La lotta alla mortalità infantile nel mondo

La lotta alla mortalità infantile nel mondo

Le iniziative in programma finanziate grazie ai fondi di coesione

La lotta alla mortalità materno-infantile nel mondo

La lotta alla mortalità materno-infantile nel mondo è uno degli obiettivi dei fondi di coesione. L’impegno si concentra su uguaglianza di genere ed empowerment femminile, con il sostegno alle agenzie delle Nazioni Unite attive nel contrasto alla mortalità infantile.

Le somme maggiori in questa direzione negli ultimi anni sono state destinate all’ente delle Nazioni Unite per l’uguaglianza di genere e l’empowerment delle donne (UN Women), del Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (UNFPA), della Global Partnership for Education (GPE) per programmi destinati alla scolarizzazione delle bambine (rispettivamente 2,5 milioni di euro) e del Programma congiunto multi-donatore UNFPA/UNICEF che mira al contrasto delle mutilazioni genitali femminili (2 milioni di euro).

La mortalità infantile nel mondo

Secondo quanto riportato sul portale dell’Istituto superiore della sanità, sono circa 4,5 milioni le donne e i neonati che muoiono, ogni anno, per fattori che potrebbero essere prevenuti attraverso, ad esempio, un’assistenza sanitaria adatta. Tra loro, la metà delle vittime è rappresentata da bambini deceduti entro i 28 giorni dalla nascita (2,3 milioni).

Dal punto di vista geografico, le zone del mondo più colpite dal fenomeno sono l’Africa Sub-Sahariana e l’Asia centrale e meridionale: tra i Paesi maggiormente in difficoltà, si ricordano India, Nigeria, Pakistan, Repubblica Democratica del Congo, Etiopia e Bangladesh.

Inoltre, stando agli ultimi numeri, la riduzione della mortalità materna e neonatale sta via via rallentando, soprattutto nelle aree soggette a guerre e conflitti interni.

Salute e benessere materno, l’impegno italiano

Promuovere la salute e il benessere infantile: gli interventi

Anche l’Italia ha destinato alcuni stanziamenti al miglioramento delle situazioni più gravi sul fronte della salute e del benessere infantile. Ad esempio, in Myanmar è stata promossa l’iniziativa “Women and Girls First Programme – Phase II (2020 – 2022)” che permetterà al Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione di realizzare interventi mirati alla prevenzione e alla risposta alla violenza di genere, di assicurare l’accesso alle cure di salute mentale e ai servizi psicosociali per le sopravvissute alla violenza e di garantire i diritti alla salute sessuale e riproduttiva delle donne, di tutte le fasce d’età o con disabilità, delle persone Lgbt e di appartenenti a gruppi marginalizzati nelle aree di conflitto.

La salute materno infantile è stata al centro anche di progetti in Africa Orientale. In Somalia, attraverso il contributo al Fondo Fiduciario delle Nazioni Unite per la Somalia (UN-MPTF) per il finanziamento del Programma Paese UNFPA 2018-2020, la Cooperazione Italiana contribuisce a ridurre la mortalità materna e infantile tramite l’accesso a servizi di salute materna e riproduttiva di qualità e attività legate alla pianificazione familiare. Il programma, inoltre, ha lo scopo di prevenire la diffusione della mutilazione genitale femminile e di alleviarne le conseguenze sulle sopravvissute.

Il contrasto alla mortalità infantile in Africa

L’impegno è volto a favorire servizi sanitari integrati

Un altro esempio di interventi di contrasto alla mortalità infantile in Africa è quello del Sudan: il progetto “SESAMAI – Sostegno alle politiche sanitarie nazionali e ai servizi di salute materno-infantile” vuole contribuire ad un incremento della capacità delle istituzioni sudanesi a livello centrale e decentrato nell’elaborazione di politiche sanitarie, in particolare in ambito materno-infantile, inclusi gli aspetti programmatici e gestionali. Il nuovo programma si concentra sulla salute riproduttiva della donna e la salute neonatale, promuovendo servizi sanitari integrati, attraverso la formazione del personale sanitario e il supporto scientifico e metodologico alla ricerca applicata. Il programma intende sostenere inoltre il quadro legislativo sudanese approvato nel 2020 per la lotta contro le mutilazioni femminili.

In Etiopia, invece, l’intervento “I primi 1000 giorni. Garantire servizi sanitari di qualità a mamme e bambini della South Omo Zone” ha l’obiettivo di contribuire a ridurre la mortalità materna, neonatale e dei bambini sotto i cinque anni, in particolare legate alla malnutrizione nella South Omo Zone. Anche il progetto “ESSERE Donna – Empowerment, Salute Sessuale e Riproduttiva, Emancipazione. Promozione dei diritti di salute sessuale e riproduttiva in Senegal” si prefigge di migliorare la salute sessuale e riproduttiva delle donne e sostenerle nell’esercizio dei loro diritti.

Questi esempi mostrano quanto sia importante sostenere la sfera del materno-infantile, un ambito che merita di ricevere attenzione, supporto e finanziamenti mirati. Per il bene delle bambine e dei bambini, delle donne e degli uomini di oggi e di domani.