Materiale per gli ipovedenti: come comunicare con successo

Lettura, scrittura e ipovisione: quali sono i supporti più utilizzati?

Display Braille per i ciechi

Nel nostro Paese, secondo i dati dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti riportati dall’Ansa, sono presenti circa 360mila ciechi assoluti e un milione e mezzo di ipovedenti tutelati dall’associazione stessa.

Qual è la differenza tra ciechi e ipovedenti?

I primi si suddividono in:

  • ciechi assoluti, ossia coloro che non percepiscono le ombre e le luci e hanno un residuo perimetrico binoculare (ovvero l’ampiezza del campo visivo di entrambi gli occhi) inferiore al 3%.
  • ciechi parziali, che hanno un residuo visivo, accertato da una visita medica, non superiore a 1/20 in entrambi gli occhi, o in uno dei due, che sussiste anche con la correzione tramite lenti. Il residuo visivo è un parametro che calcola sia l’acuità visiva (ovvero la visione del dettaglio), sia il campo visivo.

Negli ipovedenti, invece, il valore del residuo visivo è compreso tra 1/10 e 3/10. Per quanto riguarda l’ampiezza del campo visivo, il residuo perimetrico binoculare è inferiore al 30% nei soggetti gravi e al 60% negli ipovedenti lievi.

Se questi valori sono accertati in un soggetto, quest’ultimo rientra a tutti gli effetti nella categoria delle persone affette da disabilità. La cecità assoluta o parziale va a influire in maniera considerevole sulla vita di tutti i giorni, incidendo in particolare sul piano della comunicazione. Coloro che sono privi della vista, infatti, non possono fruire dei supporti visivi più comuni: dalle pagine di un libro allo schermo del computer, dalle indicazioni stradali agli orari dell’autobus.

Ma le soluzioni non mancano per fortuna: così come i sordi possono utilizzare la lingua dei segni per comunicare, chi ha problemi alla vista può sfruttare i materiali a supporto per ipovedenti e le più moderne tecnologie – come display ad hoc e stampanti – per fruire di tutte le funzionalità di pc, tablet e cellulari.

Oggi sono tanti gli strumenti per abbattere le barriere, riducendo il rischio di esclusione sociale e solitudine, vediamo insieme alcuni esempi.

Il metodo di scrittura Braille per i ciechi

braille scrittura per ciechi

L’alfabeto Braille è un metodo di scrittura e lettura pensato per i non vedenti. In questo sistema ogni carattere è codificato dalla combinazione di alcuni punti in rilievo posti in un piccolo rettangolo, corrispondente al polpastrello di un dito, di tre punti di altezza e due di larghezza.

Come ricostruito dalla rivista scientifica Focus, l’alfabeto è stato ideato da un inventore francese, Louis Braille, vissuto nell’Ottocento, cieco dall’età di tre anni a causa di un incidente. L’ispirazione gli venne ancora giovanissimo, a soli 16 anni, una volta venuto a conoscenza di una forma di stenografia escogitata dal militare Charles Barbier de la Serre, chiamata “Ecriture Nocturne” (Scrittura Notturna), basata, appunto, sui punti in rilievo, che permetteva di leggere i dispacci militari anche in assenza di luce.

Questo sistema ha dato vita a varianti interessanti, tra cui, ad esempio, il Braille Neue. Come riportato su Wired, dietro tale invenzione c’è il creativo e designer giapponese Kosuke Takahashi, che recentemente ha progettato un carattere ispirato al Braille tradizionale.

La novità del Braille Neue è il suo carattere inclusivo: Takahashi ha infatti concepito un carattere grafico, adatto potenzialmente sia per l’alfabeto occidentale, sia per quello nipponico, che permette di far combaciare il codice in rilievo con la forma delle diverse lettere. Si tratta dunque di un font universale, fruibile anche da chi non ha problemi di vista: un metodo di comunicazione innovativo, che permette di abbattere i confini e le barriere sociali e che, secondo il suo creatore, potrebbe trovare applicazione nei luoghi pubblici, ad esempio sui pulsanti di un ascensore, sulle ringhiere, sui pannelli guida, ecc…

Materiali per ipovedenti e non vedenti: il contributo della tecnologia

Display Braille per i ciechi

L’evolversi delle tecnologie porta a nuove soluzioni, basate sul senso del tatto o legate all’oralità. Queste soluzioni permettono non solo di leggere testi scritti da altri, ma anche quelli redatti dalle stesse persone ipovedenti o non vedenti.

Per quanto riguarda la categoria tattile, un esempio è lo schermo Braille, una periferica per i computer che consente di “visualizzare” i diversi caratteri su un display ad hoc, attraverso dei buchi su una superficie piana. Si tratta di una soluzione complessa e per questo relativamente costosa. Alla base di questa tecnologia si trova lo screen reader, un sistema che permette di interpretare il testo mostrato sullo schermo di un device.

È poi possibile rileggere quello che si è scritto grazie a una stampante Braille, destinata anche l’ambito domestico e quindi un valido aiuto nella quotidianità: invece di usare l’inchiostro, vengono incisi dei punti in rilievo. In commercio ce ne sono di numerosi modelli, con diverse velocità e la possibilità, in alcune varianti, di stampare su entrambe le facciate.

Gli strumenti di lettura per non vedenti o ipovedenti

È inoltre possibile tradurre il linguaggio grafico su carta, grazie a strumenti che riconoscono i caratteri di un giornale o di un libro e li traducono in un formato adatto a chi ha problemi alla vista.

Due le principali tipologie di soluzioni:

  • Software in grado di eseguire il riconoscimento ottico in modo preciso ed accurato, con una notevole riduzione dei margini di errore. Permette di trasformare un libro, un manuale o un qualunque testo di carta stampata in un file digitale, che può essere stampato su una stampante Braille oppure può essere “letto” da un sintetizzatore vocale.
  • Il video-ingranditore da tavolo è uno strumento completo a disposizione di coloro che soffrono di problemi alla vista. Il supporto, che si presenta come un monitor ma dalle caratteristiche più peculiari, ingrandisce i testi e le immagini migliorandone la visibilità e facilitandone la lettura.

Un’altra possibilità è data dai supporti vocali, vediamo quali.

Sintesi vocale con lo screen reader

Cellulare per ipovedenti

Lo screen reader, poi, entra in gioco anche quando si vuole ottenere una sintesi vocale del testo presente sul computer. Sempre più software di questo tipo sono a disposizione di coloro che ne hanno bisogno, anche tramite app, sebbene le funzionalità e le potenzialità di ciascun programma cambino molto di volta in volta, rendendo di conseguenza i costi di fruizione diversi e non sempre appannaggio di tutte le tasche.

Inoltre tra le caratteristiche che differenziano maggiormente i differenti screen reader ci sono le diverse tipologie di voce narrante, che possono variare molto in base al numero di lingue parlate, all’intonazione vocale, alla melodia della frase, alla modulazione del suono, alla velocità di lettura, alle pause fatte affinché tutto il testo si comprenda meglio e abbia un ampio respiro, al ritmo della riproduzione vocale, nonché alla sillabazione e alla scansione delle singole parole pronunciate.

Recentemente, poi, come raccontato anche da Il fatto quotidiano, Google Maps – il servizio di mappe online che può fare anche da navigatore – ha aggiunto una guida vocale evoluta per aiutare gli ipovedenti a muoversi con più facilità e sicurezza in città, segnalando ad esempio se la strada presa è quella giusta.

La tecnologia sta facendo grandi progressi verso una maggiore inclusività, grazie all’affinamento e al miglioramento costante di strumenti in grado di tradurre il linguaggio dei vedenti in quello dei non vedenti.