2 giugno: la nascita della Repubblica Italiana
La storia dell’Italia al tempo del referendum monarchia-repubblica
Dal 1947 il 2 giugno si celebra la Festa della Repubblica, per ricordare il passaggio dalla monarchia al nuovo governo sancito dal referendum del 2-3 giugno 1946.
La data segna uno dei momenti più importanti nella storia italiana: il referendum fra monarchia e repubblica infatti, sancì la fine del regno della famiglia Savoia dopo 85 anni di reggenza e soprattutto rappresentò un nuovo inizio per la popolazione, alla ricerca di un futuro fatto di speranze e nuove possibilità, dopo gli anni della guerra e della dittatura.
Il referendum monarchia repubblica segnò inoltre un traguardo importante per la democrazia italiana: fu infatti la prima volta che le donne poterono accedere al voto, decidendo anch’esse per le sorti del Paese. Il risultato della votazione segnò la vittoria della repubblica sulla monarchia con il 54,27% di consensi, dati da 12.718.641 elettori ed elettrici.
Oggi la Festa della Repubblica continua a rappresentare una giornata di grande patriottismo, che unisce gli italiani nelle principali città nella Penisola e anche all’estero. Cerchiamo di ripercorrere insieme la storia di questa data.
La nascita della Repubblica italiana nel segno della libertà
L’idea di permettere al popolo italiano di scegliere tra repubblica e monarchia tramite un referendum risale agli ultimi anni della Seconda guerra mondiale, in particolare al 1944.
Fu allora che il decreto luogotenenziale numero 151 affermò la possibilità per la nazione di scegliere la forma di governo alla guida dello Stato ed eleggere l’assemblea costituente, il cui scopo era di seguirne i primi passi e di stilare i primi articoli della Costituzione. Il decreto che estendeva il diritto di voto anche alle donne risale, invece, al 31 gennaio 1945 e convalidò l’istituzione del suffragio universale in Italia.
A votare nel 1946 furono in tutto 24.946.878 persone, l’89% degli aventi diritto al voto, che al tempo erano rappresentati dai cittadini e dalle cittadine sopra i 21 anni. I risultati del referendum furono resi noti in via ufficiale il 10 giugno del 1946, mentre il 18 giugno la Cassazione confermò la vittoria della repubblica. Ci vollero altri dieci giorni per scoprire il nome del capo provvisorio dello Stato: Enrico De Nicola, il quale diede il via ai lavori dell’assemblea costituente. Fu sempre lui a divenire il primo presidente della Repubblica italiana il primo gennaio del 1948.
La prima festa per la nascita della repubblica italiana risale all’anno successivo, cioè al referendum del 2 giugno 1947, mentre la prima parata d’occasione venne eseguita l’anno dopo, nel 1948. È nel 1949, invece, che il 2 giugno diventa ufficialmente una festa nazionale, celebrata in particolar modo nella capitale: qui, davanti alle principali istituzioni, rappresentanze e organi di governo, Esercito, Forze dell’ordine, Vigili del fuoco, Croce rossa e Protezione civile sfilano lungo la via dei Fori imperiali, dopo aver reso omaggio al Milite ignoto deponendo una corona di fiori davanti all’Altare della
patria.
Se è Roma il teatro preferito della tradizionale sfilata, non sono mancate nel tempo le eccezioni alla regola, prima fra tutte quella del 1961: per festeggiare i 100 anni dell’Unità d’Italia, infatti, quell’anno fu scelta come cornice per le celebrazioni la città di Torino, prima capitale della nazione unita.
Celebrazioni e iniziative per la Festa della Repubblica
Alla tradizionale parata della Capitale si associa uno spettacolo di grande significato per tutto il Paese: quello delle Frecce tricolori nei cieli di Roma. I dieci aerei dell’aeronautica militare italiana volano sugli spettatori lasciando il segno della bandiera nazionale, emozionando grandi e piccoli grazie alle loro acrobazie e chiudendo, con la loro esibizione, il programma della sfilata.
Quest’anno, mentre il Presidente della Repubblica deporrà una corona di alloro presso l’Altare della Patria, non verrà inscenata la tradizionale parata ai Fori Imperiali. Infatti, a causa dell’emergenza sanitaria, sono state cancellate alcune delle cerimonie abituali, per non mettere a rischio la salute dei cittadini.
Ad esempio, non avrà luogo il lussuoso ricevimento ai giardini del Quirinale, sia per l’impossibilità di mantenere le rigorose distanze di sicurezza sia per non mancare di rispetto alle tante persone che stanno soffrendo in questo difficile momento. Il concerto che di solito allieta la serata del Primo giugno verrà organizzato in forma privata e trasmesso sulle reti nazionali e sarà dedicato a tutte le vittime del Coronavirus.
Infine, come riportato su La Stampa, il Presidente Mattarella ha deciso di passare la Festa della Repubblica a Codogno, divenuto luogo simbolo dell’epidemia, per omaggiare i defunti e tutti coloro che continuano a combattere contro il nuovo Covid-19.
D’altra parte la parata e le celebrazioni non hanno sempre avuto luogo: per motivi di austerity o emergenze nazionali, infatti, in alcune occasioni la data del 2 giugno è stata posticipata o anticipata, in modo da venire incontro alle esigenze del Paese. Per citare alcuni esempi:
- nel 1976, a seguito del terremoto nel Friuli Venezia Giulia, si decise di non fare la parata per permettere ai mezzi di soccorso di prestare servizio nelle aree in difficoltà;
- nel 1977 un regime di austerity richiese una sfilata ridotta, mentre dal 1978 al 1982 la manifestazione subì una vera e propria sospensione;
- dal 2000 al 2012 la manifestazione riprese come da tradizione, mentre nel 2013 si decise di eseguirla in forma ridotta nel rispetto delle frange più povere della popolazione;
- il 2015 ha visto le celebrazioni riprendere gli antichi fasti.
Uomini e donne simbolo della Festa della Repubblica
L’anno di nascita della Repubblica italiana ha visto anche l’elezione dell’assemblea costituente, che ha iniziato i suoi lavori il 25 giugno del 1946. Sono proprio i partecipanti a questa fase di estrema importanza per la storia d’Italia ad essere un simbolo della nascente repubblica. Dei 556 eletti, tra cui 21 donne, in molti continuarono ad essere parte della scena politica fino all’epoca più recente, anche con ruoli di spicco.
Fra i principali nomi si devono senz’altro ricordare i presidenti della stessa Assemblea Giuseppe Saragat e Umberto Terracini, oltre a Bernardo Mattarella, Teresa Mattei, Emilio Lussu, Palmiro Togliatti, Nilde Iotti, Rita Montagnana, Elettra Pollastrini, Emilio Sereni, Aldo Moro, Giulio Andreotti, Oscar Luigi Scalfaro, Alcide De Gasperi, Luigi Einaudi, Pietro Nenni, Ignazio Silone, Giuseppe Saragat, Sandro Pertini, Ferruccio Parri, Francesco Saverio Nitti, Benedetto Croce.
Il volto simbolo della nascita della Repubblica italiana
La foto simbolo del 2 giugno è quella di una ragazza sorridente che tiene fra le mani una copia del Corriere della Sera su cui campeggia il titolo “È nata la Repubblica italiana”. L’immagine unisce in un solo scatto il nuovo corso della storia nazionale, che rese le donne più partecipi delle scelte politiche e sociali in una forma di governo nuova, democratica e lontana dal passato più recente.
A fotografare la bella Anna Iberti fu Federico Patellani, fotografo del quotidiano il Tempo. Anna, che al tempo aveva 24 anni, lavorava come impiegata nella sede del quotidiano “Avanti!” e anche negli anni che seguirono continuò ad essere impegnata socialmente, soprattutto per i diritti dei minori.
Anna custodì nel tempo il ricordo di quello scatto con grande orgoglio e, nonostante fossero in pochi a conoscere la sua identità, il suo sorriso divenne un simbolo di speranza per tutte le generazioni future e, ancora oggi, accompagna l’Italia nella sua storia.