Pandemia: nei primi sei mesi del 2020 l’acquisto di alcol è aumentato del 180%, tra questi, il 63% rischia la dipendenza

Pandemia: nei primi sei mesi del 2020 l’acquisto di alcol è aumentato del 180%, tra questi, il 63% rischia la dipendenza

Abuso di alcol, le conseguenze sulla salute, i problemi: il quadro in Italia

Alcolismo, i dati in Italia e nel mondo

A fare la differenza tra il normale consumo di una sostanza e il suo abuso è la capacità di moderarsi. Bere alcol, ad esempio, non è qualcosa di riprovevole in sé, ma può trasformarsi in un disturbo se diventa una dipendenza, influenzando negativamente il comportamento psico-sociale dell’individuo.

Si parla allora di alcolismo quando un bevitore non è più in grado di astenersi dall’assumere alcolici: ne beve anzi in grandi quantità e con frequenza, fino a perdere il controllo.

Un problema quanto mai attuale: gli effetti della pandemia di Covid 19 si riscontrano infatti anche in questo ambito. Stando ai numeri riportati sul portale StartupItalia, nel 2020 l’interesse verso gli alcolici in rete è più che raddoppiato, con punte nei più giovani (+209,2% nei ragazzi tra i 18 e i 24 anni). Allo stesso modo sono aumentati gli acquisti online di vino (+446%), oltre che di cognac e brandy (+247,6%).

Come sottolineato poi da Gianni Testino, presidente della Società Italiana di Alcologia e primario SC Dipendenze ed Epatologia della ASL3 Liguria, nel 2020, nel suo reparto, c’è stato un incremento delle ricadute alcoliche del 20% rispetto al 2019 e una crescita del 15% di persone dipendenti dall’alcol.

I dati del consumo di alcol nel mondo e in Italia

Se si guardano ai dati del fenomeno, emergono numeri contrastanti. Secondo l’ultimo rapporto Global Status Report on Alcohol and Health dell’Onu, le persone che nel mondo consumano bevande alcoliche sono 2,3 miliardi. L’Europa è l’area in cui il consumo medio è due volte superiore rispetto alla media del pianeta, anche se il consumo pro capite è diminuito del 10% dal 2010.

Se è vero che il bere alcol di per sé non è un fatto negativo, si deve sottolineare che solo nel 2016 sono morte 3 milioni di persone nel mondo per abusi, una percentuale pari al 5,3% di tutti decessi.

E in Italia? Stando ai dati riportati dal ministero della Salute, il consumo di alcol occasionale è cresciuto dal 44 al 46% tra il 2017 e il 2018, mentre quello fuori pasto è aumentato di un punto percentuale. Sono poi oltre otto milioni gli italiani a rischio di alcolismo, di cui 2,7 milioni tra gli over 65 e 800mila fra i minorenni.

Alcolismo giovanile in Italia

il consumo di alcol nei più giovani

In Italia il primo bicchiere viene bevuto intorno ai 12 anni – due in meno rispetto alla media europea – e sono 400mila gli under 18 con problematiche in questo ambito.

La diffusione delle bevande alcoliche tra i giovani è un fenomeno preoccupante: chi inizia a bere prima dei 16 anni ha un rischio quattro volte maggiore di sviluppare alcoldipendenza in età adulta rispetto a chi inizia non prima dei 21 anni. Questo, però, non è l’unico rischio: l’abuso, soprattutto negli adolescenti, può compromettere lo sviluppo fisico e mentale, provocando danni cerebrali e aumentando il rischio di sovrappeso e di cancro.

Attenzione poi al binge drinking, cioè l’assunzione di più bevande alcoliche in un intervallo di tempo più o meno breve: sempre secondo i dati del ministero della Salute, nel 2018 il fenomeno ha coinvolto il 17,2% dei ragazzi tra i 18 e i 24 anni d’età.

Le cause dell’alcolismo

Quali sono le ragioni che spingono alcune persone a un consumo smodato di alcol? Come evidenziato nel sito dell’Ospedale Maria Luigia di Parma, le cause dell’alcolismo sono da rintracciare nell’ambiente in cui si vive e in motivazioni psicologiche.

Alcuni studi hanno dimostrato che certi individui sono più predisposti di altri allo sviluppo di una dipendenza: si tratta, ad esempio, dei figli di alcolisti, i quali hanno il 30% di probabilità in più di essere soggetti al problema rispetto al resto della popolazione. Anche coloro che hanno iniziato a consumare alcol in età precoce sono particolarmente vulnerabili.

Il rischio di cadere in un circolo vizioso è determinato anche dal contesto in cui si è immersi, come ad esempio un ambiente familiare difficile, senza dimenticare il possibile cattivo ascendente degli amici. Attenzione poi ai messaggi sbagliati o ambigui presenti nei mass media, che possono invogliare a un consumo non controllato.

Tra le cause del problema, infine, vanno segnalati i fattori psicofisici. L’alcol, per le sue proprietà inibitorie e rilassanti, viene talvolta utilizzato alla stregua di un rimedio da chi soffre di stress, ansia e depressione, ma anche in caso di patologie psichiatriche più gravi, come disturbi della personalità o veri e propri traumi.

il consumo di alcol in Italia prima e durante la pandemia

I sintomi dell’alcolismo

Per poter effettuare una diagnosi di alcolismo, vanno presi in considerazione alcuni segnali, che portano spesso a disagi e problemi nella sfera relazionale e personale. Tra questi:

  • il forte e continuo desiderio di assumere alcolici;
  • assuefazione e conseguente necessità di bere sempre di più;
  • graduale abbandono delle proprie responsabilità e delle proprie attività quotidiane;
  • sofferenza a causa dell’astinenza;
  • continua assunzione di alcol, nonostante l’emergere di problemi psicologici o sociali.

Per la diagnosi, almeno due di questi sintomi devono essere presenti per più di un anno.

I danni dell’alcolismo

L’abuso di bevande alcoliche ha conseguenze negative sul fisico e sulla mente. Basta ricordare le problematiche al fegato (ad esempio cirrosi e neoplasie epatiche) e al cervello: l’alcol ne rallenta l’attività, alterando capacità di giudizio e di autocontrollo, ma anche di concentrazione e apprendimento.

Chi manifesta una dipendenza è soggetto anche a un rischio maggiore di essere colpito da altre patologie, come diabete, ictus e disturbi cardiovascolari. L’eccessivo consumo di alcol, inoltre, favorisce la degenerazione del sistema nervoso centrale, inducendo lo sviluppo di demenza precoce e di disturbi dell’umore, come sottolineato nel portale iDoctor.

Occorre ricordare, poi, che l’alcolismo è tra le prime cause di morte in tutto il mondo: oltre a provocare danni fisici e psicologici, è alla base di un terzo (10mila su 28mila) degli incidenti stradali che si concludono con decessi.

Come uscire dall’alcolismo

Come uscire dall’alcolismo

Riconoscere di aver perso il controllo di se stessi e della propria vita è il primo passo per il cambiamento. Difficilmente un alcolista riuscirà a smettere di bere da solo: occorrono professionisti in grado di dare vita a terapie su misura e multidisciplinari, improntate a un recupero fisico e psicologico.

Al fine di assicurare un allontanamento totale dall’alcol ci si può rivolgere a strutture ospedaliere specializzate, che possono far fronte a eventuali sintomi astinenziali. Il processo di guarigione, inoltre, prevede trattamenti medici, a base anche di farmaci, e psicologici, come la psicoterapia che, come ricordiamo nel nostro blog, può rivelarsi un aiuto prezioso e può avere effetti positivi sui pazienti.

Quest’ultima, praticata individualmente o in gruppo, consente di lavorare sul disturbo da dipendenza e su tutti quegli aspetti che l’hanno provocato, così da prevenire eventuali ricadute e da rendere più efficace il percorso di guarigione.

Non mancano infine le associazioni di autoaiuto, come gli Alcolisti anonimi, formate da persone che hanno lo stesso problema: un modo per sostenersi reciprocamente e per uscire dalla trappola dell’alcol, così da cominciare un nuovo capitolo della propria vita.