Tumori e relazioni: i possibili cambiamenti
L’impatto che può avere diagnosi di cancro sulle relazioni interpersonali
In occasione della Giornata nazionale dedicata al tumore al seno metastatico (il 13 ottobre) vediamo come cambiano le relazioni durante il percorso oncologico.
Quando il cancro colpisce una persona, infatti, ad essere coinvolta è tutta la famiglia del paziente.
Una diagnosi di tumore è un evento che irrompe con tutta la sua forza, improvvisamente, all’interno di un equilibrio familiare: porta scompiglio e causa la necessità di riorganizzare la vita di tutti.
Anche la condivisione della diagnosi di tumore in famiglia è un momento molto delicato: dopo aver appreso la notizia, ciascuna delle persone in famiglia deve trovare la capacità di adattarsi ai vari cambiamenti.
Quanto tempo serve per metabolizzare una diagnosi di cancro?
La gestione delle emozioni dopo una diagnosi di tumore può essere difficile. Ogni componente del nucleo ha bisogno dei suoi tempi per riconoscere, elaborare, metabolizzare l’evento traumatico e le reazioni dei familiari possono essere di diverso tipo.
I sentimenti più frequenti sono la rabbia, il timore di non riuscire a farsi carico delle esigenze che la malattia porta con sé e la paura della morte. Ci si può sentire inadeguati, impotenti, arrabbiati.
I cambiamenti da affrontare purtroppo sono tanti: si modificano le abitudini, cambiano gli obiettivi familiari e della coppia, si ridimensionano le ambizioni di carriera, si hanno meno energie da dedicare agli altri componenti del nucleo.
Si tratta di un percorso condiviso, fatto di paure, speranze, illusioni, disillusioni, sofferenze fisiche e psichiche che riguardano sia il malato sia la sua famiglia, e che può causare ad ogni componente un notevole stress.
La malattia rimette tutto in discussione, non solo le relazioni familiari ma anche quelle sociali: spesso affiorano verità profonde che fino allora non erano state percepite, cambiano i rapporti, rimescolano le priorità.
Come stare vicino ad una persona malata di cancro?
A volte il malato ha bisogno di non disperdere troppe energie nei rapporti e si chiude a riccio perché sente di doversi difendere dalla malattia e di dover combattere una battaglia da solo.
In altri casi, invece, sono gli amici che fuggono dalla malattia perché hanno paura e non sanno comportarsi di fronte alla persona malata e, per difesa, preferiscono prendere le distanze.
Ovviamente, molto dipende dalla solidità delle relazioni costruite prima della diagnosi e questo vale non solo per le amicizie, ma anche per i rapporti di coppia.
La coppia deve ritrovare un nuovo equilibrio, ma qualora il rapporto fosse già inclinato prima della malattia, le problematicità esistenti affioreranno con più forza durante il percorso terapeutico.
Al contrario, se una coppia è solida e molto unita, allora la malattia può diventare un’occasione per incrementare ulteriormente il legame, che si trasforma così in una risorsa importante per affrontare le ansie e le paure dettate dalla situazione.
Come il cancro influisce sulle relazioni di coppia?
La malattia può avere delle conseguenze considerevoli anche sulla sfera sessuale e quindi sull’equilibrio della coppia.
Difficoltà causate dalla chirurgia e dai trattamenti, come la secchezza vaginale e il dolore durante i rapporti, possono essere vissute da molte donne come un senso di colpa. Inoltre, si può arrivare a sentirsi un peso per il proprio partner e a provare vergogna per il proprio corpo e la propria immagine.
La paura, il senso di inadeguatezza e la perdita della stima di sé bloccano la sessualità molto più delle reali difficoltà fisiche. É necessario quindi spostare l’attenzione più sull’aspetto relazionale, ludico, affettivo, piuttosto che sull’atto sessuale in sé.
La malattia mette a dura prova entrambi i partner. Per aiutare la coppia e superare questa dura prova serve:
- avere una buona comunicazione;
- condividere le emozioni;
- creare una complicità;
- ascoltare i bisogni e comprendere le difficoltà dell’altro.
Qual è il ruolo dei caregiver?
Il carigiver, cioè la persona che sta vicino a un malato e che se ne prende cura, sia esso un partner, un figlio, un genitore, ha un ruolo fondamentale nella gestione della malattia e spesso si fa carico di un impegno notevole anche a livello emotivo.
Può sentirsi infatti di dover fare qualsiasi cosa per aiutare la persona a stare meglio, mettendo da parte le proprie esigenze: arrivando, di fatto, a “congelare” la propria vita per occuparsi dell’altro.
Anche se non affrontano in prima persona l’esperienza del cancro, le conseguenze psicologiche per i caregiver possono essere importanti.
É fondamentale che chi si occupa di una persona malata possa mantenere il suo equilibrio, ritagliandosi dei momenti privati per rigenerarsi, per non isolarsi e per poter continuare ad essere una risorsa per chi soffre.
Talvolta, laddove se ne senta l’esigenza, è utile chiedere aiuto ai professionisti del settore che si occupano di supportare coloro che accompagnano una persona cara nel difficile percorso della malattia oncologica.
Solo così si può continuare a dare amore, sostegno e supporto per vincere insieme la battaglia contro il cancro che ogni anno, solo in Italia, colpisce 70mila donne.