Il valore dell’autoimprenditorialità femminile
Il mondo dell’imprenditoria sta cambiando volto, riflettendo le trasformazioni sociali e culturali degli ultimi decenni. I vecchi confini di genere stanno progressivamente cadendo, facendo emergere la donna – e l’autoimprenditorialità femminile – come la nuova protagonista del tessuto economico, anche in Italia.
I numeri dell’imprenditoria femminile
Una trasformazione confermata anche dai numeri: secondo i dati di Unioncamere, infatti, alla fine del 2018 si contavano nella nostra penisola 1.337.359 imprese femminili, in aumento di quasi seimila unità rispetto all’anno precedente. Le aziende in “rosa” rappresentano quindi un quinto delle realtà iscritte al registro delle Camere di Commercio.
A crescere sono soprattutto le aziende del Lazio, con un incremento, sul 2017, di quasi 1.900 unità. A seguire Campania e Lombardia. Le città con una presenza maggiore presenza di imprese femminili sono poi Roma, Milano, Napoli e Torino.
Si tratta di un mondo in continua evoluzione, anche al suo interno: se le attività commerciali femminili hanno subito un calo, crescono invece quelle dei servizi, soprattutto se dedicate alla cura della persona e al turismo. Anche i confini dei comparti tradizionalmente “maschili”, come i settori tecnico-scientifici e i servizi di supporto alla imprese, sono sempre più a presenza, con un incremento della presenza di donne al loro interno.
Autoimprenditorialità femminile: i vantaggi
I vantaggi apportati dalle realtà femminili sono numerosi. Le donne che diventano imprenditrici generano un livello maggiore di consumi rispetto agli uomini, con ricadute positive anche sull’economia. Inoltre hanno particolarmente a cuore il benessere dei propri dipendenti, dando vita ad un clima di lavoro produttivo e confortevole, dimostrando così una forte attenzione verso gli stakeholder non solo esterni, ma anche interni.
Ma cosa cercano le donne nella loro attività di imprenditrici? Secondo quanto riportato da Confcommercio, quasi la metà vuole valorizzare le proprie abilità e capacità, puntando soprattutto sulla realizzazione personale.
Non va poi dimenticato l’aspetto economico, con un sensibile incremento del proprio reddito, che risulta maggiore soprattutto nelle giovani generazioni di donne: un dato superiore rispetto alla controparte maschile. Ciò permette di acquisire più indipendenza, con conseguente soddisfazione sia in campo professionale che nella propria vita in generale.
Imprese a tasso zero
Per sostenere l’imprenditorialità femminile sono state pensate alcune misure ad hoc, come quella sulle “Nuove imprese a tasso zero”. Si tratta, in sintesi, della concessione di mutui agevolati a tasso zero, per investimenti fino a 1,5 milioni di euro. Un aiuto a sostegno della microimpresa, con requisiti ben specifici: il provvedimento non si rivolge solo ai giovani under 35, ma anche alle donne di tutte le età nell’intero territorio italiano. Attenzione, però: la domanda può essere presentata solo dalle realtà costituite al massimo da un anno.
Tali investimenti comprendono, ad esempio, la produzione di beni nell’industria, nell’artigianato e nell’agricoltura; la fornitura di servizi; il commercio; il turismo e l’innovazione sociale.
Una misura efficace, che promuove l’autoimprenditorialità femminile, confermando e incoraggiando una tendenza che sta cambiando il volto della nostra economia.