L’occupazione femminile in Europa
Il tasso di occupazione femminile e le variazioni tra i paesi
L’aumento dell’occupazione femminile è uno dei grandi obiettivi che dobbiamo porci nei prossimi anni. Troppo spesso infatti le donne sono obbligate a scegliere tra famiglia e carriera, il che rende impossibile una vita professionale serena.
I dati mostrano come l’Italia sia ancora molto indietro rispetto al resto d’Europa, sebbene il nostro Continente sia tra i più avanzati a livello mondiale in questo ambito. Vediamo i numeri del fenomeno.
Qual è il tasso di occupazione femminile in Europa
Secondo l’Eurostat, nel 2021, il tasso di occupazione medio femminile in Europa, nei 27 Paesi UE, era del 67,7%.
Si passa dal 77,5% di Estonia e Paesi Bassi al 52,7% della Grecia, passando per il 75,9% della Germania e il 70,2% della Francia. Tra tutti spicca la Svezia, al 78%. Interessanti anche i dati di Lituania (76,7%), Finlandia (75,8%) e Danimarca (75,6%).
Una situazione in chiaroscuro, dunque, anche se nel complesso l’Europa fa segnare ottimi risultati in questo campo e sta spingendo sempre di più sulla parità di genere, considerata un valore fondamentale, necessario per una crescita sociale ed economica degli Stati. Stando a Eurofound, infatti, il costo annuale del divario di genere relativo all’occupazione è stato pari a 320 miliardi di euro nel 2018.
Per questo nel 2020 la Commissione Europea ha varato la Strategia per la parità di genere 2020-2025, focalizzata sul contrasto alla violenza, sull’armonia tra vita lavorativa e privata e sulla trasparenza retributiva. L’obiettivo, dunque, è quello di introdurre delle trasformazioni strutturali, che possano rendere i cambiamenti stabili sul lungo periodo.
Qual è il tasso di occupazione femminile in Italia
I dati non sono positivi per quanto riguarda l’occupazione femminile in Italia. Il nostro Paese fa appena meglio della Grecia, con un 53,2%. Come in Europa, anche nella penisola pesano molto le differenze regionali. Se nella Provincia autonoma di Bolzano lavora il 73% delle donne, in Sicilia lo fa solamente il 31,5%: molto meno della metà.
Più in generale, è evidente un certo divario Nord-Sud. Tutte le regioni del Mezzogiorno sono sotto la media nazionale, con numeri inferiori alla quota del 50% di donne tra i 20 e i 64 anni impegnate nel mondo del lavoro.
A conferma del problema, il nostro Paese presenta un gap di quasi 20 punti percentuali tra occupazione maschile e femminile: la prima si attesta infatti intorno al 70% delle persone tra i 20 e i 64 anni. Questo succede in parte per questioni culturali, in parte per la scarsità di servizi che l’Italia offre alle mamme, come asili nido, babysitter e agevolazioni sul lavoro.
Qual è il tasso di occupazione femminile nel mondo
A livello globale, la situazione è ancora più sfaccettata. Il tasso mondiale si attesta al 52,6%: un dato appena inferiore a quello dell’Italia.
Le differenze per area però sono molto importanti.
Se negli Stati Uniti e nel Canada il 68,7% delle donne è occupato, questa percentuale scende al 21,3% nella regione del Mena, ovvero Medio Oriente e Nord Africa. Qui c’è un divario di addirittura 50 punti percentuali tra l’occupazione maschile e quella femminile.
Fa poco meglio la regione dell’Asia Meridionale, in cui solo il 25% delle donne ha un impiego. Ben diversa è la situazione in Estremo Oriente: con il 66,2% della popolazione femminile che fa parte del mondo del lavoro, è una delle migliori aree del pianeta a livello di parità di genere.
Sopra la media globale sono invece l’Africa sub-sahariana e l’America Latina, rispettivamente con un tasso di occupazione femminile del 62,8% e del 57,9%.
A livello mondiale, dunque, le diversità sono rilevanti. Occorre quindi intervenire con delle strategie mirate, in modo da ridurre il più possibile le disparità e riconoscere la giusta dignità al lavoro femminile.