Mamme casalinghe, la situazione in Italia

Mamme casalinghe, la situazione in Italia

Una risorsa preziosa per il nucleo familiare

mamme casalinghe

Essere mamma è un impiego a tempo pieno a cui, spesso, le donne devono aggiungere altri compiti, che possono riguardare una carriera professionale o, diversamente, la cura dei propri cari e dell’ambiente domestico.

È il caso delle mamme casalinghe, che si occupano a tempo pieno dei figli, della casa e della famiglia, ma che non sempre vedono riconosciuto, sia moralmente sia economicamente, il loro lavoro.

Secondo un rapporto Istat pubblicato nel 2017, fino a quella data, le persone che si dichiarano casalinghe in Italia erano 7 milioni e 338 mila, di cui il 42,1% viveva in una situazione di coppia con figli. L’età media era pari a 60 anni, solo l’8,5% del totale era rappresentato da donne giovanissime, sotto i 34 anni. Secondo un’indagine di Federcasalinghe, al dato Istat vanno aggiunte circa 1 milione e 500 mila donne che sono casalinghe, ma non si dichiarano tali. Sono donne fra i 18 e 38 anni, spesso con titoli di studio medio-alti, che hanno scelto di vivere la maternità in modo pieno, e che non sono riuscite a trovare un’occupazione retribuita.

Ordinare la casa, preparare il pranzo, portare i figli dal medico, a scuola o nei centri sportivi sono attività che rappresentano solo in minima parte l’universo di mansioni a cui le mamme casalinghe sono chiamate. Il lavoro della mamma casalinga, per utilizzare delle similitudini, è simile a quello di una manager, di un’analista di dati, di una creativa e di un’addetta al controllo e alla gestione di processi e risorse.

Il loro principale compito è quello di organizzare la casa e la famiglia in termini economici (gestione delle bollette e del bilancio familiare, analisi delle spese e delle necessità) e affettivi (supporto ai figli e al partner, ai genitori e ai suoceri) per garantire alle persone che amano sostegno, amore e una spalla su cui poter sempre fare affidamento. Dedicarsi alla famiglia non è quindi una strada facile, anzi: significa donare le proprie competenze ed energie agli altri e alle loro esigenze, spesso mettendo se stesse in secondo piano.

Stando ai dati, sono circa 2.539 le ore di lavoro non retribuito che le casalinghe portano avanti tutto l’anno, aiutate solo in alcuni casi dai propri familiari, dal partner e dai figli. La famiglia dovrebbe essere infatti un microcosmo in cui tutti sono chiamati a contribuire, in base alle proprie possibilità e capacità, ma non sempre è così.

Oltre al partner, agli zii e ai nonni, anche i bambini possono collaborare alle più piccole commissioni o lavoretti di casa, traendone diversi vantaggi: mostrare ai più piccoli che le faccende domestiche, i problemi e i lavori si affrontano come una squadra, li aiuterà a sviluppare le loro capacità di relazione, li farà sentire indipendenti e aumenterà la loro autostima. Sentiranno, quindi, di essere parte della casa e capiranno di rappresentare una risorsa preziosa per i loro genitori, su cui questi ultimi potranno sempre contare.

La suddivisione equa dei compiti, inoltre, permette di educare i più piccoli all’uguaglianza: papà e mamma, fratelli e sorelle sono chiamati in egual misura a prendere parte alle faccende, portando avanti i propri compiti con precisione. Questo insegnamento aiuterà i bambini a non vedere differenze di ruoli fra i genitori e aiuterà ad eliminare le differenze di genere fin dalla più tenera età.

Stipendio mamme casalinghe: sussidi e opportunità

stipendio delle mamme casalinghe

Nel 2014 il portale americano Salary.com, come riportato anche da Repubblica, ha cercato di analizzare tramite un algoritmo quale avrebbe potuto essere la cifra adatta a retribuire le mamme casalinghe e il risultato è stato davvero significativo: tutti i compiti da loro svolti, infatti, porterebbero ad uno stipendio di quasi 7mila euro mensili, pari ad oltre 80mila euro annui.

In Italia la stessa stima è stata calcolata dal portale ProntoPro.it nel 2017, specializzato in preventivi: in base ai calcoli, la retribuzione delle mamme casalinghe italiane potrebbe arrivare a 3mila euro.

Da molti anni il dibattito sulla possibilità di retribuire mensilmente il lavoro domestico continua ad interessare l’opinione pubblica: stando al già citato rapporto Istat, la situazione economica delle famiglie con madri casalinghe nella maggior parte dei casi non è positiva. Le entrate da un reddito unico, quello del partner, porta spesso queste famiglie a vivere vicino alla soglia di povertà e rende difficile per le donne emanciparsi. Lo studio Istat ha infatti evidenziato come solo il 38,9% delle casalinghe sposate o in coppia possieda un bancomat o una carta di credito.

Fra le ragioni principali della richiesta di uno stipendio, oltre al riconoscimento delle ore effettivamente passate a lavorare in famiglia, c’è anche la possibilità di essere indipendenti dal coniuge e padrone al 100% della propria vita e delle proprie scelte.

Sebbene uno stipendio mensile non sia ancora stato stabilito, alcuni sussidi statali possono fornire un aiuto economico alle mamme casalinghe che, in base ai requisiti richiesti, possono usufruirne per alleggerire le spese familiari. Fra questi:

  • Bonus mamma domani: prevede 800 euro per ogni futura mamma. La richiesta può essere fatta da ogni donna a partire dal settimo mese di gravidanza. Sebbene la misura non riguardi solo le mamme casalinghe, può comunque essere un valido aiuto per chi vive in situazioni di difficoltà;
  • Bonus bebè: l’importo oscilla fra i 960 euro e i 1.920 euro. L’assegno viene corrisposto ogni mese fino al primo anno del bambino, sia esso un figlio naturale, adottato o in affidamento preadottivo. In quest’ultimo caso il sussidio non è un aiuto pensato per le sole mamme casalinghe, ma può fare la differenza nel budget familiare da loro gestito;
  • Social card: corrisponde ad un assegno di 80 euro che viene accreditato su un’apposita carta con cadenza bimestrale per chi ha un figlio di almeno tre anni e un ISEE inferiore ai 6.863,29 euro. La richiesta va fatta presso gli uffici postali.

Oltre alla riflessione in merito allo stipendio, c’è anche quella legata alla pensione per mamme casalinghe, oggi soggetta a particolari requisiti. Per accedervi è necessario essere iscritte al fondo casalinghe INPS che richiede precise caratteristiche:

  • età fra i 16 e i 65 anni;
  • svolgimento di attività di cura familiare;
  • assenza di pensione diretta;
  • assenza di rapporti di lavoro che prevedono l’iscrizione ad altro ente o cassa previdenziale.

L’importo è calcolato secondo il sistema contributivo e il versamento mensile minimo è di 25,82 euro, che equivalgono a un mese di retribuzione. La pensione per casalinghe può essere affiancata all’assegno sociale.

Assegno di maternità per mamme casalinghe, disoccupate o precarie

assegno di maternità per mamme casalinghe

Come abbiamo visto nel nostro articolo L’assegno di maternità per mamme casalinghe, disoccupate o precarie, per le donne disoccupate e per le casalinghe che hanno avuto un figlio è possibile richiedere al proprio Comune l’assegno di maternità, che non è cumulabile con gli altri sussidi sopraelencati. L’ammontare dell’assegno è pari a 309.11 euro mensili, a cui si ha diritto per un periodo di 5 mesi (1.545,55 euro in totale).

Un’ulteriore forma di sostegno al reddito per le mamme casalinghe è poi l’assegno di maternità INPS, il cui importo varia in base all’andamento dei prezzi e degli stipendi, di cui viene fatta una media.

In entrambi i casi la richiesta deve essere fatta entro 6 mesi dalla nascita del bambino da cittadine italiane, comunitarie residenti in Italia o extracomunitarie con regolare permesso di soggiorno CE, ovvero a lungo termine.

I lavori extra per le mamme casalinghe

aiuto economico per mamme casalinghe

Una mamma casalinga ha già molto da fare durante la giornata, ma non è raro che riesca a ricavarsi un po’ di tempo per qualche attività extra. Non mancano, infatti, delle opportunità lavorative che possono essere svolte da casa, permettendo alle mamme casalinghe di accudire al meglio i propri figli e procurarsi un’entrata.

Per le amanti della scrittura, ad esempio, c’è la possibilità di intraprendere collaborazioni come blogger o articoliste da remoto, gestendo in totale autonomia il proprio lavoro. Anche il settore delle vendite dà a molte donne questa possibilità, in particolare nel caso dei network legati al mondo della bellezza e della salute; o, ancora, i call center, che permettono alle operatrici di lavorare direttamente da casa.

Le mamme casalinghe possono proporsi inoltre come baby sitter per aiutare altre mamme, o nel ruolo di dog e cat sitter. Chi ha la passione degli animali e vive in una casa con giardino può anche pensare di accogliere qualche amico a quattro zampe mentre il suo padrone è in vacanza o in viaggio di lavoro, magari creando una piccola pensione per animali domestica. L’impegno che richiede la gestione di un animale è grande, perciò la scelta va ponderata con attenzione e tenendo ben presenti le proprie possibilità.

In caso di mamme casalinghe abili nel cucito o nella produzione di prodotti particolari come ad esempio oggetti o gioielli artigianali, è possibile anche creare un piccolo e-commerce o una pagina social, da gestire magari insieme ad altre mamme. Questo permetterà di ampliare la propria rete, sfogare la creatività e unire due progetti importanti: la gestione della propria famiglia e quella della propria attività.