Social network e minori: quali sono le misure di regolamentazione?
I rischi connessi all’uso delle piattaforme
Il dibattito attorno all’utilizzo di internet da parte dei minori e, in particolare, dell’uso dei social network, continua a rimanere acceso.
Avere dei profili sulle piattaforme più utilizzate, come Facebook, Instagram, YouTube e Tik Tok (un fenomeno recente che imperversa particolarmente tra i più giovani) può infatti esporre a pericoli concreti, se i social non vengono utilizzati con consapevolezza.
Tra i rischi maggiori legati a un uso poco responsabile della tecnologia c’è quello di diventare vittime di violenza nello spazio virtuale, cioè il cyberbullismo. Si tratta di un fenomeno sociale di sempre maggiore rilevanza: è una nuova forma di bullismo che non si consuma più solo nei contesti scolastici e in presenza fisica della vittima, ma si estende anche all’ambito online.
Per i genitori, è importante conoscere le normative che disciplinano i social in termini di privacy, penalità e diritti ed in generale è necessaria una maggiore educazione all’utilizzo del web, sia per i bambini e i preadolescenti, sia per i genitori. Cominciamo dalle informazioni essenziali.
Il limite di età per i social network
Secondo la normativa vigente, che si rifà al D.L. 10 agosto 2018, n.101 la soglia d’età per poter utilizzare un social network è quella dei 14 anni. Tra i 13 e i 14 anni è già possibile creare il proprio profilo, ma con la supervisione e il consenso dei genitori per la tutela dei minorenni. Qualora l’attività del minore tramite i mezzi di comunicazione online recasse danno a terzi e costituisse reato, la responsabilità civile e penale sarebbe dei genitori, fino al compimento del 14esimo anno di età.
Il limite di età molto spesso non viene rispettato, all’insaputa di mamme e papà: il sondaggio realizzato da “Osservare Oltre”, Associazione Nazionale Presidi ed eTutorweb, mostra come l’84% dei ragazzi tra i 10 e i 14 anni possieda un profilo almeno su una piattaforma social. Solo il 22% dei tredici-quattordicenni l’ha creato con il consenso dei genitori. Quasi tutti gli intervistati hanno ammesso di non informarli riguardo ai contenuti di cui usufruiscono sul web e sulle loro attività tramite il profilo.
Se si ha un’età inferiore a quella prevista per legge, per poter procedere con la creazione dell’account, bisogna indicare un’età falsa e questo costituisce reato, dal momento che secondo il già citato D.L. 10 agosto 2018, n.101, è vietata la profilazione degli under 14 e delle loro attività per tutelarne la privacy.
La profilazione infatti, utilizzata da molte aziende a fini statistici e commerciali, talvolta comprende la vendita dei dati raccolti a terzi, che possono usare numeri di telefono o informazioni personali per i loro scopi di vendita. Anche per questo motivo, i minori vengono tutelati e il loro uso dei social deve essere supervisionato da un adulto.
È importante, dunque, creare un rapporto di fiducia con i propri figli, per fare in modo che il silenzio non si estenda anche nel momento in cui potrebbero diventare vittime del bullismo, sia “standard” sia in rete.
Le indagini inerenti al cyberbullismo tra i minori sui social network
Furto di immagini, di identità e la violazione dei dati personali sono i temi più importanti quando si parla di minori e social, perché possono portare ragazzi e ragazze a confrontarsi con scenari traumatici, come quelli della pornografia e del “sexting”, cioè l’invio di frasi e immagini sessualmente esplicite tramite smartphone, chat e social.
Il furto di immagini è alla base di diversi crimini e, come riporta l’Autorità garante dell’infanzia e adolescenza nel documento “La tutela dei minorenni nel mondo della comunicazione”, esistono alcune ordinanze e atti che ne regolamentano la segnalazione e le conseguenze legali. In generale il rischio in caso di furto di immagini è quello di incorrere in una pena che prevede fino a tre anni di reclusione e fino a 1.032 euro di multa.
Fra i reati connessi una rilevanza importante va alla pedopornografia, crimine che sfrutta le immagini dei minori per fini sessuali. Per contrastare questo reato la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha fondato l’Osservatorio per il contrasto alla pedofilia e alla pornografia minorile, attraverso la legge n. 38 del 6 febbraio 2006. La norma prevede per l’Osservatorio dei compiti di monitoraggio del fenomeno, che vedono unite tutte le istituzioni legate al mondo minorile, compresi Servizi sociali e organi giudiziari.
Questi comportamenti illeciti sono strettamente collegati a due diritti fondamentali, che devono sempre essere rispettati anche nel mondo del web:
- il concetto di “net reputation”, che si traduce nell’opinione che ha la comunità del web della nostra immagine e della nostra identità. Chiunque può diffondere a migliaia di utenti in pochi secondi qualsiasi maldicenza infondata su un’altra persona, danneggiandone la net reputation e ferendone i sentimenti, provocando uno stato d’ansia e di vergogna indelebile. La reputazione digitale influenza tutti coloro che accedono alla rete come creatori o fruitori di contenuti, arrivando a condizionarne i comportamenti;
- il “diritto all’immagine”, ovvero il diritto che ogni persona possiede di non veder divulgati, esposti o pubblicati senza il suo consenso scatti personali.
Questi rischi devono essere conosciuti da ragazzi e ragazze, per difendersi qualora fossero presi di mira dai cyberbulli. L’attuale situazione del cyberbullismo è testimoniata dai risultati di un’indagine presentata nel rapporto dell’Istat, che rivela come oltre il 50% dei ragazzi tra gli 11 e i 17 anni sia stata vittima di persona di prepotenze e vessazioni continuative nei 12 mesi precedenti il sondaggio. Tra questi, il 22% aveva subito violenza anche on-line.
Tra i comportamenti aggressivi online, oltre al cyberbullismo, c’è anche il fenomeno dei cosiddetti “haters”: si tratta di persone che rivolgono insulti gratuiti, anche molto pesanti, agli altri utenti.
Su questo tema è necessario educare bambini e preadolescenti a un linguaggio appropriato e a un comportamento non ostile. Dietro agli schermi e alle tastiere ci sono persone in carne e ossa, con emozioni e fragilità che non conosciamo. Per istruire i minori ad un uso consapevole della rete e alla tutela dei propri dati è fondamentale che gli adulti li seguano passo dopo passo nella gestione dei profili e nella corretta impostazione delle regole per la privacy: ogni social infatti permette di scegliere cosa rendere visibile e chi inserire nella propria rete, in modo che solo i contatti possano vedere foto e informazioni sensibili.
Se da una parte queste derive suscitano preoccupazione, dall’altra non si può nemmeno, come sottolineano tanti esperti, demonizzare le piattaforme destinate ai social che, oltre a far parte ormai della nostra quotidianità, se usate nella maniera corretta hanno un infinito potenziale anche per l’arricchimento e la crescita personale.
C’è bisogno, piuttosto, di diffondere la cultura digitale ricordando alcune premesse: ancora troppo spesso si tende infatti a considerare il web come qualcosa di non reale, libero da regole e per questo capace di ammettere qualsiasi comportamento. Serve quindi educare i più piccoli a un uso corretto di internet e dei media digitali, informandoli sulla sicurezza informatica e a valutare criticamente i contenuti a cui sono esposti.
La responsabilità dei genitori nell’utilizzo dei media digitali
È chiaro che per i nativi digitali (che in Italia e in Europa sono i nati alla fine degli anni Novanta) l’uso di strumenti come smartphone, tablet, pc e in generale di Internet è qualcosa di naturale e sempre più diffuso nella loro vita di tutti i giorni: privarli di questi mezzi o imporre loro di non utilizzarli non è, ovviamente, la soluzione corretta.
Cosa fare quindi per garantire l’utilizzo dei media digitali da parte dei minori in tutta sicurezza? È innanzitutto fondamentale che i genitori, che spesso si trovano impreparati di fronte alla tecnologia, si informino accuratamente, perché possano diventare dei punti di riferimento nella formazione dei giovani sull’uso del web.
Oltre alla famiglia, la scuola è l’istituzione che più può supportare i giovani ad un uso responsabile della rete: grazie ai programmi di educazione informatica, ragazzi e ragazze possono essere educati fin dalla tenera età alla tecnologia, sia nei suoi lati positivi sia in quelli più insidiosi. Questi insegnamenti permettono ai minori di acquisire tutte le informazioni necessarie per tutelare i propri dati online e dedicano parte del programma al cyberbullismo e alle sue conseguenze.
Educare a un uso consapevole: virtuale equivale a reale
Da parte dei genitori, non basta fornire un supporto prettamente tecnico per l’uso dei dispositivi, o imporre il divieto di frequentare alcuni siti e contenuti non adatti ai minori. Serve un approccio più sfaccettato.
È importante diffondere una cultura relativa alla “media education”, volta non solo a creare una rete Internet migliore, con la condivisione di contenuti utili e rispettosi, ma a formare adulti consapevoli. Esistono diversi corsi online, libri ed ebook che affrontano le seguenti tematiche:
- come funzionano i social e le regole di comportamento da adottare in questi spazi virtuali;
- come funzionano i meccanismi di pubblicità e marketing sul web;
- come funzionano chat, applicazioni e giochi online;
- come individuare le fonti attendibili per evitare di diffondere bufale e fake news;
- come utilizzare al meglio i motori di ricerca.
Alcuni titoli sono:
- Clicco quindi educo. Genitori e figli nell’era dei social network di Stefania Grassini, edito ETS nel 2019
- Nasci, cresci e posta. I social network sono pieni di bambini: chi li protegge? di Simone Cosimi e Alberto Rossetti, edito Città Nuova nel 2017
- Minori nella rete. Pedofilia, pedopornografia, deep web, social network, sexting, gambling, grooming e cyberbullismo nell’era digitale di Marco Faccioli, edito Key Editore nel 2015
- Sempre connessi. Per non perdere le tracce dei propri ragazzi tra facebook e social network. Una guida per genitori ed insegnanti di Maria Calabretta, edito Franco Angeli 2013
- Sicuri in rete. Guida per genitori e insegnanti all’uso consapevole di internet e dei social network di Mauro Ozenda, Laura Bissolotti, edito Hoepli nel 2012.
Condannare ogni forma di violenza, di odio e di sopraffazione è il principio fondamentale per educare alla responsabilità e al rispetto nel momento in cui navighiamo sul web e attiviamo un profilo. Serve prima di tutto abituare alla tolleranza, al supporto reciproco e alla solidarietà verso chiunque, online e offline, a prescindere dall’etnia, dalla religione, dal sesso e dall’orientamento.
Il web: un’inesauribile fonte di arricchimento
Un altro fattore di fondamentale importanza da tenere in considerazione è che Internet non è solo un mezzo per usufruire passivamente di contenuti e informazioni. La rete è un luogo di scambio, di condivisione di interessi, di arricchimento e di sviluppo culturale, professionale e personale.
I social possono essere un’enorme possibilità per i ragazzi per mettere in mostra un loro talento e farsi conoscere, per condividere le loro idee e lasciare una traccia delle loro passioni, per tenersi in contatto con persone diverse e trovare un loro spazio per esprimersi.
A confermarlo, come riporta il portale LifeGate, è uno studio realizzato da Telefono Azzurro e Doxa Kids, che ha diviso l’opinione dei giovani in tre aree:
- il 75% di loro vede nei social l’occasione per restare connessi con amici e familiari, sentendosi così meno soli e vicini a persone con interessi simili ai loro;
- il 51% crede che il web sia una fonte inesauribile di informazioni per imparare cose nuove;
- il 33% pensa che la rete abbia un ruolo importante anche per la crescita delle opinioni, del confronto con l’altro e sia utile per chiedere aiuto in caso di difficoltà o incertezze.
Basti pensare che YouTube permette ai ragazzi e alle ragazze di caricare i propri video musicali facendo conoscere il loro talento e confrontandosi con altri giovani; Facebook e Instagram permettono loro di condividere momenti importanti e restare aggiornati sulle ultime notizie, creando anche dei gruppi in base ai propri interessi. Grazie alle chat di Messenger e Instagram inoltre, studenti e amici possono restare in contatto anche a distanza, scambiandosi facilmente informazioni e consigli, anche di studio.
La possibilità di essere connessi con il mondo può essere una vera e propria fonte di arricchimento, sotto vari punti di vista. È importante, però, conoscere le regole del web per garantire anche i più piccoli piena tutela della loro privacy.