Osteoporosi: quando le ossa diventano fragili
Nel mirino soprattutto le donne
La si può definire una malattia silente, almeno finché non si manifesta con la comparsa di dolori e fratture. L’osteoporosi è una realtà che può colpire tutti e che progredisce con l’avanzare dell’età. Non sono solo gli anziani a soffrirne: questo disturbo si evolve lentamente dopo il periodo dello sviluppo e può interessare chiunque dopo i 50 anni.
Ma cos’è l’osteoporosi? È una patologia dell’apparato scheletrico caratterizzata da una bassa densità minerale e dal deterioramento della micro-architettura del tessuto osseo. A livello pratico ciò comporta un maggiore rischio di fratture, anche a seguito di traumi di minima entità.
L’osteoporosi nelle donne
L’osteoporosi è una condizione che riguarda 5 milioni di persone nel nostro Paese, ma la sua incidenza è maggiore all’interno del genere femminile. A soffrirne sono il 23% delle donne sopra i 40 anni e il 14% degli uomini con più di 60 anni (dati del Ministero della Salute). Sono soprattutto le donne in menopausa e post menopausa, però, a risentire maggiormente dei problemi legati alla fragilità ossea: in questo periodo della vita la massa scheletrica diminuisce a causa della carenza di estrogeni.
Osteoporosi in menopausa
A spiegare cosa avviene in questo momento della vita è la Fondazione Veronesi. Il patrimonio osseo delle donne rimane inalterato per tutta la durata dell’età fertile. Quando il corpo inizia a produrre una minore quantità di ormoni femminili anche il sistema scheletrico ne paga le conseguenze. Nel corso del rimodellamento osseo – processo durante il quale le porzioni vecchie dell’osso vengono sostituite da altre più sane – si assiste a una diminuzione percentuale di 2-3 punti della massa totale. Ciò comporta da una parte una metamorfosi lenta e progressiva della conformazione scheletrica, dall’altra un maggiore rischio (+50%) di fratture.
Responsabile di questo impoverimento fisiologico della massa ossea è proprio la diminuzione degli estrogeni durante la menopausa: gli ormoni, infatti, sono in grado di influenzare l’assorbimento del calcio a livello intestinale e quando sono in numero ridotto non riescono a far fronte alle effettive necessità del corpo femminile.
Osteoporosi, i “sintomi” più comuni
Non ci sono veri e propri sintomi, quando si parla di osteoporosi, ma esistono campanelli d’allarme ai quali occorre prestare attenzione. Tra gli elementi che non bisogna trascurare:
- mal di schiena;
- abbassamento della statura e incurvamento della postura;
- fratture a vertebre, femore, polso e altre ossa.
Tali eventi, però, non sono sufficienti per una diagnosi di osteoporosi. Per scoprire se si soffre di questa malattia occorre sottoporsi a esami medici specifici in grado di misurare la densità ossea dello scheletro, in alcune sedi specifiche o nella sua interezza. Oltre alle tradizionali radiografie, che sono capaci di evidenziare deformità e fratture, sono efficaci la MOC (mineralometria ossea computerizzata) e la tomografia assiale computerizzata quantitativa, che misura la quantità di minerali presenti in una porzione ossea.
Le cause dell’osteoporosi
La perdita di densità ossea è il principio alla base dell’osteoporosi, ma sono diverse le cause che concorrono a tale fenomeno:
- il fisiologico deterioramento legato all’avanzare dell’età;
- predisposizione genetica, legata alla familiarità;
- stile di vita sedentario;
- dieta povera di calcio e ricca di sodio e proteine i cui acidi, per essere espulsi attraverso le urine, richiedono molto calcio;
- diminuzione dei livelli di estrogeni nelle donne.
Come ricordato anche dal ministero della Salute, bisogna stare attenti all’abuso di alcolici, al fumo di sigaretta e alla magrezza eccessiva.
Cura e prevenzione dell’osteoporosi
Come intervenire allora? Non esiste una vera e propria cura dell’osteoporosi, ma per attenuare i problemi legati alla fragilità ossea i medici prescrivono terapie basate sulla somministrazione di calcio attraverso la dieta quotidiana e gli integratori. È altresì utile praticare una cauta ma regolare attività fisica.
Dato che a oggi il processo che determina l’osteoporosi non si può interrompere ma solo rallentare, appare evidente l’importanza della prevenzione. La qualità della massa ossea dipende per l’80% da fattori genetici e per il 20% da dati esterni, come lo sport e l’alimentazione. È proprio prestando attenzione a questi due elementi fin dall’infanzia che si può limitare la degenerazione dell’apparato scheletrico.
Osteoporosi e alimentazione
Seguire una dieta ricca di vitamine e sali minerali che rafforzano le ossa: è questo uno dei consigli principali per quanti si chiedono come prevenire l’osteoporosi. È fondamentale che l’alimentazione sia equilibrata e che permetta di apportare al nostro organismo tutti i macronutrienti fondamentali per il suo benessere. Nella battaglia contro l’osteoporosi, però, giocano un ruolo fondamentale tutti gli alimenti che favoriscono l’assorbimento del calcio, come le vitamine dei gruppi D, K e C, così come calcio, magnesio e fosforo, che fortificano le ossa. Tra i cibi che non possono mancare nella dieta, la Fondazione Veronesi ricorda:
- latticini;
- verdure a foglia larga;
- frutta fresca e secca (in particolare arance e mandorle);
- legumi (compresa la soia);
- uova;
- pesce (in particolare quelli ricchi di omega 3, come alici, sarde e sgombri).
Allo stesso tempo conviene moderare il consumo di alimenti che contengono elevate quantità di fosforo – come le carni rosse e i cibi elaborati -, in quanto questo nutriente accelera la perdita di calcio e magnesio nelle ossa. Attenzione anche al sodio: salare troppo i cibi è una cattiva abitudine che compromette la salute dello scheletro e anche quella del sistema circolatorio.
Insomma, come si dice spesso, meglio prevenire che curare. Soprattutto se la prevenzione parte dalla tavola!