Pressione alta, l’alimentazione può aiutare
Adottare una dieta corretta è fondamentale anche per la prevenzione
Scegliere quali cibi mangiare e quali evitare è una strategia efficace per gestire la pressione alta, un disturbo che colpisce una larga fetta della popolazione.
L’ipertensione arteriosa, infatti, è una problematica che in Italia interessa il 50% degli uomini e il 40% delle donne tra i 35 e i 74 anni, secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità che descrivono la diffusione del disturbo nel nostro Paese.
La pressione arteriosa elevata non causa sintomi evidenti e, per questo motivo, molte persone ignorano il fatto di essere ipertese: per questo si raccomanda di effettuare la misurazione dei valori una volta ogni tre-cinque anni, e nel caso ci si trovasse davanti a dei valori di pressione alta si consiglia di contattare il proprio medico di base per delle valutazioni più approfondite.
Quando la pressione è definita alta?
In generale, viene definita come ipertensione la condizione fisica in cui i valori della pressione sistolica (definita in genere “pressione massima“) sono superiori a 140 mm Hg e quelli della pressione diastolica (definita in genere “pressione minima“) sono superiori a 90 mm Hg.
Il sito di Fondazione Veronesi riporta una chiara tabella che classifica i valori di pressione arteriosa e il grado di rischio.
Grado di classificazione e di rischio | Pressione arteriosa sistolica (pressione massima) misurata in mm Hg |
Pressione arteriosa diastolica (pressione minima) misurata in mm Hg |
---|---|---|
Ottimale | < 120 | < 80 |
Normale | < 130 | < 85 |
Normale – alta | 130 – 139 | 85 – 89 |
Ipertensione di Grado 1 borderline | 140 – 149 | 90 – 94 |
Ipertensione di Grado 1 lieve | 150 – 159 | 95 – 99 |
Ipertensione di Grado 2 moderata | 160 – 179 | 100 – 109 |
Ipertensione di Grado 3 grave | ≥ 180 | ≥ 110 |
Ipertensione sistolica isolata borderline | 140 – 149 | < 90 |
Ipertensione sistolica isolata | ≥ 150 | < 90 |
Si ricorda che il valore della pressione arteriosa andrebbe sempre interpretato secondo il proprio profilo personale di salute e con l’aiuto del proprio medico di base.
Quali sono le cause della pressione alta?
Tra le cause che determinano la pressione alta si ricordano:
- sovrappeso;
- sedentarietà;
- predisposizione genetica;
- invecchiamento;
- abitudini alimentari.
Quest’ultimo punto è molto importante: l’alimentazione controllata, che si traduce nel prestare attenzione a quello che si mette in tavola, è il primo passo per tenere sotto controllo la pressione alta.
L’ipertensione arteriosa e l’alimentazione sono dunque strettamente collegate, per questo bisogna valutare con cura quali cibi mangiare e quali evitare.
L’ipertensione negli anziani
Ciò vale anche e soprattutto nella terza età. La pressione alta, infatti, si manifesta prevalentemente negli over 65. Gli anziani che ne soffrono sono più soggetti a ictus, insufficienza cardiaca, malattie coronariche e renali.
A questa età una delle cause principali del problema è il consumo eccessivo di sale. Per questo motivo alcune delle soluzioni per ridurre la pressione arteriosa sono diminuire il sale nelle pietanze, stare maggiormente attenti all’alimentazione, praticare una regolare attività fisica e perdere eventuali chili di troppo.
La dieta per l’ipertensione arteriosa
Seguire una dieta salutare, per quanto non possa definirsi una cura, è senza dubbio una buona pratica di prevenzione. Ci sono quindi alimenti da evitare con la pressione alta; altri, invece, sono raccomandati dagli esperti.
Dunque, cosa non mangiare per l’ipertensione? La Fondazione Veronesi suggerisce, prima di tutto, di ridurre il consumo di sale. Si stima infatti che ne assumiamo più del doppio rispetto alla dose consigliata. Ciò non significa solo condire di meno i piatti, ma anche stare attenti ai prodotti (sia artigianali sia industriali) che ne contengono in quantità elevate.
Sempre per quanto riguarda l’ipertensione, gli altri cibi da evitare sono:
alimenti conservati in scatola:
- salumi (50 grammi non più di due volte alla settimana):
- formaggi (massimo 50 grammi due volte alla settimana):
- dado ed estratti per brodo;
- carni rosse e selvaggina;
- uova, soprattutto il tuorlo;
- burro e margarina;
- liquirizia.
Cosa si può mangiare invece con l’ipertensione?
- Cereali integrali;
- carne di pollo e vitello;
- legumi (da due a quattro volte alla settimana);
- frutta e verdura (in totale almeno cinque porzioni al giorno);
- noci;
- pane toscano o umbro (povero di sale);
- olio di oliva;
- pesce azzurro (ricco di Omega-3);
- latte parzialmente o totalmente scremato.
Grazie a questi ingredienti si può dare vita a piatti sani e gustosi al tempo stesso.
Cosa si può bere con la pressione alta
Per ridurre il rischio di ipertensione non basta tenere sotto controllo l’alimentazione: anche le bevande possono fare la differenza.
Oltre all’acqua, ce ne sono altre in grado di abbassare la pressione, come il succo d’arancia, che rende i vasi sanguigni morbidi e flessibili, e il latte a basso contenuto di grassi, in particolare quello di capra e di pecora, ricchi di calcio, potassio e acido caprico, un grasso considerato “sano”.
Il consumo di alcolici dovrebbe essere evitato o quanto meno limitato a poche unità a settimana.
Sarebbero da evitare poi il caffè e il tè: la caffeina ha infatti proprietà vasocostrittrici, che la rendono potenzialmente nociva per chi soffre di ipertensione. L’ideale è consumarne al massimo due tazze al giorno.
Basta dunque un po’ di attenzione in più a quello che si mette in tavola per ridurre i rischi della pressione alta, senza rinunciare per forza al gusto.