Sindrome di Asperger, tra genialità e isolamento
Che cos’è la sindrome di Asperger, quali sono i sintomi e come riconoscerla
“Piccoli professori”, con questa espressione all’inizio del Novecento un pediatra viennese – Hans Asperger – definì i bambini con la sindrome che avrebbe poi preso il suo nome.
Questo disturbo, fino a qualche anno fa era quasi poco noto, ora è diventato più conosciuto, grazie anche ad alcuni personaggi noti, da Greta Thunberg, (giovane attivista svedese per l’ambiente) a Susanna Tamaro, (scrittrice), che ne hanno parlato apertamente, rivelando di esserne affetti.
Ma di cosa si tratta esattamente? La sindrome di Asperger (SA in forma abbreviata) è una patologia pervasiva dello sviluppo, appartenente alla categoria dei disturbi dello spettro autistico ed è stata riconosciuta come malattia nel 1993 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Le caratteristiche principali rilevate negli individui che ne soffrono sono una compromissione persistente delle interazioni sociali e degli schemi comportamentali stereotipati e caratterizzati da ripetizioni. Non si rilevano ritardi importanti nelle abilità linguistiche, nello sviluppo cognitivo o nelle capacità di avere un comportamento adeguato alle circostanze (tranne che nelle interazioni sociali), a differenza di quanto avviene nell’autismo.
Le cause di questa sindrome non sono ancora del tutto conosciute, ma si pensa che possa esistere una predisposizione genetica.
Sindrome di Asperger, cosa comporta e principali sintomi
La sindrome di Asperger comporta una serie di segni o sintomi che insieme caratterizzano la malattia. I sintomi della sindrome di Asperger si manifestano fin dalla tenera età, fra i 4 e gli 11 anni, e non sempre è così facile riconoscerli. Non esistono ad oggi criteri clinici chiaramente definiti per separare l’Asperger dal più generale disturbo autistico, rendendo così la diagnosi molto difficile.
I sintomi della sindrome di Asperger
Secondo il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, conosciuto anche con la sigla DSM che deriva dal titolo originale dell’edizione americana Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, la sindrome di Asperger si manifesta con i seguenti sintomi:
- Difficoltà qualitative nel rapporto sociale, manifestandosi con almeno due tra le seguenti: difficoltà marcata nell’uso di comportamenti non verbali multipli, come il guardarsi negli occhi, le espressioni facciali, la postura corporea e i movimenti per regolare le interazioni sociali; impossibilità a sviluppare relazioni appropriate tra persone di pari livello; mancanza di ricerca spontanea per condividere divertimenti, interessi, o obiettivi con altre persone (difficoltà nel mostrare, portare o indicare oggetti d’interesse alle altre persone); mancanza di reciprocità sociale ed emotiva;
- Modelli di comportamento stereotipati e ripetitivi, manifestati da almeno uno dei seguenti: raggiungimento di un’occupazione mentale con uno o più modelli stereotipati e ristretti d’interesse, che sia anormale nell’intensità e nell’attenzione; aderenza apparentemente inflessibile a specifici rituali o comportamenti non necessari; movimenti corporei stereotipati e ripetitivi (come agitare mani e dita o altri movimenti); persistente ed eccessivo interesse per parti di oggetti;
- Difficoltà notevoli nelle aree sociali, professionali o altre aree di importanza notevole per la vita di tutti i giorni.
I sintomi più frequenti e caratteristici sono quelli legati all’interazione sociale e agli interessi: chi è affetto da questa sindrome fin da bambino tende a essere carente a livello di empatia cognitiva, manifestando inadeguatezza nelle reazioni alle interazioni sociali, e può percepire la preoccupazione verso un argomento inusuale, dal quale è inevitabilmente attratto e sul quale si documenta fino ad acquisirne una conoscenza totale. Il bambino affetto da Asperger può mostrare un linguaggio e un’intelligenza in alcuni casi anche superiori alla media e, in linea generale, non soffre particolari problemi di salute fisica.
Asperger e autismo: differenze sostanziali
Diversi studiosi considerano la sindrome di Asperger una forma di autismo più lieve. La differenza principale sta nel fatto che la sindrome non comporta un peggioramento dei sintomi nel tempo e chi ne soffre è in grado di esprimere sentimenti di affetto nei confronti degli altri. L’autismo, (che in Italia, secondo l’Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici (ANGSA), interessa oltre 600mila persone) comporta, in particolare nelle forme più gravi, un totale isolamento dal mondo con conseguente difficoltà o impossibilità nell’esprimersi e nel comunicare.
Asperger ed ereditarietà
Una delle domande che più spesso ci si pone è se la sindrome di Asperger sia ereditaria. Come spiegato sul portale di news e blog dell’Università di Padova, in generale le malattie dello spettro autistico sono ereditabili, ma non ereditarie: può essere presente in famiglia, ma la mutazione non è rintracciabile direttamente nei geni dei genitori.
Sindrome di Asperger: come riconoscerla nei bambini
Come dicevamo, l’Asperger compare nei bambini fin da piccoli. Per questo i genitori devono prestare attenzione a possibili segnali, osservando atteggiamenti e comportamenti e comunicando al medico il sospetto della sindrome.
Uno dei campanelli d’allarme è quando il bambino o la bambina non gioca con i suoi coetanei e non ricambia gli sguardi e i sorrisi.
Quando si riscontrano questi atteggiamenti, è bene non forzare il bambino o la bambina a fare qualcosa che non si sente di fare. I piccoli devono essere incoraggiati a diventare più fiduciosi in sé stessi e a riporre più fiducia negli altri: meglio evitare un approccio troppo diretto o brusco. Anche perché uno dei tratti della malattia, che può emergere in alcuni soggetti, è quello di reagire con violenza e, in alcuni casi, difendersi con atteggiamenti offensivi.
Sindrome di Asperger, a chi rivolgersi?
Una volta individuati i sintomi del disturbo insieme al proprio medico curante, occorre rivolgersi ad uno specialista, in grado di intraprendere un’analisi approfondita dei comportamenti, interpellando anche le persone con cui il bambino entra in contatto ogni giorno.
Occorre poi affrontare le diverse dimensioni della patologia: per migliorare la comunicazione può essere utile andare da un logopedista o da un esperto comportamentale; per accrescere le abilità motorie ci si può affidare a un fisioterapista; per coltivare l’interazione relazionale, infine, ci si può rivolgere a uno psicoterapeuta infantile.
Sindrome di Asperger: esiste una cura?
Ma esiste una cura per la sindrome di Asperger? Purtroppo si tratta di una condizione per la quale non è possibile una completa guarigione. Le terapie sono quindi volte a migliorare il comportamento e la comunicazione.
Insegnanti e famiglia hanno un ruolo di primo piano nel sostenere e incoraggiare la formazione dei bambini, evitando che possano insorgere stati d’ansia, o depressivi, provocati da isolamento sociale e senso di solitudine.
I genitori, ma anche i fratelli e le sorelle, tramite i loro comportamenti possono aiutare in modo determinante il bambino a gestire gli effetti della sindrome. Esiste infatti la terapia familiare, un percorso intrapreso con uno psicoterapeuta, che fa affidamento sugli affetti per instaurare un rapporto di reciproca fiducia. Solo in casi estremi, e per lo più in età adulta, si ricorre alla somministrazione di determinati farmaci, con i quali si tenta di moderare la depressione, l’ansia e il deficit di attenzione e iperattività, disturbi non dovuti alla sindrome in sé ma che possono essere presenti.
Infine, sono molte in Italia le associazioni, come il Gruppo Asperger Onlus, che possono dare, a fianco della terapia, un valido supporto a genitori e figli per affrontare questa condizione particolare.
Asperger e personaggi famosi

Nel settembre del 2019, la giovane attivista svedese Greta Thunberg – divenuta famosa per le sue proteste davanti al parlamento della Svezia contro il cambiamento climatico e oggi un punto di riferimento per il movimento ambientalista – ha confessato sui propri social di avere un “superpotere”, la sindrome di Asperger.
Ma non è la sola tra i personaggi famosi a soffrire di questo disturbo. Nel giorno del suo 62esimo compleanno, a dicembre dello stesso anno, la scrittrice Susanna Tamaro – nota per libri come “Va come di porta il cuore” e vincitrice del Premio Rapallo per il romanzo “Il tuo sguardo illumina il mondo” – ha annunciato: “Mi ritiro dalla vita pubblica perché non ho più energie per muovermi. Soffro della sindrome di Asperger”.

Del resto è proprio una delle caratteristiche distintive degli “aspie” (così vengono definiti i pazienti della patologia) quella di essere estremamente brillanti e persino geniali nelle materie di interesse.
Tra i nomi di persone famose affette da Asperger, che hanno applicato il loro studio nel campo delle arti, troviamo, per esempio, il regista statunitense Tim Burton, l’attore britannico Anthony Hopkins, l’attore e sceneggiatore Dan Aykroyd e la cantante statunitense Courtney Love.
Menti vivaci e spiriti ricchi di talento e passione che, per tutta la loro esistenza, hanno dovuto lottare tra estro e tormento interiore. Ma che sono anche riusciti a superare le difficoltà, conducendo una vita di successo, nonostante le limitazioni imposte dalla malattia. Imparare a convivere con la patologia è il primo passo per costruire il proprio futuro con maggiore consapevolezza.