Rosa Oliva, chi è la “Rosa Parks italiana”
Il profilo di una donna che ha cambiato il Paese
Una figura essenziale per lo sviluppo del nostro Paese, ma che forse non ha ancora ottenuto il riconoscimento che merita. Non sono infatti molti a poter affermare di conoscere Rosa Oliva, la giurista che ha permesso di aprire i concorsi pubblici anche alle donne.
Scoprire nel dettaglio la sua storia è fondamentale per comprendere quanto è cambiata la nostra società, guardando al contempo agli obiettivi futuri. La parità di genere, infatti, rimane un traguardo ancora da conquistare pienamente.
La storia di Rosa Oliva

Nata a Salerno nel 1934 da genitori napoletani, si trasferì a Roma per studiare all’Università La Sapienza, ottenendo la laurea in Scienze politiche. Iniziò allora a cercare lavoro, imbattendosi in un bando pubblico per il ruolo di prefetto riservato alle sole figure maschili. Per Rosa ciò era inaccettabile.
Non potendo partecipare al concorso, la giurista si recò dal costituzionalista Costantino Mortati, suo professore all’università, chiedendogli aiuto per presentare ricorso. La battaglia cominciò quando Rosanna Oliva de Conciliis (questo il suo nome completo) aveva solamente 24 anni, nel 1958.
Come dichiarato più tardi, non le interessava diventare prefetto, ma sollevare il caso, combattendo le discriminazioni di genere. Il 13 maggio 1960 la Consulta stabilì il diritto di Rosa e di tutte le donne a partecipare a tutti quei concorsi pubblici che prima erano riservati agli uomini.
La Corte costituzionale, analizzando il ricorso, riconobbe infatti l’avvenuta violazione dell’articolo 3, relativo all’uguaglianza senza distinzione di sesso, e dell’articolo 51 sull’accesso ai pubblici uffici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza.
Per Rosa Oliva iniziò così un periodo di grande notorietà, ma gli stereotipi erano duri a morire: i fotografi le chiedevano di posare vicino alla macchinetta del caffè o di far finta di spolverare. Venne soprannominata “il prefetto con lo chignon“, ma c’è chi la paragonò a Rosa Parks per il suo ruolo rivoluzionario all’interno della nostra società.
È stata una sentenza coraggiosa, basata su una Costituzione all’epoca ancora molto giovane. L’effetto immediato della pronuncia della Corte riguardava solamente le prefetture: servì poi un ulteriore provvedimento, la legge numero 66 approvata dal Parlamento il 9 febbraio 1963, per consentire alle donne l’accesso a tutte le cariche, professioni e impieghi pubblici, compresa la Magistratura.
Rosa Oliva, Cavaliere di Gran Croce

L’importanza del suo gesto non è stato dimenticato, nonostante siano passati molti anni. Il 12 marzo 2021 Rosa Oliva ha ricevuto dal capo dello Stato Sergio Mattarella una delle onorificenze più prestigiose che si possono ottenere nel nostro Paese: la giurista è stata nominata Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
“Poco più di 60 anni fa ebbe a cancellare una legge anacronistica che escludeva le donne da tutti gli incarichi pubblici – ha dichiarato nell’occasione Mattarella – Quello fu il ricorso di una donna tenace e coraggiosa. Era una norma ingiusta e discriminatoria, in palese contrasto con la Costituzione. Per sanare una ferita così grave sul piano dei diritti intervenne la Corte costituzionale, non il Parlamento”.
Oggi Rosa Oliva è prossima agli 87 anni ed è anche scrittrice e attivista. Nel 2010 ha fondato l’associazione “Rete per la parità“, che si impegna sul fronte dei diritti delle donne e per l’uguaglianza secondo quanto stabilito nella Costituzione. Un obiettivo fondamentale, che ancora oggi deve essere considerato prioritario.