Elena Cornaro Piscopia, la prima donna a laurearsi in Italia (e nel mondo)

Elena Cornaro Piscopia, la prima donna a laurearsi in Italia (e nel mondo)

Un importante traguardo, ancora oggi fonte di ispirazione

Un ritratto di Piscopia, prima donna laureata in Italia
Fonte: scienzaa2voci.unibo.it

La prima laurea di una donna italiana? Risale ad oltre 300 anni fa! Da allora la situazione è decisamente migliorata, per quanto riguarda l’accesso femminile all’istruzione: come riportato dall’ultimo rapporto dell’Istat, le laureate nel nostro Paese sono oggi il 22,4% fra coloro che ne hanno possibilità. Gli uomini, invece, sono rappresentati da una percentuale nettamente più contenuta, pari al 16,8% del totale.

Ma allora chi fu Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, la vera pioniera che ruppe il soffitto di cristallo dedicandosi allo studio? Scopriamo insieme la sua storia.

Elena Cornaro Piscopia: chi era?

Nata il 26 giugno 1646 come figlia illegittima in una famiglia nobile a Venezia, Elena ebbe un ricchissimo padre, Giovan Battista, e la madre di umili origini, Zanetta Boni. Fu proprio in famiglia che emersero ben presto le qualità e la smisurata curiosità di Elena. Perciò il padre la aiutò a raggiungere il suo obiettivo: la laurea.

All’epoca questo era un traguardo precluso alle donne e non solo nella nostra penisola. Come sottolineato dal portale dell’ateneo patavino, Elena Cornaro Piscopia è ritenuta la prima laureata non solo d’Italia ma del mondo. Il percorso per raggiungere tale risultato fu tutt’altro che semplice. Dopo aver preso gli ordini come oblata benedettina, Elena stupì i suoi professori e venne riconosciuta come mente eccelsa. Così intraprese gli studi in filosofia, una delle materie disponibili all’epoca insieme a teologia e medicina, fino ad ottenere la laurea all’Università di Padova nel 1678.

Le prime donne laureate in Italia

Dopo Elena Cornaro Piscopia ci sono state altre donne coraggiose che sono riuscite a conquistare il prestigioso titolo. Tra di loro, ricordiamo Laura Bassi (nata a Bologna nel 1711), laureata in Filosofia all’università di Bologna e anche prima titolare di una cattedra universitaria. Nella stessa realtà insegnò fisica sperimentale dal 1776, arrivando a collaborare con scienziati e figure rilevanti dell’epoca come Alessandro Volta.

Interessante anche la vicenda di Cristina Roccati (nata a Rovigo nel 1732), prima studentessa fuori sede, trasferitasi a Bologna per studiare filosofia naturale. La giovane era nota anche con il termine di “poetessa”, poiché era già in grado di declamare versi dall’età di 15 anni.

Altra antesignana è stata Maria Pellegrina Amoretti (Oneglia, Imperia, 1756) che, vistasi rifiutare l’iscrizione all’università di Torino, approdò all’istituto di Pavia, divenendo la prima italiana laureata in giurisprudenza. Alla ragazza ligure furono dedicati anche i versi della poesia La Laurea di Giuseppe Parini, che recitano: “Sacra a colei, che dell’umana prole / Frenando, i dritti serba / Ivi la Dea si asside / Custodendo del vero il puro foco”.

Chi è stata la prima donna a laurearsi in medicina?

Una donna laureata in medicina in Italia

Si è dovuto però attendere fino al 23 gennaio 1849, per avere la prima donna laureata nella storia moderna in Medicina. Il suo nome era Elizabeth Blackwell, nata a Bristol nel 1821 e trasferitasi ancora giovanissima negli Stati Uniti.

Qui, dopo alcuni anni, decise d’intraprendere gli studi di medicina, sfidando i pregiudizi e gli sguardi indagatori dei colleghi maschi. Dovette poi attendere fino al 1859 per ottenere l’iscrizione nell’albo dei medici d’Inghilterra. Ma la rivincita più importante per lei e le sue colleghe arrivò con l’apertura del primo ospedale e college femminile gestito da donne: il The New York Infirmary for Women and Children.

In Italia, invece, la prima laureata in medicina è stata Ernestina Paper (nata ad Odessa, oggi Ucraina, nel 1846), che conseguì il titolo nel 1877.

Quando le donne sono state ammesse all’università in Italia?

Una giovane donna in università

Ma quando le donne hanno potuto laurearsi nel nostro Paese dopo l’Unità? Secondo il portale specializzato Storia XXI Secolo, al di là dei singoli exploit è nel 1874 che venne permesso l’accesso di alcune donne ai licei e alle università nel neonato Regno italiano. Nel 1900 risultavano iscritte negli atenei 250 studentesse e la situazione migliorò ancora nei 30 anni successivi.

Nonostante tutto però il mondo del lavoro non era ancora aperto a queste novità. Nella società di fine Ottocento e inizio Novecento, si riteneva che il posto più adatto per una donna, anche istruita, fosse ancora la casa. Tanto che una sentenza del 1881, ad esempio, annullò l’iscrizione di Lidia Poët, laureata in legge, all’Ordine degli avvocati.

Fu però la perseveranza di figure come Maria Montessori che fece la differenza, continuando a lottare imposero un cambiamento che prosegue ancora oggi.

I risultati, infatti, si vedono: come sottolineato nel report dell’Istat già citato, sono molte le donne che scelgono l’università e il loro numero è cresciuto, in cinque anni, del 3,5%, rispetto all’1,9% degli uomini.

Certo le sfide da vincere sono ancora molte, a partire dal forte svantaggio femminile nelle lauree tecnico-scientifiche: solo il 16,2% delle donne ha conseguito un titolo nelle facoltà STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics), contro il 37,3% degli uomini. Eppure la strada è già tracciata e il traguardo della parità è sempre più vicino, grazie all’impegno e alla dedizione delle nuove generazioni di donne.