’Emilia Romagna è la regione più all’avanguardia, con il 24% di direttrici donne, al secondo posto troviamo la Sardegna (23%) e a seguire il Lazio (22%). Il Veneto è in coda alla classifica con il 10%.

Per quanto riguarda, invece, le discipline a livello nazionale, le direttrici di farmacia sono la maggioranza (69% sul totale), mentre nelle specializzazioni mediche il dato oscilla tra il 10 e il 20%.

La percentuale arriva a zero se si parla di ortopedia e cardiochirurgia.

Il numero di professioniste in ambito sanitario è cresciuto negli ultimi decenni e questo ci fa ben sperare, ma c’è ancora molto da fare.

Le donne sono penalizzate soprattutto nelle nomine e nei colloqui. Secondo quanto ipotizzato nel documento, questo fatto può dipendere dal pregiudizio dei selezionatori oppure nella minore capacità, da parte delle donne, di esprimere pienamente il loro valore, perché messe di fronte a una situazione di svantaggio in partenza.

Leadership femminile e sanità: come risolvere il problema?

Donne nella sanità

Un primo passo in avanti per risolvere il gender gap nella sanità è stato fatto con l’introduzione, nel 2011, della legge Golfo-Mosca sull’inserimento delle quote di genere nei consigli di amministrazione di società quotate a partecipazione pubblica: la rappresentanza femminile ai vertici di queste realtà è passata in sei anni dal 6% al 36%.

Tuttavia l’intervento normativo all’interno delle organizzazioni non basta: occorre anche agire a livello culturale, andando a combattere i pregiudizi di genere e a valorizzare le carriere delle donne, tanto quanto quelle degli uomini.

È importante anche creare solidarietà, con iniziative concrete come Donne Leader in Sanità, un network pensato per cancellare le disuguaglianze.

Donne Leader in Sanità ha firmato il Manifesto per un maggiore equilibrio di genere in sanità, che mira al raggiungimento di almeno il 40% di donne nel top e middle management delle organizzazioni pubbliche e private operanti nel comparto.

Riassumendo, le modalità che si possono adottare per raggiungere il traguardo dell’equità sono:

  • la creazione di associazioni e reti;
  • il coinvolgimento d’istituzioni e rappresentanti politici;
  • l’organizzazione di eventi e ricerche sul tema.

Iniziative importanti e necessarie per valorizzare i talenti e le competenze delle tante professioniste che lavorano nel campo della sanità. Per rendere migliore la vita (e la salute!) di tutti noi.